Gelmini insiste:
no alla scuola ‘stipendificio’

da TuttoscuolaNews, n. 495 20.6.2011

“Non si può guardare alla scuola solo come 'stipendificio'”. Nell’intervista rilasciata al periodico Style del Corriere della Sera Mariastella Gelmini insiste sul concetto che i tagli sono stati necessari per invertire la tendenza alla “crescita a dismisura della pianta organica”, all’”approccio quantitativo della moltiplicazione degli insegnanti, del numero delle ore e degli indirizzi” che avevano causato un continuo peggioramento della qualità e una spesa insostenibile.

Ma non ci sono stati solo i tagli, sostiene il ministro, perché contemporaneamente il governo si è mosso sul terreno delle riforme della scuola e dell’università, ha varato gli Istituti tecnici superiori (al via dal prossimo settembre), ha implementato il sistema nazionale di valutazione anche con il massiccio ricorso ai test (“se vogliamo stare in Europa, non possiamo rifiutare le regole di valutazione e i criteri applicati nei Paesi Ocse”). E “l’aver puntato sull’affermazione degli insegnanti, sul loro aggiornamento, ha determinato una riduzione del divario Nord-Sud”, aggiunge Gelmini, che cita a sostegno della sua tesi i dati contenuti nel Rapporto 2011 di Tuttoscuola.

E’ significativo che alla domanda su quali politici dell’opposizione apprezzi di più Gelmini abbia risposto facendo i nomi dell’ex ministro Beppe Fioroni e di Matteo Renzi, sindaco di Firenze leader dei ‘rottamatori’, spesso controcorrente e suo coetaneo: il primo promosse da ministro, nel 2007, quel ‘Quaderno bianco’ sull’istruzione che si sforzava di conciliare la riduzione della spesa per stipendi (ministro dell’Economia era Tommaso Padoa-Schioppa) con la riqualificazione dell’offerta pubblica di istruzione. Del secondo Gelmini apprezza l’anticonformismo che lo ha indotto a bussare alla sua porta (e anche a quella di Silvio Berlusconi) per discutere di problemi concreti rischiando la criminalizzazione da parte degli oppositori antigovernativi ‘duri e puri’.