SCUOLA

Studenti in ansia, si teme
boom bocciature e caro-tasse

Miur minimizza,ma alle superiori tetto assenze 25% si applicherà
Rette università, preoccupa modello inglese chiesto opposizione

 TM news, 26.5.2011

Roma, 26 mag. (TMNews) - Anche quest'anno gli ultimi giorni di lezione saranno contrassegnati dalle contestazioni studentesche, in particolare dalle associazioni che tutelano gli iscritti alle superiori ed universitari: si va dal probabile boom di bocciature nelle scuole secondarie, a seguito della novità dell'applicazione del 'tetto' del 25 per cento di assenze introdotto dal Miur, alla conferma dei debiti formativi, che dovrebbero riguardare non meno del 20-25 per cento di studenti, fino al caro-tasse accademiche, alimentato da una recente interrogazione ai ministri dell'economia e dell'istruzione, sulla necessità di attuare un modello di tassazione universitario più meritocratico ma anche mediamente più oneroso, sullo stile di quello già in vigore in paesi come l'Inghilterra.

Sulle superiori, per rasserenare gli animi è intervenuto il ministro Gelmini, annunciando che in generale non sono previsti aumenti considerevoli delle bocciature legati alle troppe assenze sui banchi: ogni istituto, inoltre, avrà la possibilità di attuare delle deroghe.

Le rassicurazioni non hanno però convinto la Rete degli studenti, secondo cui "la risposta della Gelmini alle nostre denuncie è vaga e non soddisfacente. Se il ministro crede di poterci prendere in giro si sbaglia. E' chiaro che le scuole funzionano secondo l'autonomia scolastica, ma le direttive rispetto alle assenze sono arrivate dal ministero ed è la Gelmini stessa che ha voluto e attuato questo provvedimento che ha l'unico effetto di aumentare in maniera vertiginosa la percentuale già disastrosa dell'abbandono scolastico".

Per dare la possibilità alle scuole di attuare delle eccezioni al tetto del 25 per cento, il Miur ha anche inviato una circolare ai dirigenti scolastici: secondo la Rete, però, "è arrivata ad anno scolastico in corso, a marzo per la precisione, lasciando le scuole e gli studenti nella confusione più totale per più di metà dell'anno scolastico".

Inoltre "la Gelmini - continua l'associazione - si è preoccupata di inserire fra le deroghe per esempio la 'partecipazione alle attività sportive' e non la partecipazione a manifestazioni (contro le riforme Gelmini ndr) che hanno alla base il diritto costituzionale di poter esprimere il proprio pensiero".

Non meno vibranti sono le proteste della Rete della Conoscenza, cui fanno capo Unione degli studenti e Link-Coordinamento universitario, preoccupata per l'interrogazione scritta in Senato ai ministri dell'economia e dell'istruzione di alcuni senatori dell'opposizione (Ichino, Ceccanti, D'Alia, Germontani, Leddi, Ignazio Marino, Morando, Poli Bortone, Nicola Rossi, Rusconi, Rutelli, Tonini, Treu, Valditara), per richiedere che anche in Italia sia applicato il modello di tassazione studentesca adottato in Inghilterra.

"Questo modello - sostiene l'associazione - prevede tasse molto alte, fino a 9.000 sterline, che non tutti possono permettersi. Molti studenti finiscono poi ad indebitarsi per potersi pagare gli studi e ad avere negli anni successivi dei debiti che pesano sul loro futuro e sulle loro prospettive di vita".

Per gli studenti si tratta di una proposta che andrebbe a peggiorare una situazione già difficile, perchè "in Italia - sostiene la Rete della conoscenza - già da anni non vengono rispettati i limiti imposti dalla legge alla contribuzione studentesca, inoltre le tasse universitarie negli ultimi anni sono aumentate in maniera considerevole in molti atenei italiani".

La proposta studentesca è quindi quella di "ripensare il sistema di tassazione studentesca in base a criteri di equità e progressività e che non si possano tagliare i finanziamenti all'università e al diritto allo studio, come ha fatto questo governo negli ultimi cinque anni, diminuendo i servizi, per poi aumentare le tasse agli studenti".

In caso contrario, se la tendenza dovesse essere quella degli ultimi anni, con l'aumento sensibile delle rette e dei costi complessivi per frequantare i corsi accademici, gli studenti si dicono "pronti a tornare in piazza: come abbiamo fatto - concludono Unione studenti e Link - per tutto l'autunno, per impedire che proposte come questa che limitano la possibilità di accesso all'università siano messe in pratica".