La povertà è ancora l’anticamera di A.G. La Tecnica della Scuola, 18.7.2011 La conferma da un rapporto nazionale Istat: evidente l’associazione tra basso reddito con modesti livelli d’istruzione e professionali. Un esempio: per chi ha solo la licenza elementare l`incidenza di povertà è del 17,2%, contro il 5,6% dei diplomati. Povertà e scarsa istruzione: il binomio non sembra volersi spezzare. A dircelo è l’Istat, attraverso il “Rapporto sulla povertà in Italia nel 2010”. Come se il tempo passasse invano, l’istituto di ricerca ha rilevato che la povertà continua a essere maggiormente diffusa nel Mezzogiorno tra le famiglie più numerose, in particolare con tre o più figli soprattutto se minorenni: al Sud l'incidenza di povertà relativa cresce dal 36,7% del 2009 al 47,3% del 2010 tra le famiglie con tre o più figli minori, pari a circa una famiglia su due. Ed è in questo contesto, di disagio profondo, che il basso livello d’istruzione e l’abbandono scolastico continuo ad imperversare. Che molto spesso ha come conseguenza un modesto impiego lavorativo e carriere professionali. "Si conferma – ha scritto l’Istat - la forte associazione tra povertà, bassi livelli di istruzione, bassi profili professionali ed esclusione dal mercato del lavoro". Un dato più di tutti è significativo: in assoluto, quando il cittadino italiano è al massimo in possesso della licenza elementare l`incidenza di povertà è pari al 17,2% (contro il 5,6% osservato tra i diplomati e oltre) e sale al 26,7% se è alla ricerca di occupazione. Al Sud la più ampia diffusione della povertà continua ad associarsi una maggiore gravità del fenomeno: l`intensità è pari al 21,5% e la spesa media mensile equivalente delle famiglie povere è uguale a 779,06 euro mensili. Nel Nord e nel Centro i valori sono più alti - 809,85 e 793,06 euro rispettivamente - nonostante l`aumento dell`intensità osservato tra il 2009 e il 2010 (dal 17,5% al 18,4% nel Nord e dal 17,4% al 20,1% nel Centro). E sono Lombardia ed Emilia Romagna le Regioni con i valori più bassi dell`incidenza di povertà, pari rispettivamente al 4% e al 4,5%. Si collocano su valori dell`incidenza di povertà inferiori al 6% l`Umbria, il Piemonte, il Veneto, la Toscana, il Friuli Venezia Giulia e la provincia di Trento. Ad eccezione di Abruzzo e Molise, dove il valore dell`incidenza di povertà non è statisticamente diverso dalla media nazionale, in tutte le altre regioni del Mezzogiorno la povertà è più diffusa rispetto al resto del paese. Le situazioni più gravi si osservano tra le famiglie residenti in Calabria (26,0%), Sicilia (27,0%) e Basilicata (28,3%). Tutte Regioni dove il numero di studenti che lasciano la scuola prematuramente rimane alto. |