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			Ricci (Invalsi): vi dico  intervista a Roberto Ricci il Sussidiario 17.6.2011 Il 20 giugno, a conclusione dell’esame di stato del primo ciclo, l’esame “di terza media” per i non addetti ai lavori, attende gli studenti la prova scritta nazionale Invalsi. La prova è standardizzata a livello nazionale ed è pensata per accertare in modo mirato il grado di preparazione dei giovani in italiano e matematica. «Non è finalizzata - spiega Roberto Ricci, responsabile del SNV dell’Invalsi - semplicemente alla misurazione dei livelli di conoscenze, abilità e competenze prossimi alla cosiddetta soglia di sufficienza, ma alla misurazione di un’ampia scala di abilità, in grado di mettere in luce i livelli di apprendimento raggiunti sia negli aspetti più elementari, ma anche quelli più complessi». 
			In questa intervista a ilsussidiario.net, Ricci presenta la prova di 
			quest’anno: novità, impianto generale, tempi e modalità di 
			correzione. Senza tralasciare alcuni temi del dibattito, per non 
			dire del fuoco di fila incrociato che ha interessato i test Invalsi 
			in quest’ultimo periodo. Fortunatamente però i numeri - spiega Ricci 
			-, a parte alcune componenti minoritarie e platealmente ostili del 
			corpo docente, dimostrano che oggi valutare su scala nazionale non è 
			più un tabù.  
			Il dialogo continuo con il mondo della scuola e con quello della 
			ricerca caratterizzano l’azione costante di ascolto che l’Invalsi 
			cerca di realizzare quotidianamente. Proprio grazie a questo 
			dialogo, la Prova nazionale di quest’anno vede alcune novità. La 
			prima, forse quella più rilevante, è l’estensione della durata di 
			entrambe le parti della prova, sia italiano sia matematica, di 15 
			minuti. In questo modo l’allievo ha a propria disposizione 75 minuti 
			per ciascuna prova.  
			L’impianto della prova, sia per la sua struttura sia per la sua 
			difficoltà complessiva, rimane sostanzialmente invariato rispetto 
			all’anno passato. Tuttavia, si è ritenuto opportuno recepire le 
			istanze di molti docenti che ritengono che tempi più distesi 
			favoriscano gli allievi a dare il meglio di loro stessi. Proprio in 
			questa prospettiva, che sta particolarmente a cuore all’Invalsi, si 
			è deciso di allungare leggermente i tempi nella misura anzidetta. 
			Sempre nel quadro del dialogo costruttivo con le scuole, quest’anno 
			è stata introdotta un’altra novità, anch’essa fortemente richiesta 
			dalle scuole medesime, ossia l’inversione dell’ordine di svolgimento 
			delle due parti della Prova nazionale: si svolgerà prima la parte di 
			matematica e poi quella di italiano. 
			Molti docenti hanno segnalato all’Invalsi l’opportunità di svolgere 
			prima la parte di matematica e poi quella di italiano: una richiesta 
			ragionevole e fondata. In questi mesi, in qualità di responsabile 
			del Servizio Nazionale di Valutazione, ho incontrato oltre 8mila 
			docenti un po’ in tutta Italia e molto spesso la richiesta di far 
			precedere matematica a italiano è stata posta da diversi insegnanti. 
			Ci è sembrato opportuno, in un’ottica di collaborazione e di 
			verifica sul campo, fornire una risposta positiva a una richiesta 
			formulata più volte e in diverse sedi. 
			In entrambe le sua parti, è finalizzata alla misurazione di 
			conoscenze, abilità e competenze, così come esse sono definite nei 
			quadri di riferimento per la valutazione in accordo con la normativa 
			attualmente vigente. La Prova nazionale, come le altre prove SNV, 
			non è finalizzata semplicemente alla misurazione dei livelli di 
			conoscenze, abilità e competenze prossimi alla cosiddetta soglia di 
			sufficienza, ma alla misurazione di un’ampia scala di abilità, in 
			grado di mettere in luce i livelli di apprendimento raggiunti sia 
			negli aspetti più elementari, ma anche quelli di complessità 
			elevata, in grado di descrivere le eccellenze. Ciò, naturalmente, 
			non significa che mediante una prova standardizzata, come lo è la 
			Prova nazionale, si possano misurare tutti gli aspetti relativi agli 
			apprendimenti raggiunti dai ragazzi che stanno sostenendo l’esame di 
			licenza in questi giorni. Infatti, ci sono anche altre prove e c’è 
			un colloquio, oltre, naturalmente, a una valutazione sul percorso, 
			di norma triennale, seguito da ciascun allievo. 
