La guerra dei test/1. Boeri: da TuttoscuolaNews, n. 493 6.6.2011 Rispondendo qualche giorno fa sul quotidiano Repubblica alle molte critiche suscitate da un suo precedente articolo favorevole alle prove Invalsi nelle scuole secondarie superiori, l’economista Tito Boeri ha precisato che “i test Invalsi sono solo uno degli ingredienti del processo valutativo”, ma ha ribadito che essi “hanno il vantaggio di essere comparabili tra scuole, regioni e addirittura paesi, a differenza delle valutazioni ‘soft’ che molti docenti sostengono di preferire”. E ai docenti che avevano minacciano di incatenarsi per protesta alla sede del ‘suo giornale’ ha fatto ironicamente presente che il sito da lui coordinato, lavoce.info, “ha solo una sede virtuale, cui difficilmente potrebbero incatenarsi”. Boeri difende con forza i test, che rispondono a “metodiche consolidate a livello internazionale nella costruzione di test di competenza cognitiva”, ma nega che possano essere utilizzati per valutare indirettamente l’operato dei docenti al fine di differenziarne le retribuzioni perchè “allo stato attuale, i test servono semplicemente a informare gli insegnanti, gli studenti e le loro famiglie”. Per questo sarebbe anzi opportuno “fare i test in modo tale da poter rendere pubblici i dati scuola per scuola”. Dati che riguardano i livelli di apprendimento degli studenti, non la maggiore o minora capacità degli insegnanti. Alla fine del suo articolo Boeri auspica comunque che l’Invalsi e il ministro Gelmini dedichino più attenzione alle “richieste di chiarimento” sull’uso e sull’utilità dei test che vengono dal mondo della scuola, richieste che impropriamente sono state rivolte a lui…. |