IL CASO

Scuola, il blitz del Pdl
"Affidiamo ai privati il sostegno ai disabili"

Scontro sul disegno di legge: pagheranno le famiglie La proposta: così taglieremo le spese. Insorgono gli insegnanti: servizio già carente

Salvo Intravaia la Repubblica 26.5.2011

«I dirigenti degli istituti scolastici e delle scuole di ogni ordine e grado sono autorizzati - si legge nell´unico articolo che compone il disegno di legge - a definire progetti, con la collaborazione di privati, per il sostegno di alunni con disabilità». I motivi della proposta dei due parlamentari sono illustrati nella relazione che accompagna il testo. «L´inclusione degli alunni con disabilità - spiegano i due senatori - deve ormai collocarsi nella nuova logica dell´autonomia scolastica. In tale ottica, per superare le carenze e le disfunzioni dovute al difficile coordinamento dei diversi servizi di enti locali e Asl, che debbono sostenere gli interventi scolastici, va facendosi strada l´idea che siano le istituzioni scolastiche autonome a dover coordinare l´insieme dei diversi servizi».

Una proposta che il Pd non esita a bollare come "assurda". «Mentre il governo taglia indiscriminatamente gli insegnanti di sostegno - si chiede Francesca Puglisi, responsabile Scuola della segreteria del Partito democratico - si vuole forse appaltare all´esterno il sostegno ai ragazzi con disabilità?». «E dove dovrebbero mai trovare le risorse le scuole, che non hanno più un euro in cassa, per tali collaborazioni? Il sostegno sarà a carico dei familiari o di improbabili sponsor? Nella scuola italiana, uno dei pochi paesi europei che dal 1977 integra anche i disabili nelle classi, gli insegnanti di sostegno vengono reclutati dallo stato, mentre tutti gli altri servizi (assistenza igienico-sanitaria, trasporto disabili, orientamento, assistenza alla comunicazione) sono di pertinenza degli enti locali. Ma spesso, questi ultimi non hanno le risorse per garantire adeguati servizi alle scuole e anche sugli insegnanti di sostegno lo stato cerca di risparmiare. La lamentela dei genitori è sempre la stessa: "poche ore di sostegno in classe" e pochi servizi a scuola. Così, se la scuola si dovesse trovare in difficoltà, secondo i due senatori, potrebbe rivolgendosi ai privati. Un discorso che varrebbe anche per gli assistenti igienico-sanitari, il trasporto scolastico e gli interpreti della lingua dei segni, di cui dovrebbero farsi carico comuni e province. E per quelle figure necessarie all´inclusione degli alunni affetti da disturbi specifici di apprendimento: dislalia, disgrafia e discalculia.

La proposta di legge ammette che le istituzioni non riescono a coprire tutte le esigenze degli alunni portatori di handicap. «Nel rispetto del principio di sussidiarietà e, senza pregiudicare l´obbligo delle istituzioni scolastiche di provvedere d´ufficio per i casi alla loro attenzione», Bevilacqua e Gentile propongono «una disposizione volta a favorire l´inserimento ottimale degli alunni diversamente abili, per migliorare la qualità dell´integrazione degli stessi e di tutti gli allievi con bisogni educativi speciali, favorendo una più "concreta" diffusione della cultura dell´integrazione, tra le componenti che si occupano dei soggetti in formazione». Resta da capire chi pagherà, visto che l´applicazione della norma «non deve comportare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica». E se le scuole, come è già avvenuto per il tempo pieno in una scuola elementare di Milano, presentassero il conto ai genitori?