Con la pubblicazione della Gae
nella provincia di Catania
il giallo della “R” si svela
con tutto il suo raccapriccio

 da AetnaNet 25.7.2011

Il giallo della “R”, che sta appunto per “Riserva”, ha dato i suoi frutti velenosi e per motivo sempre della inefficiente inefficacia del Miur che non riesce a dare indicazioni univoche e sicure ai vari ex provveditorati della Nazione. Accade allora che alcuni Csa di fronte alla richiesta, nel biennio scorso e all’atto della formulazione delle GaE, abbiano inserito docenti abilitati (a cui mancava la prescritta iscrizione ai corsi abilitanti nell’anno accademico 2007/08) con accanto la “R” della riserva, nella prospettiva che magari quest’anno, con la pubblicazione delle nuove graduatorie, il Miur avesse chiarito cosa fare della loro posizione e della loro richiesta. E invece non è successo nulla cosicché coloro che hanno avuto la “grazia” di ottenere la “R” nelle precedenti graduatorie e presso alcuni Csa oggi si trovano nelle GaE e coloro invece che non l’hanno ottenuta presso altri Csa si vedono esclusi.

Un caos incolmabile dentro cui vorticano questi insegnanti, sballottati dalla incuria del ministero e che li costringerà a rivolgersi alla magistratura o a inoltrare ricorsi per riportare ordine nel disordine, incrementando persino dissapori fra colleghi mentre il colpevole vero e tangibile è il CapoInTesta.

Per essere più chiari, al Csa di Catania, all’atto della pubblicazione delle graduatorie a esaurimento, si è visto con chiarezza lampante questa assurda discriminazione per cui molti di coloro che ottennero la “R” fuori da questa provincia, e quindi presso Csa più benevoli, oggi si trovano inseriti nelle Gae provinciale e senza addirittura la fatidica “R”, mentre chi presentò domanda all’epoca a Catania, con richiesta di “Riserva” e che fu rifiutata dai funzionari catanesi, oggi può solo ambire alla seconda fascia di istituto.

Chiamarla vergogna forse è troppo poco, di sicuro è una palese violazione di ogni principio di merito e di equità legale e giuridica e di cui qualcuno dovrebbe rispondere. E non già per chi ha cercato di inserirsi, che ha fatto solo quanto era opportuno fare, ma per i funzionari dei Csa che vanno ognuno secondo una propria logica ma che poi inesorabilmente si abbatte contro altri.

Di sicuro dunque partiranno ricorsi e vortici di avvocati continueranno ad arricchirsi con buona pace della signora ministro che vorrebbe magari pontificare di regole e di merito, mentre più giù nella periferia le lotte fratricide per i punti proiettano le loro ombre sui muri della disperazione.


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