Manovra, Gelmini: nessun allarme scuola
non ci sono tagli né declassamenti prof

Il ministro: 15 milioni per l'Invalsi. Piano accorpamenti, timori soppressione 3mila posti da preside e 1000 da vicepreside

di Alessandra Migliozzi Il Messaggero, 5.7.2011

ROMA - Cercare una «via italiana alla valutazione» della scuola e degli insegnanti senza «scimmiottare gli altri paesi». È l'obiettivo del ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini. Intervenendo alla Camera dei deputati, Gelmini ha spiegato che nella manovra finanziaria di cui si discute in questi giorni c'è un capitolo dedicato proprio a questo tema.

In pratica il governo dà il via libera alla creazione di un sistema italiano per valutare scuole e docenti basato su tre gambe: un istituto di valutazione (l'Invalsi), uno per la formazione dei docenti (l'Indire), a cui sarà affiancato il corpo degli ispettori. Con questo scopo all'Invalsi saranno destinati «15 milioni di euro in più. Nella manovra - ha spiegato Gelmini - c'è una norma che consolida il sistema di valutazione composto dall'agenzia Indire, che si occupa della formazione degli insegnanti, dall'Invalsi, che somministra i test per la valutazione, e dal corpo degli ispettori, che serviranno per fare in modo che ci sia dall'alto un minimo di controllo e di vigilanza su come funzionano le scuole italiane». La valutazione dovrà servire non per punire ma per migliorare il sistema, ha assicurato Gelmini.

Solo «attraverso un'analisi impietosa, oggettiva, dei punti di forza ma anche delle debolezze della scuola italiana potremo intervenire per migliorare la qualità nel suo complesso - ha aggiunto -. D'altra parte non ha più senso la diatriba tra chi è favorevole alla valutazione e chi no. Dal basso sta nascendo la consapevolezza che la valutazione è un elemento indispensabile per migliorare la qualità».

La manovra prevede che sia l'Invalsi che l'Indire possano procedere ad un piano straordinario di reclutamento. Via libera, dunque, al ripopolamento dei due enti, dove molti dei dipendenti sono precari e chiedevano da tempo la stabilizzazione. Solo all'Invalsi sono in scadenza 46 tempi determinati e 10 collaboratori. Una situazione difficile a cui i lavoratori hanno chiesto di far fronte in fretta soprattutto se si vuole «davvero puntare sulla valutazione».

Quanto agli altri contenuti del decreto, il ministro ha risposto alle polemiche di questi giorni spiegando che «non c'è nessun declassamento dei prof né alcun taglio agli organici». Ma la manovra prevede che i docenti con problemi di salute possano essere trasformati in collaboratori scolastici, gli ex bidelli. Oppure che possano essere trasferiti in un altro comparto della pubblica amministrazione. Una prospettiva vissuta dalla categoria come un declassamento. Inoltre è allarme per l'accorpamento di scuole dell'infanzia, scuole elementari e medie in istituti comprensivi: si teme la soppressione di 3mila posti da preside. Misura che si somma alla scomparsa dei presidi nelle piccole istituzioni scolastiche che potranno avere solo reggenti (dirigenti supplenti). Con la manovra saltano anche 1000 vice presidi. Il futuro della dirigenza scolastica, insomma, si complica.