Napolitano, la scuola e l'Unità Per il presidente la scuola ha rafforzato il sentimento unitario e l'identità nazionale La Stampa, 15.3.2011
ROMA Questo il testo del messaggio di Giorgio Napolitano: «Sono lieto di aderire all’invito della Casa Editrice Laterza, che mi chiede di contribuire con una breve riflessione ai dibattiti che si terranno in dieci scuole italiane il 15 e 17 marzo, in occasione del 150 anniversario dell’unità d’Italia, dibattiti che hanno in comune il tema di fondo: “L’Italia unita a scuola”. A questo tema limiterò le mie osservazioni. Ma mi congratulo per le scelte degli specifici argomenti che verranno discussi: pur diversi tra l’una e l’altra scuola, rivelano in ogni caso un forte impegno civile». «Guardando alla nostra storia di nazione unita, da un secolo e mezzo, in un solo Stato, è giusto esprimere anzitutto una più che giustificata soddisfazione per il grande contributo che l’istruzione pubblica ha dato alla crescita dei sentimenti di unità e di identità nazionale degli Italiani. Un contributo di cui c’è ancora e più che mai bisogno per rafforzare la coesione del paese dinanzi alle ardue prove cui è chiamato». «Va al tempo stesso sottolineata l’importanza del compito che spetta alla scuola nel diffondere tra le nuove generazioni una più approfondita conoscenza dei diritti e dei doveri che da più di mezzo secolo la Costituzione repubblicana garantisce e indica a tutti i cittadini». «E guardando oltre i nostri confini, appare necessario che la scuola prepari i giovani ad essere sempre più consapevoli degli obiettivi che dobbiamo proporci, come Stato nazionale, nel quadro dell’Unione Europea. C’è ancora molto da fare affinché in Europa tutte le categorie sociali e tutte le realtà regionali possano essere partecipi di un più elevato livello comune di benessere». «Inoltre, la nuova realtà di un mondo in cui grandi popoli si stanno dimostrando capaci di uscire da una secolare condizione di arretratezza, ma nel quale esistono vasti arsenali di armi di distruzione di massa e comunque ogni crisi e conflitto locale rischia dì coinvolgere tutti, impone ai paesi ancora oggi più ricchi di risorse di assumersi nuove responsabilità, per contribuire alla cooperazione fra gli Stati, alla sicurezza, alla pace e al progresso civile in tutti i continenti». «Le nuove generazioni, che hanno la fortuna di vivere in un’Europa di pace, libera dall’incubo di ricorrenti conflitti, dovranno far fronte con coraggio e lungimiranza a sfide nuove e difficili. È compito anche della scuola di far crescere nei giovani le conoscenze e i valori necessari per meglio affrontarle. Ancora complimenti per il vostro impegno e auguri di buon lavoro». |