Ricorsi e risarcimenti cancellati
Il governo interviene sulle cause dei precari e
la validità delle graduatorie. di Antimo Di Geronimo ItaliaOggi, 10.5.2011 I ricorsi per la stabilizzazione e la ricostruzione di carriera ai precari saltano per legge. E le graduatorie a esaurimento diventano triennali e senza code. Chi lo vorrà, però, potrà trasferirsi in altra provincia, uscendo dalle graduatorie di attuale inclusione ed entrando a pettine in quelle della nuova provincia.
Sono queste alcune delle novità più importanti contenute nel decreto
legge sullo sviluppo, approvato dal consiglio dei ministri il 5
maggio scorso.
Il dispositivo prevede espressamente che i contratti a tempo
determinato dei docenti e del personale Ata ( amministrativi,
tecnici e ausiliari) non possano essere trasformati in contratti a
tempo indeterminato. Il divieto è stato introdotto tramite una norma
di interpretazione autentica dell'art. comma 14-bis dell'articolo 4,
della legge 3 maggio 1999, n. 124, motivata dal fatto che i
contratti a termine sono «necessari per garantire la costante
erogazione del servizio scolastico ed educativo». Il divieto di
conversione peraltro, è ormai consolidato anche in sede
giurisprudenziale, con la sola eccezione del Tribunale di Siena che
si è pronunciato in senso favorevole alla stabilizzazione. Ma la
sentenza è stata sospesa dalla Corte d'appello di Firenze.
La stessa norma di interpretazione autentica preclude anche la
possibilità della ricostruzione di carriera ai precari, «da
corrispondersi solo dopo l'immissione in ruolo». Questa tesi,
invece, è in rotta di collisione con il prevalente orientamento
della giurisprudenza di merito, incline a ritenere che le differenze
stipendiali tra personale precario e di ruolo ( la ricostruzione di
carriera) debbano essere corrisposte sotto forma di risarcimento.
Alcuni giudici ritengono che il risarcimento serva a rimediare alla
reiterazione ingiusta di contratti a termine, altri, invece, per
pareggiare il conto con i lavoratori di ruolo. Ma per evitare che i
giudici continuino a condannare l'amministrazione, il governo ha
disposto la disapplicazione del decreto legislativo 6 settembre
2001, n. 368. E cioè del provvedimento che, all'articolo 4, vieta la
reiterazione dei contratti a termine oltre il terzo anno. In ciò
determinando la cessazione del presupposto giuridico al quale i
giudici ancoravano le pronunce di condanna nei confronti
dell'amministrazione.
Le graduatorie a esaurimento saranno aggiornate con cadenza
triennale, contro i due anni attuali. In occasione delle tornate di
aggiornamento, compresa quella di quest'anno, gli interessati
potranno scegliere di trasferirsi da una provincia ad un'altra. Ciò
comporterà il depennamento dalle graduatorie di attuale appartenenza
e l'inserimento a pettine nelle graduatorie della nuova provincia
prescelta. L'inserimento a pettine comporterà l'inclusione a pieno
titolo. Dal prossimo anno, dunque, le code saranno definitivamente
cancellate. Le nuove disposizioni non sciolgono, però, il nodo
dell'inserimento a pettine nelle attuali quattro province che è
stato disposto dal commissario ad acta per effetto di alcune
pronunce cautelari emesse dal Tar Lazio. Ciò è dovuto probabilmente
al fatto che il Tar Lazio è in procinto di pronunciarsi nel merito
e, con ogni probabilità, si conformerà all'orientamento delle
Sezioni unite che negano la giurisdizione del Tar in questa materia.
In ciò determinando la decadenza dei provvedimenti già assunti in
sede cautelare, compresi gli inserimenti a pettine disposti dal
commissario ad acta. La riapertura delle graduatorie, con annessa reintegrazione del diritto a trasferirsi a pettine da una provincia all'altra, determinerà, con ogni probabilità, un esodo di massa dei docenti del Sud verso il Nord. Ma chi partirà dovrà rassegnarsi a rimanere. Le graduatorie, infatti, rimarranno bloccate per tre anni e chi sarà assunto a tempo indeterminato dovrà rimanere al Nord per 5 anni, perché il governo ha bloccato anche la mobilità, comprese assegnazioni e utilizzazioni. Non è detto però che le novità sulle graduatorie siano rese note già nel decreto sull'aggiornamento, visto che il dl Sviluppo, al momento, non risulta ancora essere stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale (andrà probabilmente il 12 maggio). Non essendo dunque un testo ancora ufficiale, il dm, se firmato in queste ore, potrebbe ancora prevedere l'indicazione della validità biennale. Salvo successiva integrazione. |