Allarme precari, 34 mila a rischio
Il Milleproroghe non ha rinnovato la misura
delle supplenze prioritarie di Alessandra Ricciardi ItaliaOggi, 22.3.2011 Fortuna che ci saranno circa 30 mila pensionamenti. Fortuna, ché così bilanciano i 19 mila tagli e anzi lasciano sul mercato circa 11 mila posti da far coprire con nuove assunzioni, a tempo indeterminato o determinato lo si vedrà nelle prossime settimane. E così il numero dei precari aspiranti a un'assunzione prioritaria dovrebbero calare a 13-14 mila, rispetto ai 25 mila dello scorso anno. Ma il problema vero è che per il prossimo anno non ci sarà nessuna misura speciale per la tutela dei precari che hanno perso il posto a seguito del piano di razionalizzazione del governo avviato con il decreto legge 112/2008. Il cosiddetto salvaprecari, infatti, non è stato rinnovato dal Milleproroghe. Lo scorso anno ci sono state 25 mila domande di accesso dei prof al salvaprecari, la lista regionale per le assunzioni prioritarie, quest'anno è probabile che il numero scenda di 11 mila unità,visti i pensionamenti che hanno sueprato i tagli (il discorso ovviamente non tiene conto delle corrispondenze tra cattedre): si arriverebbe cosi a circa 14 mila docenti. Diverso il discorso per gli Ata: lo scorso anno erano stati 12 mila domande di bidelli e amminsitrativi perdenti posto, quest'anno ci sono stati 15 mila tagli e solo 7 mila pensionamenti. Per cui il numero sale e arriverebbe a quasi 20 mila. Anche per loro, salvo un intervento legislativo ad hoc, nessun accesso privilegiato ai contratti di sostituzione. Il ministero dell'istruzione in queste ore sta cercando di correre ai ripari. Secondo quanto risulta a ItaliaOggi, i vertici di viale Trastevere stanno esaminando la possibilità di ricorrere a un provvedimento autonomo di proroga. Un intervento legislativo in cui, sempre stando alle indiscrezioni, potrebbe essere affrontato anche il dossier delle graduatorie permanenti. Il ministro dell'istruzione, Mariastella Gelmini, deve dire chiaramente infatti cosa intende fare per dare attuazione alla sentenza della Corte costituzionale che ha bocciato l'inserimento in coda nelle province aggiuntive. E potrebbe non bastare un provvedimento amministrativo. L'inserimento a pettine significherebbe rivoluzionare le posizioni di circa 230 mila precari. Il ministro potrebbe essere tentato allora dall'ipotesi di aggiornare le posizioni ma per una sola provincia. Per ora solo una tentazione. |