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Scuola

Centri risorse e sperimentazione:
le nuove proposte per l'integrazione a scuola

Ecco i punti chiave secondo l'associazione Treellle, Caritas Italiana e Fondazione Giovanni Agnelli durante la presentazione del rapporto "Gli alunni con disabilità nella scuola italiana: bilancio e proposte"

da Superabile, 14.6.2011

ROMA - Attivare sul territorio italiano dei nuovi Centri risorse per l'integrazione (Cri), evoluzione della figura degli insegnanti curricolari e di sostegno, un monitoraggio attento ed infine una sperimentazione su piccola scala di un nuovo modello per l'integrazione scolastica per gli alunni con disabilità. Sono queste le proposte lanciate questa mattina a Roma dall'associazione Treellle, Caritas Italiana e Fondazione Giovanni Agnelli durante la presentazione del rapporto "Gli alunni con disabilità nella scuola italiana: bilancio e proposte". Lo studio, infatti, oltre a tracciare il quadro della situazione attuale lancia anche una proposta di riforma che risorse aggiuntive, ma punta invece ad una riforma dell'attuale impostazione dei percorsi di integrazione. "Sul piano delle risorse finanziarie la nostra scelta è netta e chiara - ha precisato Attilio Oliva, presidente di Treelle -. Mantenere l'attuale livello di risorse con nuove modalità di utilizzazione, cioè risorse umane, tecnologie, enti extrascolastici e altro. Guai a ridurre gli investimenti in questo settore scolastico".

Per Oliva, il primo passo verso questa riforma è "abbandonare le rigide procedure che riducono l'integrazione a una meccanicistica attribuzione di insegnante o ore di sostegno, per garantire invece, la piena corresponsabilizzazione di tutti i docenti, la valorizzare l'autonomia delle scuole e rendere possibile un'efficace collaborazione tra scuola, famiglia, servizi sociali e sanitari e comunità locale". Un piano articolato, dunque, che le tre realtà curatrici del rapporto hanno sintetizzato in sei proposte. La prima è quella dell'attivazione a livello territoriale di nuovi Centri risorse per l'integrazione (Cri). "Una nuova struttura a livello provinciale o subprovinciale dotata di personalità giuridica e autonomia amministrativa - ha spiegato Oliva -. Idea già praticata da paesi come la Francia".

Un Centro diretto da un dirigente e con insegnanti e personale di alta specializzazione col compito di esaminare i progetti presentati dalle scuole e assegnare le risorse per l'integrazione. "Svolgerà anche un servizio di sportello unico per gli alunni con disabilità e attiverà politiche premiali nei confronti delle scuole più efficienti". Il secondo punto, è l'evoluzione della figura degli insegnanti curriculari e di sostegno. "In linea con gran parte dei paesi europei - ha aggiunto Oliva -, attraverso la preparazione di base in pedagogia e didattica speciale nella formazione di tutti gli insegnanti e per tutti i gradi scolastici". Una riforma che richiede però, "un passaggio graduale degli insegnanti di sostegno all'organico normale delle scuole e la contemporanea creazione di un congruo numero di insegnanti e personale ad alta specializzazione". Le proposte prevedono anche l'abolizione degli effetti scolastici della certificazione e nuove modalità di attivazione delle risorse umane e finanziarie. Si passa, quindi, da "un approccio medico a pedagogico, con una certificazione Asl che mantiene la sua efficacia per le provvidenze, ma non per i suoi effetti scolastici. La lettura dei bisogni di integrazione e gli interventi verranno progettati dal Cri, non più dalle Asl".

La proposta di Treellle, Caritas Italiana e Fondazione Giovanni Agnelli prevede anche l'istituzione di forme di valutazione della qualità dell'integrazione, come la valutazione la qualità dei percorsi, la definizione elementi minimi e prevedere un monitoraggio sul lavoro delle scuole. "Un monitoraggio a livello nazionale - ha spiegato Oliva - effettuato con una direzione strategica delineata da un comitato interministeriale (Miur, Sanità e Welfare), mentre il Miur dovrebbe dotarsi di una nuova alta direzione ad hoc e istituire un sistema integrato di fonti informative sui Bisogni educativi speciali, oggi quasi inesistente". Una proposta articolata che richiede però una prova sul territorio. "Alla luce della natura fortemente innovativa della proposta fatta oggi - ha concluso Oliva - e alla luce del fatto che vi sarà una fase di transizione tutta da elaborare, occorre però una sperimentazione su piccola scala per vedere in concreto cosa succede".