Napolitano: un discorso R.P. La Tecnica della Scuola, 1.1.2011 Il tradizionale messaggio di fine anno è tutto centrato sui giovani e sui loro problemi: la disoccupazione, la formazione, l'Università. Ma soprattutto c'è la la questione delle risorse che vanno trovate, anche a costo di "scelte difficili". E’ quasi tutto centrato sui giovani il messaggio di fine anno del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che fin dalle prime battute non esita a dire: “Dedico loro questo messaggio, perché i problemi che essi sentono e si pongono per il futuro sono gli stessi che si pongono per il futuro dell'Italia”. Quello del Presidente appare un discorso realistico ma al tempo stesso aperto alla speranza: “Nelle condizioni dell'Europa e del mondo di oggi e di domani, non si danno certezze e nemmeno prospettive tranquillizzanti per le nuove generazioni se vacilla la nostra capacità individuale e collettiva di superare le prove che già ci incalzano. Tanto meno si può aspirare a certezze che siano garantite dallo Stato a prezzo del trascinarsi o dell'aggravarsi di un abnorme debito pubblico”. La strada maestra, sottolinea il Presidente è una sola: “Trovare la via per abbattere il debito pubblico accumulato nei decenni ; e quindi sottoporre alla più severa rassegna i capitoli della spesa pubblica corrente, rendere operante per tutti il dovere del pagamento delle imposte, a qualunque livello le si voglia assestare”. Ma secondo Napolitano i giovani stessi sono realistici e comprendono la complessità dei problemi che abbiamo di fronte: “Quando i giovani denunciano un vuoto e sollecitano risposte sanno bene di non poter chiedere un futuro di certezze, magari garantite dallo Stato, ma di aver piuttosto diritto a un futuro di possibilità reali, di opportunità cui accedere nell'eguaglianza dei punti di partenza secondo lo spirito della nostra Costituzione”. E non dimentica, il Presidente, il tema della disoccupazione: “Gli ultimi dati ci dicono che le persone in cerca di occupazione sono tornate a superare i due milioni, di cui quasi uno nel Mezzogiorno ; e che il tasso di disoccupazione nella fascia di età tra i 15 anni e i 24 - ecco di nuovo il discorso sui giovani, nel suo aspetto più drammatico - ha raggiunto il 24,7 per cento nel paese, il 35,2 nel Mezzogiorno e ancor più tra le giovani donne. Sono dati che debbono diventare l'assillo comune della Nazione”. Ma come uscire dalla crisi ? Il Presidente pone la questione in modo interlocutorio, ma si intuisce che la domanda contiene in sé una risposta affermativa: “Affrontare il problema della riduzione del debito pubblico e della spesa corrente, così come mettere mano a una profonda riforma fiscale, vuol dire compiere scelte significative anche se difficili. Si debbono o no, ad esempio, fare salve risorse adeguate, a partire dai prossimi anni, per la cultura, per la ricerca e la formazione, per l'Università?” “Che questa scelta sia da fare - sottolinea ancora il Presidente - lo ha detto il Senato accogliendo espliciti ordini del giorno in tal senso prima di approvare la legge di riforma universitaria”. Senza entrare nel merito del dibattito politico e parlamentare, Napolitano cerca insomma di ricordare a tutti che i problemi dei giovani, della loro formazione e dell’istruzione sono del tutto ineludibili e per essere affrontati hanno bisogno non solo di condivisione sul piano dei principi ma soprattutto di risorse e di impegno comune. |