Prove Invalsi: può provvedere di R.P. La Tecnica della Scuola, 8.3.2011 E' il parere dell'avvocato di Stato Laura Paolucci. I Cobas: "Noi lo sosteniamo da sempre". CUB: "Obbligo per gli alunni, non per i docenti". Anche per la Flc-Cgil la somministrazione non rientra nell'attività ordinaria di scuole e docenti. Sulle prove Invalsi cambia la strategia degli oppositori. Dopo aver combattuto per anni contro l’obbligatorietà delle prove i Cobas stanno mettendo a punto una nuova linea di intervento. L’Invalsi è liberissimo di predisporre tutti test che ritiene ma il punto della questione - secondo i Cobas - è un altro: la somministrazione delle prove e tutte le operazioni connesse (dall’anno scorso ai docenti è stato di fatto assegnato anche il compito di riportare le risposte degli alunni sulle apposite schede di rilevazione predisposte dall’Istituto) comporta un lavoro aggiuntivo che non rientra fra i compiti “obbligatori” del docente che, quindi, non è tenuto a svolgerlo. Ma i docenti che decidessero di accettare tale compito aggiuntivo devono essere remunerati con il fondo di istituto. I Cobas della scuola del Piemonte colgono anzi l’occasione di una recente circolare dell’Usp di Torino con cui si trasmette alle scuole il testo di un intervento dell’avvocato di Stato Laura Paolucci per ribadire che “i test invalsi devono essere somministrati obbligatoriamente dal personale che lavora per l'invalsi e non dagli insegnati delle scuole pubbliche”.
In effetti, l’avvocato Paolucci sostiene che “l’Invalsi potrebbe,
volendolo, ‘scavalcare’ completamente le istituzioni scolastiche
nella realizzazione della propria funzione istituzionale, decidendo
di somministrare le prove in un ‘luogo’ diverso dalle sedi e dai
plessi scolastici: una simile scelta sarebbe più ‘complicata’ dal
punto di vista organizzativo e certamente più costosa, ma sarebbe
compatibile con la normativa”. 1) le prove Invalsi sono obbligatorie per gli allievi (sempreché siano presenti); 2) le scuole devono consentire all’Invalsi di svolgere i propri compiti istituzionali (informando gli allievi su quello che gli accadrà, mettendo a disposizione i locali, consentendo al personale dell’Invalsi di accedere ai locali messi a disposizione); 3) il personale della scuola non è obbligato a svolgere un’attività non programmata e che si configura come una prestazione straordinaria. Analoga posizione era stata già assunta un mese fa dalla Flc-Cgil secondo cui “l’obbligatorietà della rilevazione tramite le prove, non coincide automaticamente con l’obbligo dei docenti a somministrarle né a correggerle, a tabulare i dati, a predisporne l’invio”. |