Spesa pubblica

Ocse: Italia fanalino di coda per l'istruzione.

Insieme alla Germania il nostro paese è ai minimi per la spesa per l'istruzione: 9,3% del bilancio. "I salari degli insegnanti sono molto inferiori rispetto alla media di quanto guadagnano i lavoratori del terziario". Bassa anche la spesa per la sanità

da Rassegna.it, 25.6.2011

Italia e Germania fanalino di coda per spesa in istruzione. A darne evidenza sono le statistiche dell'Ocse secondo cui nel 2008 la spesa per istruzione nel nostro paese rappresentava nel 2008 appena il 9,3% dell'intera spesa pubblica, tra i livelli minimi del pool dei 31 paesi che fanno parte dell'organizzazione e ben al di sotto della media complessiva (13,1%).

Non solo, l'Ocse rileva anche che in Italia, così come negli Stati Uniti, in Israele, Slovenia, Ungheria, Islanda e repubblica Ceca, "i salari degli insegnanti sono considerevolmente inferiori rispetto alla media di quanto guadagnano i lavoratori del terziario". E' generalmente inferiore alla media Ocse anche il livello di spesa che l'Italia dedica alla sanità: nel 2008 ammontava al 4,6% della spesa pubblica complessiva, contro il 14,7% della media. E, in particolare, da noi si e' registrato un aumento dell'1,6% dal 2000 al 2008 e nei paesi Ocse l'incremento e' stato dell'1,7%.

Quanto alla spesa per istruzione, inoltre, nel rapporto 'Uno sguardo sulla pubblica amministrazione 2011' l'organizzazione con sede a Parigi rileva inoltre che in Italia tra il 2000 e il 2008 è calata dello 0,8%, al di sopra della media Ocse (-0,1%). Il livello di spesa che l'Italia, così come la Germania destinano alla voce 'education' è superiore solo all'8,3% della Grecia e si distanzia di quasi dieci punti percentuali rispetto al 18,3% del Canada.

"Gli insegnanti - si legge nel rapporto dell'Ocse - sono la spina dorsale del settore educativo e i loro stipendi rappresentano la singola maggior voce di costo all'interno della spesa complessiva per l'istruzione". E l'Organizzazione parigina ricorda d'altra parte che "i salari e le condizioni di lavoro giocano un ruolo importante nell'attrarre, motivare e tenere professori di livello".