Il disabile chiuso a chiave a scuola Un insegnante segnala che in un istituto di Bari a un ragazzo svantaggiato si insegnava in un’aula come una prigione da Giornalettismo.com, 4.7.2011 La storia si ritrova in un trafiletto di Repubblica: Costretta a insegnare a un disabile in un’aula chiusa a chiave. È la storia denunciata da una insegnante di sostegno in un istituto tecnico commerciale di Bari. Alla fine dell’anno scolastico, l’insegnante ha chiesto al provveditore agli studi, Giovanni Lacoppola, che le fosse riconosciuto il punteggio doppio, così come previsto dalla legge per chi opera nelle carceri. Soltanto allora il provveditore ha scoperto che, per disposizione della preside dell’istituto, per tutto l’anno scolastico la docente ha insegnato chiusa a chiave in un’aula con uno studente autistico. L’insegnante ha raccontato che il provvedimento è stato adottato per evitare che lo studente si allontanasse e di averlo spesso dovuto accudire e pulire perché soffre anche di incontinenza.
In più la docente avrebbe lavorato anche in orario extracurriculare, accompagnandolo in un centro commerciale e ai giardini pubblici. Al provveditore l’insegnante ha detto di non aver voluto dire nulla fino a quel momento per il timore di perdere l’assegnazione del posto, essendo una lavoratrice precaria. «È una vicenda incredibile — ha commentato il provveditore Lacoppola — è inconcepibile che uno studente disabile venga trattato in questo modo. Invierò una lettera alla preside chiedendole una relazione sul caso, pronto a segnalare la vicenda alla magistratura. Si potrebbero ipotizzare reati penali, sequestro di persona o sottrazione di incapace. A quel punto spetterebbe alla Procura valutare il caso».
La notizia è pubblicata dal Corriere del Mezzogiorno nell’edizione di Bari. Sarebbe stata la preside dell’istituto a imporre all’insegnante le particolari condizioni di espletamento del servizio. Alla docente sarebbe stato imposto di chiudere a chiave l’aula per evitare che lo studente uscisse, e quest’ultimo sarebbe rimasto chiuso a chiave nell’aula ogni volta che l’insegnante di sostegno si allontanava. In base a un accordo con i genitori, l’insegnante ha dovuto anche trascorrere del tempo con il ragazzo in orario extracurriculare, accompagnandolo in un centro commerciale e ai giardini pubblici. «È una vicenda che ha dell’incredibile – ha dichiarato Lacoppola al Corriere del Mezzogiorno – non è concepibile trattare un disabile in questa maniera». |