Il miglioramento della capacità
di lettura negli Stati membri Ue

di L.L. La Tecnica della Scuola, 27.7.2011

Nel corso dell’ultimo decennio è stata più volte riconosciuta l'importanza dell’insegnamento della lettura ma, nonostante gli obiettivi fissati nel maggio del 2003 dal Consiglio d’Europa, i livelli di capacità di lettura non hanno mostrato segni di miglioramento significativi.
I progetti per il prossimo decennio.

Per quanto riguarda il prossimo decennio, nel maggio 2009 il Consiglio ha concordato un nuovo quadro strategico per la Cooperazione europea nel settore dell'istruzione e della formazione che si estende fino al 2020. Include nuovi obiettivi in lettura, matematica e scienze, prevedendo che la percentuale di giovani scarsamente preparati dovrà essere ridotta dal 20% a meno del 15% entro il 2020. Questa sarà una grande sfida per i sistemi educativi europei.

“I giovani che lasciano la scuola incapaci di comprendere correttamente i testi scritti, anche di base, non sono solo a grande rischio di esclusione dal mercato del lavoro, ma sono effettivamente esclusi da ulteriori forme di apprendimento”. Così ha dichiarato Androulla Vassiliou, commissaria dell’istruzione, la cultura, il multilinguismo e la gioventù, nell’introduzione al nuovo rapporto Eurydice intitolato “Teaching Reading in Europe: Contexts, Policies and Practices”.

I temi chiave sui quali si concentra lo studio Eurydice sono quattro: gli approcci di insegnamento, come contrastare le difficoltà di lettura, la formazione degli insegnanti e la promozione della lettura al di fuori della scuola.

Dallo studio emerge che ben un quindicenne su cinque e molti adulti in Europa non sanno leggere bene (figura_1)

E se la maggior parte dei 31 paesi analizzati ha fatto progressi nello sviluppo di politiche per migliorare le competenze di lettura, tuttavia si riscontra la tendenza generalizzata a non concentrarsi sui gruppi maggiormente a rischio. La promozione della lettura dovrebbe, infatti, non essere indirizzata esclusivamente a un pubblico generico, ma rivolgersi ai gruppi di persone che più verosimilmente sperimentano difficoltà nella lettura, come i maschi, i giovani provenienti da ambienti socialmente ed economicamente svantaggiati o di lingua materna diversa dalla lingua dell’istruzione. E, inoltre, non dovrebbe basarsi solo sugli strumenti “tradizionali”, perché la motivazione a leggere può passare anche attraverso altri materiali di lettura, come riviste e giornali, anche multimediali.

Infine, un altro aspetto da non sottovalutare, è l’importanza di personale qualificato in grado di supportare insegnanti e alunni. Sotto questo aspetto, siamo ancora molto indietro: infatti, solo otto sono i Paesi (Danimarca, Finlandia, Islanda, Irlanda, Malta, Norvegia, Svezia e Regno Unito) che dispongono, nelle scuole, di specialisti nella lettura, così come sono pochi gli insegnanti che hanno l’opportunità di specializzarsi in questo ambito (figura_2).