			L’impianto della Prova nazionale è rimasto sostanzialmente invariato 
			rispetto all’anno passato, con l’introduzione di testi ricchi e 
			densamente informativi, di nuove domande di grammatica e matematica, 
			puntando, nel limite del possibile, ad ampliare lo spazio riservato 
			alle domande aperte e, in particolare, a quelle che richiedono 
			all’allievo di esplicitare i ragionamenti e i passaggi seguiti per 
			giungere alla soluzione proposta dallo studente stesso. 
			I risultati del campione saranno illustrati in un rapporto che 
			uscirà, come negli altri anni, durante i primi dieci giorni di 
			agosto 2011, mentre i dati alle singole scuole, articolati per 
			classi, per domande e per altre chiavi di disaggregazione saranno 
			resi disponibili entro la fine di ottobre 2011. 
			No, non ci sono particolari novità rispetto all’anno passato. La 
			correzione avverrà sulla base di griglie rese disponibili 
			dall’Invalsi sul proprio sito il giorno stesso della Prova 
			nazionale, a partire dalle ore 12.00. Così come era già avvenuto 
			l’anno scolastico passato, anche quest’anno l’Invalsi metterà a 
			disposizione delle scuole, a partire dalle ore 12.00 di lunedì 20 
			giugno, le griglie elettroniche per la correzione. Tali file 
			consentiranno ai docenti, se lo desiderano, di calcolare in modo 
			automatico e agevole il punteggio complessivo della prova e, di 
			conseguenza, anche il voto complessivo della Prova nazionale. 
			In linea di continuità con le edizioni passate, le risposte delle 
			classi campione, sorteggiate dall’Invalsi per ottenere un campione 
			rappresentativo a livello regionale, dovranno essere inserite in 
			un’apposita maschera elettronica (da inviare nuovamente all’Invalsi 
			entro le ore 19.00 del 21 giugno) e trasmesse via web all’Invalsi. 
			Come ogni anno, l’Invalsi intende migliorare l’informazione resa in 
			primo luogo alle scuole, affinché esse ne possano trarre spunti di 
			riflessione, in grado di contribuire in una qualche misura a 
			orientare le scelte didattico-metodologiche. Oltre ai consueti 
			rapporti, l’Invalsi intende pubblicare degli approfondimenti 
			tematici e dei video informativi in grado di migliorare 
			l’accessibilità delle analisi proposte dall’istituto. 
			Il punto sottolineato da Piero Cipollone è molto importante e 
			costituisce una priorità per l’istituto. Pur nei limiti strutturali 
			che vincolano le possibilità operative dell’istituto, l’Invalsi 
			intende intensificare gli sforzi, anche avvalendosi delle nuove 
			tecnologie di comunicazione, per promuovere azioni di formazione e 
			informazione idonee a consolidare la cultura della valutazione del 
			Paese, in generale, e del sistema scolastico, in particolare. 
			Sì, ormai sono molte le scuole che stanno promovendo, a livello di 
			singola istituzione scolastica o di reti, azioni di miglioramento e 
			consolidamento partendo anche dai dati Invalsi, siano essi i dati 
			del SNV (II e V primaria, I secondaria di primo grado e II 
			secondaria di secondo grado) o della Prova nazionale (III secondaria 
			di primo grado). Sono moltissime le scuole che mi invitano a 
			partecipare a loro convegni conclusivi o di apertura di azioni di 
			ricerca in ambito didattico-metodologico. Cito alcuni esempi, ma ce 
			ne sono tantissimi altri, di attività formative promosse anche sulla 
			base dei dati Invalsi: le azioni promosse dalla rete Avimes del 
			Piemonte, dagli USR della Lombardia, della Liguria, dell’Emilia 
			Romagna, del Veneto, della Campania, della Puglia, dell’Abruzzo e 
			del Molise, della Sardegna, delle province autonome di Trento e di 
			Bolzano. Ci sono anche tantissime scuole che si associano in rete e 
			che si stanno interrogando sulle potenzialità e sui limiti delle 
			prove standardizzate, ma anche sugli aspetti più propriamente 
			didattici che emergono dall’analisi, item per item, degli esiti 
			delle prove standardizzate. Molte scuole hanno cominciato ad interrogarsi, soprattutto in un’ottica di comparazione degli esiti che parte dall’interno delle scuole stesse, sul perché riscontrano determinati insuccessi o conseguono successi, talvolta inattesi. La lettura congiunta dei quadri di riferimento delle prove, delle prove stesse e delle risposte fornite dagli allievi può mettere in moto una serie di riflessioni didattico-metodologiche estremamente fruttuose e potenzialmente innovative. Sarà possibile conoscere nell’immediato futuro la reale consistenza numerica e la dislocazione territoriale delle scuole e/o delle classi nelle quali non sono state somministrate le prove del SNV del maggio scorso? 
