"La scuola è aperta a tutti" (Art. 34 della Costituzione Italiana)

Aule come scatole di sardine,
ma i ragazzi non sono i Puffi
né i nani di Biancaneve...

di Gesualdo La Porta I docenti scapigliati, 22.5.2011

Dopo il DPR 81/2009 [1] che indica le direttive per il numero di allievi per classe, è necessario un grande impegno agonistico per sopravvivere all’interno di un’aula satura come una scatola di sardine.
Una maschera antigas per le scuole medie inferiori e le prime classi della superiore potrebbe salvarvi la vita dal fetore nauseabondo dell’aria compressa tra i banchi. Il vecchio saggio prof. Vigna ci disse: “Due cose puzzano più di ogni altra cosa, il cadavere di un topo di fogna morto accidentalmente tra i cuscini del vostro divano nuovo e le scarpe da tennis di uno studente di scuola media talassofobico...”.
Prendiamo per vere le parole del saggio professore, avendo come testimone il nostro povero naso. Se proprio non resistete all’olezzo, è bene ingerire un antiemetico verso la seconda ora (orientativamente alle 9 del mattino).
Ma la questione non è connessa – ovviamente – alla sola igiene personale. “In Italia è stato stimato che oltre il 50% degli edifici scolastici è stato costruito prima del 1960”, si legge in un importante studio del Ministero dell’Ambiente [2], e la concentrazione di inquinamento cosiddetto indoor è così alta che di fatto è più pulita l’aria in strada che in aula.

Durante il giorno una popolazione eterogenea (insegnanti, personale scolastico, alunni) e gruppi vulnerabili (per esempio soggetti allergici e asmatici) trascorrono molto tempo insieme in spazi più piccoli rispetto a un normale ufficio in termini di densità abitativa per superficie. In Italia, secondo i dati ISTAT (2007-2008), i complessivi 6.212.781 alunni di asili, elementari e medie sono ospitati in 307.074 classi insieme a 50.767 insegnanti. Varie sono le sostanze potenzialmente tossiche e allergizzanti in ambiente scolastico (vedi schede tecniche in allegato), tra queste possiamo elencare alcune fonti indoor come materiali didattici, da costruzione e di arredo, detergenti chimici, nonché muffe e pollini presenti negli spazi esterni dove i bambini giocano e spendono il loro tempo libero. Una inadeguata gestione degli ambienti interni ed esterni alla scuola è di per sé un ulteriore fattore di rischio: per esempio tempi e modalità delle pulizie e dei ricambi d’aria di aule, palestre, servizi igienici, biblioteche, laboratori didattici. Un altro elemento da non sottovalutare è l’interazione indoor-outdoor, ovvero l’influenza dell’inquinamento esterno sull’ambiente confinato. [3]

La qualità dell’aria nelle nostre scuole non dipende solo dalle sostanze che dalle strade piene di automobili e camion entrano nelle aule, ma anche da quelle liberate dai mobili, dalle vernici e dai prodotti che usano i collaboratori scolastici per la pulizia. Inoltre umidità, cattiva ventilazione e caldo fanno aumentare anche altri allergeni come acari, muffe e pollini, oltre a provocare l’aumento della concentrazione di alcuni inquinanti chimici volatili.
Problemi olfattivi e polmonari a parte, la difficoltà più grande consiste nella qualità generale degli edifici scolastici, perlopiù vecchi e pericolanti. È una questione seria, sottovalutata, che implica una riflessione profonda e la necessità di un intervento massiccio e repentino.
Tutti noi abbiamo ancora in mente la recente tragedia di Rivoli, in cui perse la vita un ragazzo di 17 anni [4].
Nonostante i comunicati ottimistici del ministro Gelmini, che il 29 aprile 2010 dichiarava trionfalmente lo sblocco “di 350 milioni di euro a favore del piano straordinario del Miur per la messa in sicurezza degli edifici scolastici” [5], il 5 Ottobre dello stesso anno che “l’80% del patrimonio edilizio scolastico italiano è stato oggetto di sopralluogo”, e il 12 Novembre che “sono stati assegnati all’istituto [il Liceo Darwin di Rivoli, ndr] 100 mila euro per gli interventi più urgenti. Successivamente è stato deciso un finanziamento ad hoc di 3 milioni di euro” [6], non c’è ancora, purtroppo, da stare tranquilli.
Ancora recentemente si registrano incidenti decisamente gravi. A gennaio 2011, nel giro di due giorni, nella Scuola Elementare “Giovanni Verga” di Serradifalco (CL) è crollata a mezzogiorno un’intera ala dell’edificio alto tre piani [7] e nella “Giuseppe Tomasetti” di Roma è ceduta parte del solaio e l’intonaco del soffitto in una classe [8].
La fatiscenza degli edifici scolastici italiani produce, come abbiamo visto seppur brevemente, due rischi gravissimi: l’inquinamento indoor e la possibilità del crollo. La pericolosità della situazione è amplificata dal fatto che nelle classi ci sono ormai troppi alunni.
Alcune classi sono come scatole di sardine in cui i ragazzi – che non sono i Puffi né i nani di Biancaneve – sono praticamente incastrati in spazi ristretti e i docenti hanno al posto della cattedra un piccolo banco. Tutto ciò deriva anche dalle politiche per la scuola degli ultimi anni [9].
Per risparmiare si è aumentato il coefficiente di alunni per aula mentre la normativa esistente in materia di sicurezza e agibilità dei locali scolastici [10] quantificava gli spazi necessari per poter svolgere tranquillamente lezione in 1,80 metri quadri netti per la scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di I grado e 1,96 metri quadri netti per le scuole secondarie di II grado [11]. Addirittura nel D.M. n.218 del 26 agosto 1992 [12], al punto 5 (Affollamento) recita:


