Centro Studi  Gilda

INVALSI: ovvero l’obbligo del lavoro volontario. Verso una visione dello Stato Etico della Scuola?

Non votiamo nel futuro piani delle attività o POF che facciano rientrare il lavoro dell’Invalsi tra le attività di nostra competenza. Il FIS (soldi nostri) non deve essere utilizzato per surrogare la mancanza di fondi dell’Invalsi.

 Fabrizio Reberschegg, dal Centro Studi della Gilda,  giugno 2011

Con una sua nota di precisazione (si mette in rilievo che si tratta di “precisazioni”,non di circolare o decreto ministeriale o ordinanza ministeriale..)la dott.ssa Palumbo, ex direttore dell’USR del Veneto e neo direttoregenerale del settore degli ordinamenti, ha “chiarito” che:

1. le prove Invalsi sono meravigliosi strumenti per il miglioramento dell’efficacia dell’azione educativa delle scuole;

2. le prove Invalsi sono un indispensabile strumento standardizzato per la rilevazione comparata sia a livello di singola scuola, che a livello territoriale, nazionale, europeo e mondiale degli apprendimenti (e le mitiche competenze che fine hanno fatto?);

3. è “doveroso” che le scuole partecipino all’attività dell’Invalsi deliberando nel piano delle attività, in quanto “elementi aggiuntivi”, gli oneri lavorativi relativi alla somministrazione, tabulazione e correzione delle prove;

4. è conseguente quindi il riconoscimento economico dell’attività aggiuntiva dei docenti mediante contrattazione integrativa di Istituto prendendo le risorse dal FIS (soldi dei lavoratori della scuola stabiliti dal CCNL);

5. sono “quantomeno improprie” (un bell’ esempio di linguaggio giuridico e amministrativo…) le delibere del Collegio dei docenti aventi per oggetto la mancata adesione delle istituzioni scolastiche alle rilevazioni nazionali degli apprendimenti.

Dalle “precisazioni” della dott.ssa Palumbo si evince chiaramente che:

1. le attività lavorative dei docenti correlate alle prove Invalsi sono attività lavorative aggiuntive;

2. come tali devono essere considerate volontarie e non obbligatorie. Non esiste alcun obbligo nel CCNL scuola di effettuare attività straordinarie;

3. le procedure di valutazione dell’Invalsi dovrebbero essere inserite nel piano annuale delle attività deliberato dal Collegio dei Docenti (senza delibera esse non risultano operative);

4. esse, se deliberate, assumono sempre caratteristiche di accessorierietà e volontarietà a livello soggettivo poiché sono retribuite con il Fondo dell’Istituzione Scolastica oggetto di contrattazione integrativa d’Istituto.


In concreto la dott.ssa Palumbo intende mandare ai Dirigenti Scolastici un monito chiaro: dovete far passare in tutti i modi le prove Invalsi nel piano delle attività perché è eticamente necessario sposare l’attività dell’Invalsi anche facendosi carico del lavoro che lo stesso Invalsi dovrebbe fare autonomamente, con proprie risorse e nel rispetto del principio che le valutazioni di tale portata dovrebbero essere per correttezza sempreesterne e indipendenti. Chi non è d’accordo è eticamente contro ogni miglioramento della qualità della scuola (pubblica, privata??).

Invitiamo i colleghi a non cadere nel tranello: le attività aggiuntive sono sempre volontarie! Non votiamo nel futuro piani delle attività o POF che facciano rientrare il lavoro dell’Invalsi tra le attività di nostra competenza.

Il FIS (soldi nostri) non deve essere utilizzato per surrogare la mancanza di fondi dell’Invalsi.

Non siamo contro l’esistenza di un servizio nazionale di valutazione, anche se nell’attuale contesto esso appare pericolosamente inserito in un sistema premiale o penalizzante di natura brunettiana. Siamo perché Invalsi sia un organismo nazionale, indipendente e partecipato, che consenta di dare elementi di riflessione per il miglioramento del sistema formativo nel nostro Paese. Per questo è giusto che siano date ad esso Istituto le risorse necessarie e sufficienti affinché le sue valutazioni siano libere, indipendenti, autonome e quindi credibili e autorevoli.