GRUPPO DI FIRENZE

per la scuola del merito e della responsabilità

Da Barbiana a Barbaiana

Valerio Vagnoli dal Gruppo di Firenze per la scuola del merito e della responsabilità, 27.3.2011

Il giovane parroco di Barbaiana (frazione di Lainate) ha deciso, con apprezzabile fermezza, di tener fuori dall’oratorio una quarantina di adolescenti violenti e prepotenti (leggi). Don David dichiara che in un’altra delle tre parrocchie di cui è reggente qualcuno gli ha dato del lassista perché si è limitato a buttar fuori dall’oratorio solo un ragazzo. Segno, quest’ultimo, di come la prepotenza delle bande di bulli (in questo caso tutti italianissimi) sia sempre meno tollerata dalla gente, perché evidentemente sta prendendo sempre più campo.

In questi ultimi anni l’attenzione degli “educatori” è stata rivolta prevalentemente e prioritariamente ai bulli piuttosto che alle vittime, come più volte ha denunciato il neuropsichiatra Michele Zappella. Un atteggiamento dovuto in gran parte ad una sorta di connubio tra un pensiero cattolico quanto mai banalizzato e un altrettanto banalizzato pensiero marxista d’impronta sociologico-paternalista. Questa deriva buonista cominciò a dare il peggio di sé dopo i primi arresti dei terroristi e dopo il “passaggio a regime” dell’ideologia sessantottina. Nei primi anni i buonisti si impegnarono esclusivamente nel recupero dei “rossi” e solo in un secondo momento misero la loro bontà al servizio anche dei terroristi “neri “. Dall’imperare del buonismo non si erano nel frattempo salvate le aule scolastiche; e infatti ai bulli fu rivolta gran parte dei progetti tesi a sostenerne il recupero e l’inserimento nella comunità scolastica. Ovviamente passatista o fascista veniva considerata l’idea di sanzionarli con sospensioni o altra roba del genere. Come spesso avviene in una società essenzialmente di stampo consumistico, anche nei confronti dei ragazzi “ difficili”, o presunti tali, si è in seguito sviluppato un processo analogo. Infatti, qualsiasi tipo di difficoltà scolastica un ragazzo presenti, si va sempre più alla ricerca, da parte innanzitutto dei genitori - spalleggiati da psicologi ed “esperti” di varia natura in cerca di occupazione - di una qualche patologia (sia essa di carattere sociale che di altra natura), che serva a trovare attenuanti e giustificazioni varie alle difficoltà comportamentali che i ragazzi presentano e che vanno pertanto tollerate e sempre accompagnate da materna comprensione.

Di progetti per aiutare le vittime, per lungo tempo, non vi è stata traccia neanche nelle scuole, figuriamoci al di fuori del mondo scolastico! Molti di loro, per anni e anni, hanno vissuto l’ulteriore umiliazione di vedere gran parte delle energie e delle risorse scolastiche impegnate a vantaggio dei loro compagni degni, in quanto carnefici, di maggior attenzione, rispetto a loro, visti talvolta dagli educatori come una sorta di privilegiati perché non toccati dal male o dalla malasorte. E per anni, chiunque si provasse a rivendicare anche il rispetto e i diritti delle vittime , era bollato, nella migliore delle ipotesi, come laudator temporis acti.

Don Milani, parroco di Barbiana (nome curiosamente assai simile a quello della parrocchia di don David, Barbaiana), non avrebbe mai tollerato, alla pari di questo suo giovane collega, che i carnefici venissero prima delle loro vittime E fa un certo piacere constatare che oggi anche nelle parrocchie si torni, come dice don David ,“a proteggere i più deboli”. E come fa don David, al pari di tantissimi insegnanti, è assolutamente opportuno non perdere mai il rapporto educativo con i prepotenti e i violenti. Ma prima vengono i diritti delle vittime, compreso quello di vedere i bulli puniti per la loro violenza, essendo la punizione il primo atto educativo attraverso il quale si dimostra a chi sbaglia che dietro ogni nostro atto c’è una conseguenza e una responsabilità dalla quale non si prescinde. Don David, malgrado la sua giovane età, lo ha capito benissimo e altrettanto bene lo aveva capito don Milani. Peccato che , in passato, non lo abbiano capito molti dei suoi seguaci. Ma si sa, i superficiali adattano alla meglio i loro maestri alla loro superficialità o ai loro fini contingenti. Forse la nottata comincia a finire e c’è di che sperare se tutto ciò avviene a Barbaiana!


PS: Ovviamente alcune mamme dei bulli hanno protestato. Le brave donne proprio non ce la fanno a pensare ai loro figli esclusi dalla comunità all’interno della quale trovavano, povere creature, quel naturale divertimento che consisteva nello spadroneggiare a più non posso. I cocchi di mamma evidentemente, con quei loro atteggiamenti, promettevano un futuro da leader di successo alle loro madri, ignare del fatto che i bulli, da adulti, sono frequentemente destinati al fallimento.