L’incerto destino dei precari della scuola 

di Franco Buccino ScuolaOggi, 16.5.2011

Si addensano fosche nubi nere sui precari della scuola. Dopo il decreto legge sullo sviluppo, la diatriba sui posti per l’immissione in ruolo e il decreto ministeriale di aggiornamento delle graduatorie.

Si era tanto discusso di pettine e di code, di chi l’avrebbe spuntata sull’ipotesi di “riapertura” delle province, la lega o i sessanta parlamentari del sud, i meridionali meridionali o i meridionali trapiantati al nord. La Gelmini e il suo Ministero sono riusciti nell’impresa impossibile di scontentare tutti. Infatti, si puņ cambiare provincia, portandosi il proprio punteggio, ma si rimane nella nuova graduatoria per tre anni. E, se si ha la fortuna di passare di ruolo, la permanenza minima nella provincia č di altri cinque anni.

Chi non voleva la riapertura delle province ora teme l’assalto dall’esterno, magari non massiccio, ma sufficiente a contendergli la supplenza e, di sicuro, a soffiargli il ruolo. Chi era pronto a spostarsi, armi e bagagli, al nord, lasciando prole e coniuge, ora teme sgomento un trasferimento in pratica definitivo. I ricorsi al giudice dei mesi scorsi e quelli futuri sono sterilizzati: il supplente č una professione talmente precaria e contingente che si puņ fare per sempre, come si evince da un comma poco commentato del decreto Sviluppo. I posti per le immissioni in ruolo sono, pare, sessantacinquemila, in un anno o forse in tre. Lo sapremo dopo le elezioni.