Presidi “sceriffo”,
ancora proteste dei sindacati

di A.G. La Tecnica della Scuola, 17.6.2011

Le lamentele stavolta giungono dalla Gilda, che ha denunciato il caso “abnorme” della sospensione di una docente per 10 giorni, senza retribuzione e nel periodo degli scrutini: durante un Consiglio di classe avrebbe detto no alla proposta, della stessa preside, di dare 6 in condotta ad un alunno modello.

L’onda lunga del Decreto legislativo 150/09, la cosiddetta riforma Brunetta della Pa, continua a mietere vittime tra i lavoratori. In particolare nella scuola, sino a qualche tempo fa considerato uno dei comparti della pubblica amministrazione meno soggetto a burocrazia e sanzioni discutibili applicate dai dirigenti. Stavolta a denunciare un caso di eccessivo protagonismo e discutibile applicazione della normativa che allarga, anche di molto, il potere dei presidi, è stata la Gilda degli insegnanti.

Protagonista della vicenda è una docente di una scuola secondaria punita dalla dirigente scolastica con 10 giorni di sospensione senza retribuzione. A quanto riferito dal sindacato autonomo dei docenti, “la sanzione disciplinare è stata inflitta perché, durante un Consiglio di classe, l'insegnante ha espresso il suo dissenso contro la proposta, avanzata dalla stessa preside, di assegnare un 6 in condotta a un alunno modello (ha la media del 9) che si era rifiutato di pagare 72 centesimi alla scuola per far riparare un estintore danneggiato da un atto vandalico di cui non era responsabile”.

Il pagamento sarebbe stato imposto dalla dirigente scolastica a titolo di sanzione collettiva a tutti gli alunni dell'istituto. Sempre la Gilda degli insegnanti ha aggiunto che “il provvedimento cade durante gli scrutini e gli esami a cui, dunque, la docente non potrà partecipare”.

Per il coordinatore del sindacato, Rino di Meglio, la sospensione da espletar nei giorni degli scrutini "avrà ripercussioni negative sulla valutazione degli alunni che saranno giudicati da un insegnante designato per l'occasione e che non conosce i ragazzi". Del resto, "l'attribuzione di enormi poteri disciplinari ai dirigenti scolastici, in base al principio dell'autonomia scolastica - conclude Di Meglio - sta provocando casi abnormi esattamente come avevamo previsto. Ecco perchè è necessario procedere a un'urgente riforma del sistema". Il caso è stato segnalato al ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini. È probabile, a questo punto, che viale Trastevere approfondisca il caso. Ma anche che dirami il prima possibile dei chiarimenti sull’applicabilità di sanzioni, i cui effetti negativi rischiano di ripercuotersi soprattutto sugli studenti.