Scuole senza risorse, genitori sugli scudi

PROTESTA. Inviata una lettera a Berlusconi, Gelmini e Tremonti.
«Contributi volontari più alti ma pochi servizi»

  da L'Arena.it, 2.5.2011

Per gli studenti e le loro famiglie la scuola pubblica non garantisce più servizi sufficienti Verona. Scuole a corto di risorse. e così i genitori hanno preso carta e penna e scritto al presidente del Consiglio dei Ministri Silvio Berlusconi, ai ministri dell'Istruzione, Università e Ricerca Maria Stella Gelmini, dell'Economia e Finanze, Giulio Tremonti, della Pubblica amministrazione e Innovazione Renato Brunetta e, per conoscenza anche ai sindaci e ai Consigli comunali della provincia di Verona, all'Ufficio scolastico territoriale e regionale, alla Regione Veneto, Giunta regionale, assessore all'Istruzione, e ai dirigenti scolastici degli istituti comprensivi di Verona e provincia, firmandosi come «genitori di differente orientamento politico e religioso che hanno scelto di iscrivere i propri figli nelle scuole pubbliche statali».

«Facciamo parte di un Coordinamento provinciale dei genitori degli istituti comprensivi di Verona, nato per la necessità di confrontarci sulle questioni attinenti la vita scolastica, scambiandoci idee, esperienze, buone pratiche e quant'altro possa contribuire a migliorare l'offerta formativa delle nostre scuole», precisano i firmatari. «Confrontando i bilanci dei nostri istituti, abbiamo verificato che negli ultimi anni l'assegnazione finanziaria da parte dello Stato è risultata insufficiente a garantire il funzionamento amministrativo e didattico, la progettualità, le supplenze. Perciò le scuole si vedono costrette a chiedere ai genitori contributi volontari sempre più alti. Abbiamo promosso un'indagine conoscitiva da cui è emerso che il contributo volontario (poche scuole lo definiscono volontario) è stato introdotto in tutte le scuole, con quote che raggiungono i 60 euro (alle superiori anche oltre 200 euro)».
Il servizio di prescuola tende ad essere esternalizzato per insufficienza di personale interno ed è a pagamento per il 59% degli istituti analizzati, con quote che toccano i 120 euro annui per alunno, si precisa nella missiva. Che continua:«Anche per la sorveglianza mensa alla scuola secondaria di primo grado sempre di più si utilizza personale esterno a pagamento, con costo annuo per alunno che raggiunge i 120 euro, a cui va sommato il costo della mensa».

La riduzione del tempo scuola alla Primaria ha diminuito il numero dei rientri pomeridiani, per cui «aumentano per le famiglie i costi delle attività integrative a pagamento (fino a 378 euro annui ad alunno). Del tutto insufficienti sono pure i fondi per le supplenze. Una volta esauriti, le scuole non sanno come garantire il "diritto allo studio", perché per nominare i supplenti devono anticipare soldi di cui non c'è certezza di riscossione dallo Stato». Inoltre si denunciano l'aumento del numero di alunni per classe con gravi ripercussioni sull'efficacia della didattica e talvolta l'inosservanza della normativa sulla sicurezza. Ancora:«Una gran parte dei nostri edifici scolastici non è provvisto di certificazione statica, di agibilità, prevenzione incendi. Molte scuole necessitano di manutenzione straordinaria e ristrutturazioni che i nostri enti locali, a causa della riduzione dei finanziamenti statali e del vincolo al "patto di stabilità", non possono affrontare».