Scuola, intervista alla Gelmini

«Per oltre 67mila precari
lavoro stabile grazie ai tagli»

di Daniela Limoncelli il Mattino, 7.5.2011

NAPOLI - «È una risposta forte al precariato. Ci eravamo impegnati ad assorbire il precariato ereditato nell’arco di sei, sette anni. Pensiamo di poterlo fare in tempi più rapidi. Il governo aveva preso un impegno e lo ha portato a termine».

E il ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini, tiene subito a sottolineare che le 67mila e più regolarizzazioni di «precari stabili» - quelli per intenderci assunti ogni primo settembre e mandati via a fine giugno -, personale docente, educativo ed Ata rappresentano «un risultato importante conseguito grazie alla collaborazione di Cisl, Uil, Snals e Gilda».

Ministro, ma fino a oggi non si è detto che c’erano troppi insegnanti. Il governo fa dietrofront rispetto alla politica dei tagli?

«Assolutamente no. La stabilizzazione dei precari è resa possibile proprio grazie alla politica dei tagli e dei risparmi portata avanti dal governo. Se non ci fossero stati prepensionamenti e riduzioni di piante organiche che apparivano infinite, non avremmo potuto fare né nuove assunzioni né garantire gli scatti di anzianità. E tengo a sottolineare che, mentre in altri settori del pubblico impiego c’è stato il blocco degli scatti, questo non è accaduto nella scuola».

Saranno riconosciuti ai precari immessi in ruolo gli anni di anzianità maturati?

«No, partiranno dal primo stipendio ma saranno assunti a tempo indeterminato».

Ci sono sentenze che hanno riconosciuto a supplenti annuali, oltre a un risarcimento per la mancata stabilizzazione, il diritto agli scatti di carriera. Vi aspettate una pioggia di ricorsi?

«Il provvedimento è tanto atteso, non credo che questo si verificherà. Inoltre, sul fronte delle graduatorie è stato previsto l’aggiornamento delle graduatorie ad esaurimento in attuazione alla sentenza della Corte costituzionale».

Nel dl per lo sviluppo, però, non c’è traccia di numeri...

«Nella norma abbiamo voluto stabilire il ”principio” e non il numero. Il piano triennale per l’assunzione a tempo indeterminato di personale docente, educativo ed Ata prevede l’utilizzo di tutti i posti vacanti e disponibili. E sono 30mila per gli insegnanti, 37mila per gli Ata».

E le risorse?

«C’è l’impegno con il Tesoro, il piano presumibilmente potrebbe anche essere realizzato in due anni».

Non deve far temere sorprese il fatto che nel dl si prevede di «stabilizzare in modo organico il personale» a costo zero?

«Si tratta di un’operazione virtuosa sul piano della spesa resa possibile grazie ai sacrifici imposti al mondo della scuola che hanno permesso, oggi, di creare nuove opportunità e una risposta forte al precariato. Non si può vanificare l’azione di contenimento della spesa né dimenticare gli impegni europei o che l’Italia ha un alto debito pubblico. Si deve andare avanti con quanto stabilito dalla Finanziaria del 2008».

C’è un effetto spot elettorale, come dicono Cgil e opposizione?

«La sinistra nega, ancora una volta, l’evidenza. Non può non riconoscere che il governo ha mantenuto il suo impegno. Prova ne è il fatto che alcune organizzazioni sindacali, che non sono state mai tenere con questo governo, hanno lavorato in sinergia con noi per raggiungere un risultato importante, che avevano più volte invocato».

Mentre gli studenti affollano le piazze contro l’apprendistato...

«Ci sono molti timori. Ma l’apprendistato non equivale all’essere sfruttati a buon mercato nel mondo del lavoro, il ministro Sacconi è stato molto attento a prevedere una serie di rigide garanzie di tutela dei ragazzi e perché sia un percorso di formazione. Rappresenta un provvedimento che coordina tutte le misure adottate finora dal governo, compresa la riforma dell’Istruzione, contro la disoccupazione giovanile, contro la dispersione scolastica e per favorire l’ingresso dei più giovani nel mondo del lavoro assolvendo in pieno l’obbligo di istruzione e conseguendo una qualifica professionale».

E al Sud?

«Nel dl sviluppo sono previsti punti molto importanti per il Mezzogiorno. Dalla Banca del Sud al credito d'imposta per ogni lavoratore assunto, pari a circa 300 euro. Sul fronte scuola, poi, l’ultimo rapporto di ”Tutto scuola” registra significativi miglioramenti proprio nel Sud. Gli oltre 310mila professori che hanno seguito iniziative di formazione in servizio per migliorare la qualità dell’insegnamento, il milione e 139 mila studenti coinvolti in iniziative contro la dispersione scolastica, gli oltre 12mila laboratori di cui sono state dotate le scuole: tutto questo, e ancora altro, inizia a dare i suoi frutti».