Ridimensionamento delle istituzioni scolastiche da Tuttoscuola, 5.7.2011 Ci sono nella manovra di stabilizzazione finanziaria almeno due passaggi problematici che chiamano in causa il sistema Regioni e che potrebbero comportare tempi non brevi e procedure non semplici. Il primo problema riguarda la generalizzazione degli istituti comprensivi nel 1° ciclo. "Per garantire un processo di continuitā didattica nell’ambito dello stesso ciclo di istruzione - dice l'art. 19 del decreto - a decorrere dall’anno scolastico 2011 – 2012 la scuola dell’infanzia, la scuola primaria e la scuola secondaria di primo grado sono aggregate in istituti comprensivi, con la conseguente soppressione delle istituzioni scolastiche autonome costituite separatamente da direzioni didattiche e scuole secondarie di I grado". Una ristrutturazione del genere non si fa in poco tempo (si parla addirittura dal 2011-12) e chiama in causa direttamente le Regioni e i Comuni che hanno competenza in materia. Impensabile che si possa decidere tutto in due o tre mesi. L'altro questione, contestuale alla prima (gli istituti compresivi per acquisire l’autonomia devono essere costituiti con almeno 1.000 alunni, ridotti a 500 per le istituzioni site nelle piccole isole, nei comuni montani, nelle aree geografiche caratterizzate da specificitā linguistiche) e che, come la precedente, chiama direttamente in causa Regioni, Comuni e anche Province, č quella che prevede l'innalzamento del parametro di dimensionamento (calcolato sul numero degli alunni iscritti) che dovrebbe passare dagli attuali 500-900 ad almeno mille. Anche in questo caso il ridimensionamento non si fa a tavolino e richiede partecipazione, condivisione e accordi istituzionali sul territorio. L'esperienza di tre anni fa, ai tempi del cosiddetto commissario ad acta nei confronti delle Regioni inadempienti dovrebbe avere insegnato qualcosa. O no? C'č poi l'aspetto finanziario, piuttosto controverso, derivante dalle due disposizioni. Nel caso dell'innalzamento del parametro alunni, non vi č dubbio che esso comporterā l'accorpamento e la soppressione (tutta da quantificare) di diverse istituzioni scolastiche, con minore spesa per decremento di organico di dirigenti scolastici, Dsga e applicati di segreteria. Nel caso invece di trasformazione delle direzioni didattiche e degli istituti principali di scuola media in istituti comprensivi (difficile prevedere se alla fine il numero complessivo sarā cambiato), la loro trasformazione comporterā l'aumento di una unitā di personale amministrativo per ogni nuovo istituto comprensivo. E' davvero il caso di insistere? |