Il massimo affollamento ipotizzabile è fissato in:

aule: 26 persone/aula. Qualora le persone effettivamente presenti siano numericamente diverse dal valore desunto dal calcolo effettuato sulla base della densità di affollamento, l’indicazione del numero di persone deve risultare da apposita dichiarazione rilasciata sotto la responsabilità del titolare dell’attività […]

Contro il proliferare di classi pollaio sono state proposte numerose iniziative, dalla raccolta di firme di alcuni docenti modenesi [13] alla class action del Codacons. Noi il 16 Maggio 2010 pubblicammo un breve articolo sul nostro blog e questa fotografia:



La didascalia recitava: “ipotesi di classe prima Liceo Linguistico anno scolastico 2033/34 (modello gelmONTi)...”. Ipotizzare uno scenario del genere non è poi azzardato se consideriamo che sono ormai tantissime le aule sovraffollate oggi in Italia.
A Novi Ligure, nell’anno scolastico 2009/2010, i ragazzi della II B dell’Itis Ciampini si ritrovarono addirittura in 44 [14]. Per l’ex ministro Castelli, intervenuto tempo fa nel programma di Santoro Annozero, tutto questo sembrerebbe assolutamente normale:


Mi è venuta in mano l’altro giorno la fotografia di seconda elementare dove ci siamo io e Formigoni... Sa quanti eravamo? ERAVAMO 44! [15]


Se continuiamo di questo passo nel 2033 ci saranno classi di 200 persone e nel 2050 di 500.
Dovremo allora sperare di avere adolescenti alti 30 centimetri.


Gesualdo La Porta




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[1] DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 20 marzo 2009 , n. 81. Norme per la riorganizzazione della rete scolastica e il razionale ed efficace utilizzo delle risorse umane della scuola, ai sensi dell’articolo 64, comma 4, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133. (GU n. 151 del 2-7-2009)

[2] QUALITÀ DELL’ARIA NELLE SCUOLE: UN DOVERE DI TUTTI, UN DIRITTO DEI BAMBINI. http://www.governo.it/GovernoInforma/Dossier/aria/qualita_aria.pdf, p.13.
[3] Op. Cit., p.13.

[4] Il 22 Novembre 2008 crollò un controsoffitto al liceo «Darwin» di Rivoli, grosso centro in provincia di Torino. Un diciassettenne, Vito Scafidi, perse la vita. A causarne la morte potrebbe essere stato un pesantissimo tubo di ghisa sganciatosi dai cavi di supporto.

[5] Edilizia scolastica, Gelmini: soddisfatta per sblocco 350 milioni. Prosegue impegno Miur per scuole sicure. http://www.istruzione.it/web/ministero/cs290410.

[6] Edilizia scolastica, i risultati del governo. Completata l'anagrafe degli edifici; stanziato 1 miliardo di euro. http://www.istruzione.it/web/ministero/cs121110

[7] La porzione interessata dal crollo era in ristrutturazione. Il cedimento è stato preceduto da alcuni scricchiolii che hanno consentito al personale della ditta edile che stava eseguendo i lavori di ristrutturazione di mettersi in salvo.

[8] Probabile causa: una vecchia infiltrazione d’acqua nell’appartamento del custode che abita al piano superiore.

[9] Art. 64 legge 133 del 6 Agosto 2008.

[10] Decreto Interministeriale del 18 Dicembre del 1975; Decreto del 26 Agosto del 1992 del Ministero dell’ Interno; Decreto legislativo n. 81 del 9 Aprile 2008: testo unico sulla salute e sicurezza sul lavoro.

[11] Spazi per alunno.

[12] Decreto Ministero Interno 26 agosto 1992, Norme di prevenzione incendi per l'edilizia scolastica, Gazzetta Ufficiale del 16 settembre 1992, n. 218.

[13] http://www.politeia.emr.it/petizione_contro_classi_affollate/

[14] Qui il video: http://www.youtube.com/watch?v=DaLS3ZO7CdY&feature= player_detailpage.
[15] Puntata dell’8 gennaio 2010. Qui il video:
http://www.youtube.com/watch?v=KQUKLmfzVX8.