Precari, siamo al toto-ricorso

di A.G. La Tecnica della Scuola, 20.5.2011

L’Anief propone 17 impugnazioni contro la nuova tabella di valutazione dei titoli utili ad integrare le graduatorie ad esaurimento e le esclusioni passate. La scadenza è il 1° giugno, la stessa per il rinnovo imposto dal Miur. Intanto a Livorno il giudice del lavoro impone l’assunzione di 13 precari storici.

Per decine di migliaia di precari della scuola il 1° giugno non rappresenta solo l’ultimo giorno utile per aggiornare la propria posizione nella graduatoria ad esaurimento dei docenti: quella stessa data, l’inizio del prossimo mese, è stata scelta dall’Anief, il sindacato degli educatori in formazione, come scadenza per ricorrere contro il Decreto ministeriale n. 44 del 12 maggio scorso, attraverso cui viale Trastevere ha introdotto il nuovo regolamento di gestione delle ciclopiche liste d’attesa provinciali del prossimo biennio (destinato a trasformarsi in triennio).

Dopo aver vinto il braccio di ferro con il ministero dell’Istruzione, sulla questione “pettine-code”, ora il sindacato guidato da Marcello Pacifico ritiene che per molti precari il decreto di aggiornamento delle graduatorie ad esaurimento predisposto dal Miur sia ancora penalizzante: la maggior parte dei 17 ricorsi preparati dal sindacato verranno mossi per come il Ministero ha deciso di predisporre la nuova tabella di valutazione dei titoli: si va dal “ricorso per l’inserimento in I-II fascia con l’opzione della provincia aggiuntiva” a quello “per il riconoscimento del punteggio di servizio relativo al militare”, “del punteggio di abilitazione in strumento musicale” e “dei 6 punti aggiuntivi del titolo SSIS”. Diverse adesioni riscuoterà, probabilmente, il ricorso che riguarda “il riconoscimento del punteggio di servizio prestato per più di 180 giorni in più scuole nell’a. s. 2008-2009 e valido per il biennio 2009-2010, 2010-2011". Stesso discorso per quello attraverso cui si chiede l’assegnazione del proprio punteggio, a “pettine”, in tutte le province dove si è presenti (quindi anche 4 anziché 1).

Alcune impugnazioni, invece, puntano a far inserire nelle liste di attesa i candidati che in passato non ce l’hanno fatta. E che a distanza di anno non si sono ancora arresi (malgrado le graduatorie nel frattempo siano non a caso diventate ad esaurimento). Tentare, del resto, non costa nemmeno cifre impossibili: l’Anief chiede al massimo 150 euro. E visto l’esito delle ultime vertenze, forse, vale davvero la pena di tentare: l’ultima, fortemente positiva, riguarda ben tredici docenti precari storici toscani, che un giudice del lavoro di Livorno dovranno al più presto essere inseriti in ruolo e ricevere un bella cifra di arretrati. Certo, l’avvocatura del Miur presenterà ricorso e la battaglia è ancora aperta.

Al di là dell’essere o meno d’accordo con questo genere di tentativi, viene da chiedersi se può essere questa la strada da percorrere per la soluzione ai problemi del precariato scolastico. Intanto siamo in pieno toto-ricorso: il tempo passa, il 1° giugno è vicino.