Fini: Integrazione scolastica
e cittadinanza sono intersecati

da Tuttoscuola, 28.6.2011

"Il futuro non può irrompere all'improvviso senza essere stato né pensato, né governato. Quando ciò accade, il futuro stesso può essere portatore di tensioni e di conflitti". Lo ha detto il presidente della Camera Gianfranco Fini intervenendo, a Montecitorio, alla presentazione del documento conclusivo dell'indagine conoscitiva sulle problematiche connesse all'accoglienza di alunni con cittadinanza non italiana nel sistema scolastico italiano, svolta dalla commissione Cultura della Camera.

"La questione dell'integrazione scolastica degli alunni stranieri, che si interseca in modo profondo con quella relativa all'ottenimento della cittadinanza italiana, deve essere affrontata, a mio avviso, con lungimiranza - ha ribadito -, anche perché il 60% dei minori stranieri che risiedono in Italia sono nati qui da noi ed è anche a loro che dobbiamo guardare, dal momento che, nei fatti, sono già, a tutti gli effetti, veri e propri cittadini italiani, anche se non hanno ancora avuto il riconoscimento giuridico e lo status".

Fini ha avvertito, infine, che "i criteri molto restrittivi per ottenere la cittadinanza italiana divengono un ulteriore peso per molti giovani che ormai si sentono italiani, ma che non sono riconosciuti come tali; ciò influisce spesso sulla scelta di abbandonare il percorso scolastico e d'istruzione dopo la scuola dell'obbligo".

Il presidente della Camera ha anche ricordato che “integrare gli alunni immigrati non è un compito speciale della scuola, ma è quello ordinario di una scuola che accetta e rispetta tutte le differenze, etniche, di età e di condizione sociale. E questa – ha continuato - non può che essere la sfida che si consegna alla scuola del futuro chiamata ad assumere un fondamentale ruolo di traino dei nuovi processi di integrazione, come è già successo in passato per l'integrazione degli alunni provenienti dalle regioni del Sud d'Italia che si trasferivano al Nord con le famiglie. Di questa rilevante evoluzione socio-culturale devono, quindi, ora acquisire una sempre maggiore consapevolezza le Istituzioni centrali e territoriali, le forze politiche e sociali, l'intera opinione pubblica del Paese, al fine di superare diffidenze, svuotare sacche di ignoranza e presentare la realtà per quello che veramente è. Occorre rimuovere – ha concluso il presidente della Camera - paure ingiustificate, ritardi culturali e psicologici, cedimenti ad ogni forma di 'etnonazionalismo', che ostacolano il governo delle grandi trasformazioni sociali”.