SCUOLA

Test Invalsi, anche studenti
dicono no: sistema perverso

Uds: discriminate scuole in difficoltà. Domani sciopero Unicobas

 TM news, 11.5.2011

Roma, 11 mag. (TMNews) - Dopo i sindacati di base anche le associazioni degli studenti si scagliano contro la proposizione dei test Invalsi, iniziate ieri nelle seconde classi delle scuole superiori ed in programma domani e venerdì, rispettivamente alle medie ed alle elementari: se i Cobas hanno fatto sapere che sinora almeno il 20% degli insegnanti non ha collaborato allo svolgimento dei test e l'Unicobas ha confermato lo sciopero dell'ultima ora di domani e per l'intera giornata di venerdì, oggi anche l'Unione degli studenti si è schierata contro l'innovativo metodo di verifica standardizzato che nelle intenzioni del Miur dovrebbe avvicinare la scuola italiana a quella internazionale.

L'associazione studentesca Uds ritiene, che l'Invalsi, l'organismo a cui viale Trastevere affida la predisposizione dei test nazionali, rappresenta un "istituto ministeriale che come tale non può essere definito indipendente" e che continuando su questa strada "il ministro Gelmini sta andando a costruire un sistema perverso pseudo-meritocratico intrecciato a una forte discriminazione delle situazioni di difficoltà, unita a un soffocante appiattimento dei processi di apprendimento".

Le prove Invalsi sarebbero così motivate, secondo Jacopo Lanza, rappresentante Uds, da "un preciso progetto politico che mira ad indebolire la libertà di insegnamento. Il primo effetto disastroso di questo test è già visibile: la corsa al 'premio' fra scuole ha scatenato reazioni antidemocratiche, repressive e talvolta letteralmente illegali dei dirigenti scolastici". L'associazione denuncia, inoltre, la mancanza di una corretta e completa informazione ai procedimenti disciplinari: "i collegi docenti non sempre hanno avuto la possibilità di esprimersi e gli studenti sono stati schiacciati dall'opacità di norme non chiare (il ministero non ha la facoltà di imporre direttamente il test)", per colpa di "dirigenti che spesso dimenticano che il rispetto per l'altro è un dovere che nella scuola si basa sulla reciprocità e non sull'autorità".

Il rappresentante dell'Unione studenti si sofferma su quanto sarebbe accaduto nel liceo artistico - istituto d'Arte Roma 2 di Roma, dove "più di quaranta studenti hanno lasciato il test Invalsi in bianco. La protesta - ha detto Lanza - è stata spontanea ed è partita nel momento in cui gli alunni si sono accorti che il quiz non era anonimo, come era stato loro detto, ma veniva ricondotto a un identificativo; inoltre venivano richieste informazioni personali sulle quali i ragazzi, tutti minorenni, non si sarebbero potuti esprimere trattandosi di dati coperti da privacy". Il rappresentante Uds ha quindi riferito che la Preside della scuola superiore romana si sarebbe anche "rifiutata più volte nella giornata di ascoltare le domande di chiarimento e confronto dei ragazzi e ha sospeso decine di studenti da un giorno all'altro per tre giorni. Quanto accaduto - commenta Lanza - è di una gravità sconcertante in quanto viola l'art.4 comma 6 della legge 249/1998, poiché la sanzione disciplinare sarebbe dovuta partire dal Consiglio di Classe e non dalla presidenza"..