I cattolici e la scuola/1.
SOS paritarie

da TuttoscuolaNews, n. 497 4.7.2011

Il Consiglio Nazionale dell’AGeSC (Associazione Genitori Scuole Cattoliche), riunitosi a Milano la scorsa settimana ha nuovamente denunciato la grave situazione in cui si trovano le scuole paritarie e le famiglie che le scelgono.

Il quadro dipinto dall’Agesc è drammatico: “A causa degli indebitamenti a cui devono ricorrere per la mancanza dei fondi previsti, molte scuole non statali rischiano di dover chiudere il proprio servizio pubblico scolastico” già dal prossimo mese di settembre, e “migliaia di insegnanti e lavoratori rischiano di trovarsi senza lavoro”.

Secondo l’associazione “Le risorse reali finora garantite dal governo corrispondono solo al 47% di quelle erogate nello scorso anno e siccome i piani economici per i prossimi due anni indicano ulteriori tagli sempre intorno al 50% di quanto erogato in questi anni, molti istituti paritari stanno seriamente pensando all’eventualità di chiudere prossimamente le proprie attività per non accumulare deficit insostenibili mentre gli istituti che decideranno di continuare saranno costretti a chiedere ai genitori rette più alte”.

Sarà così ancora più difficile entrare nella scuola paritaria per le famiglie che la sceglierebbero (800.000 secondo la stima dell’Agesc) se la parità fosse attuata anche sul piano economico.

Dopo aver auspicato che almeno le recenti assicurazioni date dal Governo in merito al recupero di 245 milioni di euro per le scuole paritarie (bilancio 2011) trovino presto riscontro nei fatti, e dopo aver chiesto con forza maggiori garanzie per il futuro, l’Agesc sottolinea polemicamente: nel caso che non venissero recuperati i 245 milioni di euro mancanti le scuole paritarie chiuderebbero ma il ministero, che risparmierebbe così lo 0,6% del suo bilancio, dovrebbe accollarsi una maggiore spesa del 5% per garantire il servizio oggi offerto dalle paritarie. Ma “l’attuazione della parità e della libertà di educazione fa parte delle promesse elettorali dell’attuale maggioranza”, prosegue la nota dell’associazione, “a quando la loro realizzazione?”