Sarā guerra anche sul commissario
ad acta per le graduatorie dei precari?

da Tuttoscuola, 23.5.2011

Dopo che lo stesso Tar del Lazio, titolare nei mesi scorsi delle diverse vertenze promosse dall’Anief per gli inserimenti a pettine nelle graduatorie, ha dichiarato la propria non competenza su questa materia, proprio dopo aver ottenuto il clamoroso successo della sentenza della Consulta che ha riconosciuto la legittimitā della tesi sostenuta, la Cisl-scuola prima e la Lega poi stanno chiedendosi se ha senso l’attivitā del commissario ad acta nominato proprio dal Tar prima che si arrivasse alla sentenza della Corte costituzionale.

L’Anief, interessata a vedere applicata a favore dei propri assistiti la sentenza per gli inserimenti a pettine, č giā sul piede di guerra. La Lega, per voce del senatore Mario Pittoni, riferendosi agli inserimenti derivanti dalla sentenza chiede “cosa aspetta il Tribunale amministrativo a ritirare la nomina del commissario ad acta, cancellando questi inserimenti?”

In merito, il parlamentare leghista ha presentato una interrogazione parlamentare, finalizzata ad ottenere che gli inserimenti a pettine, sopravvenuti successivamente rispetto alle graduatorie esistenti all’inizio del 2010-11, non vadano ad alterare l’ordine delle graduatorie a danno degli iscritti giā da tempo inseriti.

Tutto questo per evitare che quella quota di nomine in ruolo che verranno effettuate con retrodatazione giuridica al 2010-11 non siano effettuate con le graduatorie aggiornate con il “pettine”. Infatti, secondo Pittoni “Qualcuno si chiede se rientreranno nella conta i ricorrenti (quasi tutti del Sud) inseriti 'a pettine' dal commissario nominato dal Tar, che andrebbero a scavalcare e quindi a ledere i diritti degli iscritti 'storici'. La risposta č - sottolinea Pittoni - che, a rigor di logica, il problema non dovrebbe neanche porsi, in quanto il Tar Lazio (sentenza 1556/2011) ha dato atto del proprio difetto di giurisdizione”.

Ben difficilmente la tesi di Pittoni sarā condivisa dall’Anief, mentre, forse, potrebbe essere tacitamente condivisa e sostenuta da alcuni sindacati rappresentativi (Cisl, Gilda e, forse, Uil e Snals). Ma sarā guerra certa.