Si salvi chi può? di Maurizio Tiriticco ScuolaOggi, 25.7.2011 Il grido d’allarme lanciato dagli insegnanti di latino e greco è più che preoccupante! Sono centinaia i docenti della classe A052 che hanno sottoscritto un documento più che circostanziato con cui si denuncia che il riordino gelminiano del liceo classico non è altro che l’avvio di un vero e proprio disordino, o peggio di una sua morte annunciata. Non entro nel merito e rinvio direttamente al documento apparso su www.scuolaoggi.org. Insomma, neanche il liceo classico, fiore all’occhiello della tradizione gentiliana, e benemerito sotto tanti aspetti, riesce a salvarsi dalla mannaia che sta colpendo l’intero nostro sistema di istruzione. Neanche il fatto che, con l’aggancio alle scelte della Moratti (dlgs 226/05), sembrava che questa amministrazione intendesse sottolineare la profonda differenza che dovrebbe correre tra un’istruzione classica, governata da Indicazioni nazionali e molto povera di competenze terminali (il primato delle conoscenze di sempre!) e un’istruzione tecnica e professionale, di chiara “matrice sinistrorsa” (il governo Prodi, la legge 40/07) e governata, invece, da ben più articolate Linee guida e mirata alla certificazione di concrete competenze.
Insomma, l’assalto alla diligenza è totale e decisivo! E viene anche
da chiedersi: perché tutto questo? Perché scelte così sconsiderate?
E perché siamo caduti in questa perversa spirale per cui solo i
tagli sono l’unica difesa contro una recessione che investe tutto
l’Occidente, recessione della quale non sappiamo neanche in quale
misura noi italiani siamo corresponsabili? Non capisco nulla di
economia ed è meglio che taccia, ma… quando ogni giorno assistiamo
alla girandola delle mazzette, che sembrano essere il motore vero di
un’economia sommersa e fasulla, allora mi indigno! Dov’è una classe
politica lungimirante? Quand’è che saremo tutti sommersi da una
monnezza che continuiamo ad alimentare invece di smaltire? E perché
è la scuola che deve sopportare il peso più grosso di questa
débacle, sempre annunciata e mai scongiurata? Sapevo che i tagli
hanno investito anche l’ordine liceale! Ma le centinaia di
sottoscrittori del documento citato mi hanno convinto che anche la
roccaforte di una certa tradizione, criticabile quanto si voglia, ma
che pur aveva una sua dignità, è stata presa d’assalto dalle
catapulte di questa dissennata amministrazione. Non avremo più
neanche la magra soddisfazione di disporre di liberi pensatori, di
intellettuali doc, che parlano e citano a iosa qualche detto latino.
Così andremo perdendo anche quel sapere “inutile” con tanto di
virgolette, di cui però ci si poteva un pochino fregiare! E penso
anche alla nostra Martha Nussbaum che gira il mondo predicando della
necessità che i saperi tecnici, sempre più dominanti, siano pur
sempre “riscaldati” da un minimo di cultura umanistica! Anche le
torri d’avorio pare che siano destinate a cadere!
Torneremo a quelle abitudini? Non sarebbe del tutto male ma… Non
credo proprio! La marea montante dell’ignoranza e della progressiva
mancanza di senso civico condurrà ad una generalizzazione di una
beata incultura, plastificata da tutte quelle diavolerie che
Linkedin, Facebook, sms offrono a dismisura barattandole come nuova
cultura! In conclusione, la lotta per la difesa e lo sviluppo della Scuola della Costituzione sarebbe perduta in partenza, se mirasse solo alla scuola in quanto tale e ai suoi sciagurati ministri, Giulio e Mariastella. La battaglia per la scuola è in primo luogo la battaglia per una società diversa, per un Paese diverso in cui i valori siano valori e i disvalori disvalori! Giulio e Mariastella sono semplici strumenti di scelte politiche precise che l’attuale classe dirigente coltiva da tempo e realizza giorno dopo giorno. Le mazzette non sono una patologia, sono la fisiologia di questa classe politica, in cui trasversalmente colludono personaggi di destra e di sinistra, allegramente, tanto il Titanic non affonda! Resiste agli iceberg! Ma è il Titanic Paese che a noi tutti interessa! La parola d’ordine non è allora il Si salvi chi può, ma adoperiamoci per un fronte comune che investa tutti i precari di questa società… insegnanti, studenti, operai… un nuovo 68? No! Un altro! |