I progetti della Gelmini:
un nuovo ‘quizzone’ e salvare le parificate

di Alessandro Giuliani La Tecnica della Scuola, 25.6.2011

Alla vigilia della terza prova della maturità, il Ministro annuncia ancora una volta l’intenzione di introdurre, dal prossimo anno, una serie di domande a risposta multipla di tipo anglosassone la cui formulazione verrebbe affidata all’Invalsi. Poi tranquillizza il suo partito: nel 2010 i tagli alla spesa pubblica non hanno toccato le parificate.

L’espressione massima dei diversi gradi di difficoltà cui i maturandi italiani vengono sottoposti per portare a casa il diploma di Stato è rappresentato dalla terza prova scritta, i cui contenuti vengono scelti e predisposti – attraverso test a risposta multipla, frasi da completare ed una parte minima di domande a risposta aperta – in modo del tutto autonomo da ogni commissione d’esame. I primi ad essere consapevoli di tutto questo sono i responsabili del Miur. Ad iniziare dal ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini, che non a caso alla vigilia del cosiddetto ‘quizzone’ (in programma lunedì 27 giugno) ha confermato la volontà di cambiarne l’impianto generale: l’intenzione espressa dal Ministro è di introdurre, a partire dal prossimo anno, una serie di domande a risposta multipla di tipo anglosassone, simili a quelle utilizzate da alcuni anni dall’Invalsi per i candidati a conseguire la licenza media. "L’obiettivo – ha detto Gelmini – è realizzare un sistema di valutazione omogeneo per tutto il Paese".

Sulla volontà di viale Trastevere di mettere mano alla terza prova non abbiamo dubbi. Che invece si pongono sulla effettiva possibilità che vengano rispettati i tempi: qualche problema, organizzativo o più semplicemente relativo ai finanziamenti per progettare le prove, deve effettivamente esservi. Se non altro perché sono almeno un paio d’anno che dal Miur continuano ad arrivare proclami di cambiamenti imminenti. Non confermati nei fatti.

Il ministro Gelmini ha, intanto, avuto la possibilità di tornare sull’argomento dei finanziamenti alle scuole parificate: "un sistema autenticamente pluralista – ha scritto la Gelmini nella risposta scritta ad un’interrogazione di Fabio Garagnani deputato del PdL - non può prescindere dall’apporto delle scuole paritarie. Siamo, infatti, ben consapevoli dell’importanza del servizio e della funzione pubblica che esse svolgono nell’ambito del sistema nazionale di istruzione". Gelmini ha poi detto che occorre assolutamente insistere nei principi contenuti nella riforma sull’autonomia della legge n. 62 del 2000, che considera pubbliche sia le scuole statali sia quelle paritarie: Gelmini sostiene che ormai "convivono in sintonia con i principi costituzionali scuole statali e scuole paritarie private" (anche se come il Premier qualche settimana sembra fare un po’ di confusione associando le parificate alle private). Il Ministro ha poi tranquillizzato Garagnani, che faceva riferimento ad un’ingiusta riduzione dei finanziamenti per le paritarie: Gelmini ha spiegato che nel 2010 non ci sono state minori erogazioni a causa dei tagli alla spesa pubblica. In tutto la somma per le scuole paritarie pagata dallo Stato, sostiene il Ministro, sfiorerebbe i 522 milioni di euro.

Il parlamentare del Pdl si è detto soddisfatto per la risposta fornita dal ministro. "E’ necessario incrementare i finanziamenti – ha sottolineato Garagnani - nonostante la crisi economica perchè le scuole private (!) sono frequentate dal 12% della popolazione scolastica con un significativo risparmio per lo Stato". Garagnani ha infine annunciato che si batterà in Parlamento "per una graduale concessione della detrazione fiscale delle rette corrisposte alla scuole parificate, a partire dalle famiglie con redditi più bassi".