Lotta alla mafia, di Alessandro Giuliani La Tecnica della Scuola, 23.5.2011 A 19 anni dalla strage di Capaci, lunedì 23 maggio, migliaia di studenti di tutta Italia hanno riempito le strade di Palermo per partecipare alla commemorazione della strage, al concorso “Il mondo che vorrei” e ai percorsi di educazione alla legalità. Migliaia di studenti di tutta Italia, accompagnati dai docenti e dai genitori, hanno riempito, lunedì 23 maggio, le strade di Palermo per partecipare alla commemorazione della strage di Capaci, al concorso “Il mondo che vorrei” e ai percorsi di educazione alla legalità promossi dal Ministero dell’istruzione e dalla Fondazione Falcone, quest’anno inseriti nelle celebrazioni per i 150 anni dell’Unità d’Italia. Nella mattinata di lunedì 23 maggio, diverse personalità delle istituzioni hanno partecipato al convegno, svolto all’interno dell’aula Bunker del carcere dell’Ucciardone, dei maxi processi alla mafia, moderato dal giornalista Rai, Giovanni Minoli: memoria, legalità ed impegno sono le parole-chiave che hanno contraddistinto l’edizione di quest’anno. Ad iniziare gli interventi è stata Maria Falcone, sorella di Giovanni, secondo cui “dobbiamo far sì che la memoria diventi speranza soprattutto per i nostri giovani del Sud, perché non si potrà mai essere liberi se non si è liberi dal bisogno”. Il ministro Gelmini ha sottolineato che “la memoria vive nella presenza degli studenti, nel lavoro e nell’impegno dei docenti e dei cittadini: sono elementi che ci danno speranza e rappresentano segnali fondamentali per superare e combattere la mafia”. Al convegno ha preso parte anche il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, il quale si è soffermato sulla lotta al fenomeno mafioso degli ultimi tre anni: “sono stati arrestati mediamente otto mafiosi al giorno ed oltre trenta latitanti di alta pericolosità: questo significa che - ha sottolineato Maroni - che c’è sempre meno spazio ed omertà rispetto alla mafia”. A tal proposito il procuratore generale antimafia, Piero Grasso, ha spiegato che: “la capacità della mafia di adattarsi alle nuove necessità è ancora molto alta: abbiamo, quindi, bisogno di compattare le forze per fare in modo che un giovane di Palermo non debba più rivolgersi ad un mafioso per trovare lavoro”. Il Procuratore ha anche annunciato che molto probabilmente dal prossimo anno si aggiungerà un’altra nave della legalità: oltre a quelle che da sette anni partono e tornano da Napoli e Roma, si aggiungerà un’imbarcazione che trasporterà i ragazzi e gli insegnanti da Genova. A chiudere gli interventi è stato il ministro della Giustizia, Angelino Alfano: “per vincere la mafia noi in Italia abbiamo creato un modello che il G8 ha apprezzato pienamente. Si tratta - ha spiegato Alfano - di tre punti: concentrare gli sforzi per arrestare i latitanti; attuare il carcere duro per coloro che sono arrestati mantenendoli dietro le sbarre finché moriranno; confiscare i loro beni in modo che non possano essere ereditati dai figli”. Il momento più toccante della giornata si è svolto alle ore 17,58, quando i due cortei partecipanti alla manifestazione, uno proveniente dall’aula Bunker e l’altro da via D’Amelio, si sono riuniti sotto l’albero Falcone, in via Notarbartolo, per celebrare un solenne momento di silenzio, nella stessa ora del sanguinoso attentato al giudice Falcone, alla moglie ed alla sua scorta, del 23 maggio 1992, eseguito da un trombettiere della Polizia di Stato. |