RIFLESSIONI Le dimissioni di Cipollone dall'Invalsi di Roberto Tripodi dall'A.S.SI., 8.5.2011 Le dimissioni di Piero Cipollone dalla presidenza dell’Invalsi, l’istituto nazionale per la valutazione del sistema di istruzione, rappresentano l’ultimo atto di una reazione a catena che ha visto le dimissioni di quasi tutti i direttori generali del MIUR e l’incapacità del Ministro di procedere alle sostituzioni in tempo reale e con persone di alta competenza. Basti citare l’USR della Sicilia, dal 1° novembre senza direttore generale e con gli organici ridotti a un terzo. Piero Cipollone è stato nominato presidente dell’Invalsi il 4 agosto 2008 e in questi due anni ha guidato l’attività dell’Istituto soprattutto nella fase di rilancio della rilevazione degli apprendimenti degli studenti e nell’attuazione della prova scritta nazionale per l’esame di licenza. Cipollone, prima di approdare all’Invalsi, è stato ricercatore del Servizio studi della Banca d’Italia, dove ha svolto anche una attività di rappresentanza presso università estere (Visiting Scholar presso l’Università della California a Berkeley, Dipartimento di Economia). Piero Cipollone lascia la presidenza dell’INVALSI, per andare a occupare uno dei 24 posti di direttore esecutivo alla Banca Mondiale a Washington. Forse ha ritenuto di essere stato mandato allo sbaraglio, senza direttive, dato in pasto ai sindacati, non sostenuto adeguatamente nel tentativo di attivare processi di valutazione nella scuola pubblica. Queste dimissioni spingono a una riflessione: è normale che il ministro impieghi il suo tempo a fare campagna elettorale per il Sindaco di Milano o a stazionare alla Camera dei Deputati per votare le leggi? Qui si fa confusione tra potere esecutivo e potere legislativo: si tratta di grammatica elementare democratica. Al Ministro spetta eseguire le leggi, al Parlamento spetta farle. Un Ministro è il ministro dell’intero Paese, non può fare campagna elettorale per un partito. Il Ministro deve dedicarsi a tempo pieno al suo compito, stare al Ministero e visitare le scuole. Il Ministro deve capire che non è materialmente possibile ridurre ancora il personale ATA, capire perché il 2 maggio sia ancora bloccato l’organico nelle scuole superiori, perché non si sappia nulla dei nuovi indirizzi di studio, perché si metta in soprannumero il personale di ruolo, perché si pensionino d’ufficio gli ispettori ai quali poi si offra un contratto di consulenza. Insomma, cominciamo ad avere l’impressione di essere su una nave senza nocchiero in piena tempesta. Quando i colleghi presidi di Brescia ci comunicarono preoccupati che era stato nominato Ministro il loro ex assessore all’agricoltura che non aveva dato prova di particolari capacità, non gli abbiamo creduto, ma ora ci dobbiamo ricredere.
Roberto Tripodi, robertotripodi@virgilio.it, |