Ma la Shoah è una questione tutta ebraica? da Tuttoscuola, 28.1.2011 Mentre si ricorda l’olocausto e le parole del Presidente della Repubblica sono stati ieri di monito per tutti e per i giovani in particolare, con sottolineatura del valore della memoria voluta non per celebrare ma per ricordare e agire perché tutto ciò non si ripeta, si apre ora una discussione sulla proposta di legge che vuole considerare reato il negazionismo. Sulla scia del dibattito che si sta avviando sull’opportunità di considerare reato la negazione dell’olocausto o il suo ridimensionamento storico si inserisce una vicenda particolare che riguarda il Touring Club e le sue apprezzate guide. Nella guida del TCI che riguarda Israele e i territori palestinesi, a proposito dell’Holocaust History Museum nello Yad Vashem di Gerusalemme, viene fornita questa spiegazione: “è narrata la storia della Shoah dal punto di vista degli ebrei”. Quel “punto di vista degli ebrei” ha colpito particolarmente in modo negativo, come riferisce “Repubblica”, Michele Dau, vice segretario generale del Cnel, in vista con la moglie a Gerusalemme, il quale ha inviato una lettera fortemente critica al Presidente del Touring e al presidente dell’Unione delle comunità ebraiche in Italia, Renzo Gattegna. Il passaggio, che potrebbe anche essere il risultato di un lavoro di editing grossolano o frutto di ignoranza sul tema dell’Olocausto, non è piaciuto affatto a Dau che ha dichiarato: “Comunque si voglia leggere quella frase è davvero lesiva della sofferenza atroce di milioni di persone”. Marcello Pezzetti, direttore del museo della Shoah di Roma ritiene che la frase infelice riportata nella guida sia un misto di superficialità e mancanza di sensibilità. |