			Certamente sì. Nei giorni immediatamente precedenti e in quelli 
			successivi allo svolgimento delle prove del SNV, molti organi di 
			informazione, anche se non tutti, hanno preferito dare enfasi a 
			contestazioni e polemiche, sovente non propriamente e direttamente 
			collegate alle prove, senza fornire al lettore l’opportunità di 
			farsi un’idea del fenomeno stesso. Naturalmente, tale problema non 
			ha riguardato tutta la stampa, su carta o web, ma è prevalsa una 
			certa distorsione delle informazioni. 
			L’Invalsi ha preferito non scendere sul piano della polemica, poiché 
			esso non è la sede propria di un istituto di ricerca che compie una 
			rilevazione di considerevole rilevanza per la crescita del Paese. Si 
			è ritenuto più opportuno rispondere in modo razionale e, 
			soprattutto, sostenuto dai dati effettivamente rilevati. Se si tiene 
			conto che nelle prove di maggio scorso sono stati coinvolti quasi 
			2.200.000 studenti e che lunedì prossimo (20 giugno 2011) la Prova 
			nazionale riguarderà altri quasi 600.000 studenti, allora si può 
			facilmente comprendere come la raccolta e l’analisi dei dati 
			richieda un certo tempo. Tuttavia, sui dati delle classi campione, 
			si è rilevata una partecipazione di oltre il 99,5%, con l’astensione 
			di pochissime classi (circa 10 su quasi 2000 per livello scolastico) 
			e con tassi di non risposta o di risposta non valida assolutamente 
			contenuti. 
			Molto probabilmente le astensioni saranno un po’ più alte nelle 
			scuole in cui non erano presenti classi campione, ma i dati che 
			stanno giungendo all’Invalsi inducono con una certa evidenza a 
			pensare che le astensioni siano state marginali e, come emerso anche 
			nel campione, principalmente concentrate a Roma, in Toscana e 
			Sardegna. Nei rapporti e negli approfondimenti che usciranno nelle 
			prossime settimane l’Invalsi darà dettagliate informazioni sulla 
			partecipazione delle scuole, delle classi e degli studenti, 
			naturalmente a livello aggregato, sempre per favorire la diffusione 
			di un’informazione corretta e basata su evidenze empiriche 
			riscontrabili e generalizzabili. Infine, credo che questi aspetti si 
			leghino con la necessità di migliorare la comunicazione, in modo che 
			il campo venga sgombrato da timori e fraintendimenti.  
			È certamente bene che si discuta sulle prove, sui loro limiti e, 
			perché no, anche sui loro pericoli, senza però trascurare tutte le 
			potenzialità conoscitive che ci forniscono le prove standardizzate. 
			Su questo aspetto, l’Invalsi e il SNV in particolare sono già al 
			lavoro per il prossimo anno per far sì che le scuole, i docenti, le 
			famiglie e gli studenti ricevano tutte le informazioni necessarie 
			per affrontare al meglio le prove. La sfida e gli sforzi necessari 
			per affrontarla non sono piccoli e semplici, ma sono ineludibili per 
			un istituto nazionale di valutazione in grado di realizzare 
			un’infrastruttura immateriale per il miglioramento del sistema 
			educativo nazionale.  Certamente, per poter svolgere al meglio questo importante compito, l’istituto necessita di un’adeguata dotazione di risorse e di persone stabili, in grado di mettere a frutto e a disposizione della collettività la necessaria preparazione professionale. |