Graduatoria unica nazionale,
una proposta provocatoria?

di S.L.P. La Tecnica della Scuola, 6.6.2011

Mentre imperversano i venti di bufera sul rinnovo delle graduatorie ad esaurimento, tra pettine, code e bonus per chi si “intrattiene” nelle regioni del Nord, spunta, seria e un po' provocatoria, una proposta che, a detta di alcuni, potrebbe risolvere l’annosa questione delle assunzioni su tutti i posti vacanti.

Perché non creare una graduatoria unica nazionale, evitando la scelta, non si sa quanto legittima, di una sola provincia o due o tre, come è accaduto in passato? A sostenere questa ipotesi è l’Associazione nazionale Professione Insegnante con le seguenti motivazioni: l' istituzione di una graduatoria nazionale ad esaurimento per le immissioni in ruolo, con la possibilità per gli aspiranti di indicare gli ambiti territoriali in cui si desidera essere inseriti, è l'unica via d'uscita, allo stato attuale delle cose, per garantire l'applicazione del principio del merito nella selezione del personale docente, in considerazione dei titoli posseduti e della professionalità acquisita.

In effetti nessun D.M. o regolamento può limitare il diritto alla mobilità del lavoratore, in quanto il diritto al lavoro deve poter essere esplicato senza alcuna limitazione su tutto il territorio nazionale. La proposta pare avere, dunque, piena coerenza costituzionale.

A tal proposito Professione Insegnante tenterà di sollecitare l’intervento di alcune forze politiche, affinché la semplice proposta si trasformi in un disegno di legge. Il dipartimento Scuola dell’IdV, ad esempio, ritiene che soltanto garantendo l’esaurimento delle graduatorie in tempi brevissimi si possano soddisfare le legittime aspettative dei precari in esse inseriti. Ma i limiti alla mobilità nazionale diventano uno strumento capestro per i docenti che sanno di non aver più possibilità lavorative nelle province in cui sono iscritti attualmente; mentre l’unica soluzione in grado di garantire un reclutamento, almeno rispettoso del principio del merito, potrebbe essere l’istituzione di una graduatoria nazionale ad esaurimento per le immissioni in ruolo, lasciando ai precari la possibilità di scegliere tutte le province italiane in cui desiderano essere inclusi.

Di contro si levano voci poco convinte che la Gae nazionale possa essere una effettiva soluzione al precariato. Una graduatoria che centralizzi il sistema andrebbe, infatti, contro ogni principio di decentralizzazione della pubblica amministrazione cominciato da Bassanini in poi.

Peraltro in nessuna parte d'Europa, salvo la Francia, esiste un reclutamento del corpo docente a sistema nazionale. Pensiamo anche ai notevoli problemi organizzativi e gestionali di una graduatoria unica su tutta Italia, nonché alla estrema difficoltà di potersi spostare su tutto il territorio nazionale, ad eccezioni dei precari più giovani, liberi ancora da vincoli familiari.

Gae nazionale o provinciale come sempre? Bisognerà vagliare con attenzione pregi e difetti della nuova proposta perché eventuali decisioni non si ritorcano sulla pelle degli insegnanti precari.