Pochi iscritti alla scuola Il 40 per cento dei bambini delle elementari Marconi di Reggio Emilia sono stranieri: qui l'integrazione funziona, non esistono razze o colori. L'appello dei genitori perché aumentino gli iscritti di Matteo Incerti Il Fatto Quotidiano, 22.5.2011 Dai genitori agli insegnanti è un solo coro. “Qui in questa piccola scuola, l’integrazione funziona, iscrivete i vostri bimbi qui affinché la scuola elementare Marconi non chiuda”. Alla festa di fine anno, genitori e insegnanti della scuola elementare primaria Marconi di via Emilia Ospizio a Reggio Emilia, 80 alunni dei quali il 40% stranieri e dodici nazionalità, rilanciano l’attenzione su questo istituto che dal prossimo anno perderà per mancanza d’iscrizioni la prima classe e la quinta. Il loro amore lo dimostrano indossando tutti una maglietta gialla con la scritta “W la nostra scuola di quartiere”. Natalie Boccacci, figlia di Remo Boccacci, primo consigliere della Lega in Sala del Tricolore negli anni Novanta è entusiasta di come è stato accolto il figlio. “E’ una piccola scuola di quartiere come ce ne sono poche, è una realtà a livello di famiglia. Siamo molto contenti come genitori, sono sereni i nostri figli”. “Diverse culture vivono meravigliosamente tra loro, anche grazie all’impegno delle maestre che sono bravissime. Dopo due esperienze negative, in un’altra scuola cittadina, questa è una bellissima realtà che non deve essere persa”. Gli fa eco un altro genitore Dario Ruffini. “E’ stata una scelta che abbiamo ponderato molto, visti i dubbi iniziali. Qui ci sono progetti veramente validi per inserire gradualmente i bimbi extracomunitari che si integrano molto bene con i nostri bimbi. Sono molto contento, perché in altre scuole certi progetti non vengono fatti”. Quale è il segreto? Ne parla Maurizia Panarari, direttrice della “Marconi”. “Rispettare i tempi dei bambini e utilizzare tutte le risorse umane -spiega – Qui c’è un insegnante destinato all’apprendimento della lingua italiana all’interno della classe, che lavora in contemporanea con l’insegnante di turno. Si gestiscono magari anche gli stessi argomenti ma con modalità adatte ai bambini che si hanno di fronte”. “Non ci sono problemi d’integrazione tra bimbi, forse a volte escono problemi dai genitori”, spiega la Panarari. Rischio chiusura ? “Direi che non c’è rischio chiusura perché il Comune ha dimostrato interesse a tenere la scuola aperta. Ma è chiaro che nel nostro bacino di utenza in una zona molto servita, soffriamo per la carenza di adesioni e questo ci penalizza. Per questo facciamo appello affinché i genitori iscrivano qui i loro figli”. “Se non ci sono abbastanza iscrizioni la classe salta. Ad esempio il prossimo anno non ci sarà una nuova prima e non ci sarà una quinta, ma il Comune ha dimostrato interesse a proseguire l’esperienza della Marconi”. Qui come nei piccoli paesi c’è chi, come Chiara Martena, ha una doppia veste. “Sono insegnante e mamma, perché mia figlia quest’anno ha frequentato la prima classe. Mi piace l’idea che i compagni di classe di mia figlia abbiano una cultura diversa dalla sua. Così comincia a capire già da questa età che il mondo è fatto di tanti colori”. Due mamme Barbara Davoli e Paola Ceretti alzano il pollice mentre si apprestano a gestire lo spazio dei doni per i bimbi. “La scuola funziona, ci conosciamo tutti – spiega la Davoli – le maestre sono bravissime e ci teniamo che questa realtà venga conosciuta e possa proseguire il suo cammino. E’ stata una bellissima esperienza per entrambi i miei figli, mia figlia è già andata in prima media mentre mio figlio finirà qui il suo ciclo elementare”. Come dire ? Genitori non abbiate paura, il Mondo Piccolo della “Marconi” vi attende. |