La Nostra é una società malata
e il mondo della scuola non fa eccezione.

di Lucio Ficara, 9.6.2011.

Da una approfondita e seria indagine conoscitiva fatta dal CENSIS, emerge uno spaccato di una società italiana narcisistica e aggressiva, dove il compromesso e l'accordo sottobanco sono considerati leciti. Oggi il “machiavellico” fine che giustifica il mezzo, l'astioso occhio per occhio e dente per dente  sono le comuni direttrici comportamentali di ogni individuo  . La crisi è evidente. L'indagine antropologica serve a comprendere "il disagio che sta vivendo la società italiana".

L'individuo vuole spasmodicamente apparire, emergere con tutte le sue forze ad ogni costo, tradendo anche tutti quei valori sani che contraddistinguono una buona società da una società malata e agonizzante.

La scuola italiana degli ultimi 10 anni, per intenderci la scuola dell'autonomia, ha dato spazio emergente a questo tipo di individui, narcisisti allo sbaraglio, spacconi e falsi intellettuali, i vari Pirgopolinice di turno. La scuola sarebbe la sorgente pubblica di altissimi valori educativi, pedagogici culturali ed epistemologici del discorso. Purtroppo la scuola di oggi è fortemente inquinata, come tutta la nostra società, dal virus del potere che tenta di annullare i riferimenti valoriali e le idealità comuni.Il problema reale è che il sistema scuola così come è strutturato ha prodotto, in buona parte, una classe Dirigente inetta , promuovendo non i meritevoli, i competenti ma piuttosto gli emergenti Pirgopolinice figli di un' ”italietta”che guarda agli interessi personali anziché al bene collettivo.

Il discorso non va generalizzato in assoluto, ma certamente ha una certa rilevanza reale, che sarebbe sbagliato sottovalutare.

Ripeterò ancora e non mi stancherò mai di farlo che “l'autonomia scolastica pretende un reclutamento dei dirigenti e del team dirigenziale, di alto livello sia dal punto di vista etico-morale, che da quello delle competenze tecniche.

Oggi invece si reclutano i dirigenti con concorsi anche molto chiacchierati, come quello del 2004 in Sicilia, concorso che ha messo in luce non solamente una squallida realtà locale, ma io penso, un intero sistema, tutto  italiano, volto, con ogni mezzo, a  raggiungere la posizione dell'esercizio del potere. Questo è lo spaccato che è emerso dall'indagine del CENSIS (06/06/2011), ed è triste rassegnarci ad un'ineluttabile declino, quando invece è possibile ricostruire un'Italia migliore basandoci su valori democratici, etico-morali e di assoluta competenza oggettiva.

Bisognerebbe avere il coraggio politico, di fermare la generazione di una futura classe dirigente di raccomandati, viziati ed incompetenti, che hanno un costo altissimo per le malmesse casse dello Stato.