L'IDEA Scegliere la scuola? Ecco la formula
L’economista che ha ideato un algoritmo anti
lista d’attesa per le iscrizioni. Gabriela Jacomella Il Corriere della Sera, 19.5.2011 MILANO—Può una formula matematica risolvere (alcuni dei) problemi che la scuola pubblica deve affrontare giorno dopo giorno — sovraffollamento, fondi distribuiti a casaccio, ghettizzazione degli alunni «difficili » — e che col tempo si sono ormai trasformati da contingenti a strutturali? Caroline Hoxby, economista a Stanford, crede di sì. A Milano per la seconda Bocconi Lecture, si presta volentieri a «tradurre» ai non addetti ai lavori l’algoritmo su cui si basa la sua teoria: i mercati possono risolvere i problemi chiave dell’investimento nell’istruzione. Partendo da una considerazione di base: «Italia e Stati Uniti sono in una situazione simile. Entrambi abbiamo bisogno che le nostre scuole siano di qualità, in entrambi i casi non stiamo raccogliendo buone performance internazionali ». Detto questo, il mercato che c’entra con la scuola pubblica? La Hoxby rilancia con una domanda: «Perché non diciamo alle famiglie "andate a comprarvi l’educazione migliore" allo stesso modo in cui diciamo "andate a comprarvi il cibo migliore"? Per molte ragioni: le famiglie più povere potrebbero non mandare del tutto i bimbi a scuola, chi ha un figlio con gravi disabilità rischierebbe di non potersi permettere un’educazione adatta... Inoltre, che accadrebbe se una scuola fosse pessima, ma in pochi lo sapessero? Il laissez-faire, il mercato che si autogoverna, non funziona in ambito educativo». Ed ecco subentrare il modello proposto dalla Hoxby. L’idea di partenza è molto semplice: «Noi acquistiamo non solo in base a quello che sappiamo, bensì tenendo in considerazione le opinioni che altri hanno espresso sullo stesso prodotto ». E chi detiene informazioni rilevanti, nel momento in cui si tratta di «abbinare» un bambino a una potenziale scuola? Due attori, principalmente: i genitori, la scuola stessa. «L’idea è dunque di utilizzare i mercati per estrarre l’informazione in possesso delle famiglie e quella in possesso delle scuole, e di far sì che sia utilizzata per migliorare il sistema». Come funziona? Presto detto: «Qui in Italia, in teoria è possibile scegliere tra istituti diversi nella propria area, ma di fatto alcuni saranno sovraffollati. Applicando questo sistema, invece, a ogni studente e a ogni scuola viene chiesto di elaborare una graduatoria, l’uno sugli istituti desiderati, l’altra sugli alunni che vorrebbe. L’algoritmo mappa entrambi, dando però la priorità alle "preferenze" degli studenti ». Conclusione: «I ragazzi otterranno sempre la "prima scelta", e gli unici a poterli scalzare saranno gli studenti che in più saranno stati indicati come preferiti dalla scuola stessa». Oltre a risolvere il problema delle liste d’attesa (e degli stratagemmi per aggirarle), il sistema avrebbe anche altri vantaggi. Il primo: «A oggi, nessuno usa i dati esistenti per capire come mai certe scuole siano più richieste di altre. Se la scuola A ha il doppio di aspiranti studenti della B, forse sta facendo qualcosa di giusto che l’altra non fa, e forse dovremmo espandere l’una e ridurre l’altra». Il secondo: «Alcune tipologie di studenti sono più "costose" da educare— chi non parla l’italiano, un ragazzo disabile, ma anche chi viene da una famiglia priva di risorse —; dobbiamo evitare che le scuole li rifiutino. Oggi, il governo distribuisce fondi extra senza sapere se sono usati in maniera corretta. I mercati consentirebbero di determinare qual è la cifra giusta da investire ». Non solo: «Il mercato sarebbe anche in grado di offrire una stima su quanto un governo debba investire, a livello generale, nell’educazione».
Irrealizzabile? Tutt’altro: la città di New York sta già applicando
da tempo un modello simile, «i genitori compilano una scheda con la
graduatoria delle scuole, l’algoritmo viene applicato al database.
In 5 minuti è fatta. Nessun calcolo strategico su scuole di "seconda
scelta" ma meno affollate: il mercato se ne prende cura, e lo
studente otterrà sempre il meglio secondo le sue richieste». In
America, molti presidi sembrano interessati. E in Italia? «Serve una
città che faccia da capofila, le altre seguiranno. Milano, in questo
senso, mi sembrerebbe adatta per iniziare».
CHI È Oggi, 19 maggio 2011, la Hoxby sarà protagonista a Milano della seconda Bocconi Lecture (ore 18, Aula magna di via Gobbi 5). Con lei, il presidente della Bocconi Mario Monti, il rettore Guido Tabellini e, tra gli altri, il presidente di Rcs MediaGroup Piergaetano Marchetti. |