Merito: ieri, oggi e domani!

Il resoconto del convegno nazionale del 12 marzo

dalla Gilda degli insegnanti di Napoli, 13.3.2011

Merito: ieri, oggi e domani!

Possono così sintetizzarsi i contenuti del Convegno nazionale dal titolo " Merito si, merito no: buone ragioni per discutere nel merito" svoltosi ieri, 12 marzo, presso l'hotel Oriente a Napoli a cura della Gilda nazionale.

Gli interventi dei relatori hanno, infatti, delineato lo stato dell'arte della meritocrazia nel comparto scuola.

Numerosissima la platea cui sono andati i saluti della Coordinatrice provinciale, Antonietta Toraldo, insieme ad un sentito grazie agli amici della Direzione nazionale per aver scelto Napoli come sede di approfondimento di un argomento tanto attuale.

Ad avviare i lavori è stata la relazione del Coordinatore nazionale, Rino di Meglio, con un'esposizione che è partita da ciò che esisteva "nel merito" prima del 1974. In quell'anno, a seguito del „ 68 e della conseguente tendenza egualitaristica, furono abolite le visite didattiche e l'attribuzione di qualifica da parte dei presidi e dei direttori didattici. Oggi, col il ritorno al rapporto gerarchico, è stata riproposta la valutazione e ciò non deve far temere. Quello che, invece, appare paradossale- ha affermato il Coordinatore nazionale - è la pretesa di voler imporre un sistema che non tiene conto né della specificità dell'insegnamento, né di alcun indirizzo propositivo degli stessi docenti.

L'analisi critica dell'attuale sperimentazione è toccata a Gianluigi Dotti del Centro studi della Gilda nazionale che ha evidenziato come le scelte meritocratiche vanno inquadrate nell'attuale contesto politico economico in cui è in atto una spietata battaglia culturale tra pubblico e privato ed in cui a farne le spese è sempre il primo a favore del secondo. Dalla proposta Berlinguer in poi ritorna ciclicamente il tentativo di valutare i docenti senza che nessun altro sindacato, oltre la Gilda, rivendichi una specificità che tenga conto della complessità della professione docente. A monte non si registra- ha continuato Dotti- nessuna compattezza delle O.O. S.S.. Qualche sigla, anzi, accetta perfino la logica aziendalistica con cui è stato disegnato l'attuale progetto sperimentale. Quest'ultimo - diceva ancora Dotti - è stato modulato non per premiare i docenti migliori ma per affermare sempre più la logica della gerarchizzazione e del risparmio.

Molto approfondita la disamina dei metodi valutativi svolta, a seguire, da Francesco Lovascio del Centro studi nazionale,che ha catturato l'attenzione dei tantissimi presenti con un'attenta esposizione dei metodi valutativi in atto nel mondo anglosassone segnalandone i punti di forza e quelli di criticità.

I docenti, da veri professionisti quali sono, non temono la valutazione- ha esordito, infine, Fabrizio Reberschegg del Centro studi nazionale - ma contestano i metodi che portano alla penalizzazione. Rivendicano invece un'autovalutazione di categoria, una visione professionale della funzione non assimilabile a logiche impiegatizie ed una progressiva riduzione dell'orario di docenza in base a questioni biologiche ed antropologiche da dedicare a studi, progettazioni e a tutoraggi.
Stipendio forte per uno status professionale forte: solo così si può accettare la valutazione unitamente all'istituzione di un Consiglio superiore della docenza! Questo l'accorato appello conclusivo di Reberschegg.

Alle 13,30 la platea sedeva ancora tutta compatta ed attenta non curante dell'ora ma attratta solo dalle condivise parole dei loro rappresentanti nazionali.

L'unità di intenti ben si sposava con la particolare e significativa celebrazione dell'Unità nazionale ideata dalla Gilda provinciale di Napoli. Quest' ultima ha regalato, infatti, a tutti i partecipanti una coccarda tricolore ed i colleghi non solo l'hanno orgogliosamente applicata ai loro abiti durante il corso dei lavori ma poi, altrettanto orgogliosamente, l'hanno tenuta ed esibita lungo il loro ritorno a casa.


Ufficio stampa Gilda provinciale di Napoli