Sempre meno verdi le retribuzioni della scuola

Istat: a fronte di una crescita dell'1,9% nel privato, nel pubblico ci si ferma allo 0,6%

di Carlo Forte ItaliaOggi, 4.1.2011

Le retribuzioni dei dipendenti del settore privato crescono più di quelle dei lavoratori della scuola statale e della pubblica amministrazione in generale. A fronte della crescita media su base annua dell'1,9% della retribuzione oraria di un lavoratore privato, nella pubblica amministrazione la crescita media è dello 0,6%.

E tale indice coincide esattamente con quello della scuola. Il rapporto emerge da una nota dell'Istituto nazionale di statistica (Istat) emanato a fine 2010. L'istituto ha presentato una serie di dati che indicano una tendenza alla crescita delle retribuzioni nel settore privato con picchi che, nel settore delle telecomunicazioni, arrivano fino al 4,5% su base annua. Mentre, nella pubblica amministrazione, la crescita è ferma allo 0,6%. Va detto subito, peraltro, che la crescita delle retribuzioni nella scuola è dovuta essenzialmente ai cosiddetti scatti di anzianità (i gradoni). E dunque non vi è stata alcuna crescita nominale effettiva degli importi delle retribuzioni. Ma solo un aumento del valore assoluto dell'esborso complessivo a carico dello stato. Il rinnovo dei contratti nella pubblica amministrazione, infatti, è fermo. E rimarrà bloccato nei prossimi tre anni. E dunque, è praticamente certo che, a fronte della stasi degli importi nominali delle retribuzioni, si verificherà un calo del potere di acquisto. Che potrà essere compensato solo in minima parte dall'erogazione dell'indennità di vacanza contrattuale. Insomma, i dipendenti della scuola e , in generale, i dipendenti pubblici contrattualizzati stanno diventando sempre più poveri. E i dipendenti del privato sembrerebbero ben piazzati per recuperare il gap degli anni scorsi.

La tendenza diventa più evidente se si confrontano gli indici della crescita delle retribuzioni dal 2005. A fronte di una crescita del 14,5 % delle retribuzioni del pubblico impiego, il settore privato cresce, infatti, del 14,3%. E siccome in quest'ultimo settore i rinnovi contrattuali non sono bloccati, è ragionevole ritenere che il sorpasso ormai è questione di mesi. Secondo l'Istat, peraltro, entro il prossimo mese di aprile i contratti del settore privato che dovranno essere rinnovati saranno pari al 52%. Mentre nel pubblico impiego i contratti scaduti saranno pari al 100%, peraltro senza alcuna speranza di rinnovo a breve. Non di meno, l'istituto di statistica prevede comunque una crescita delle retribuzioni anche nel pubblico impiego. Ma si tratta di incrementi molto modesti, tutti da verificare, che saranno comunque inferiori a quelli stimati nel settore privato che crescerà da due a tre volte di più. Sugli incrementi retributivi dei lavoratori della scuola, pesa in ogni caso, l'incognita del recupero dei gradoni. Al momento l'iter di approvazione del decreto predisposto dal ministero dell'istruzione non si è ancora concluso. Se il mineconomia. dove il provvedimento è fermo, dovesse negare il suo placet all'ultimo momento, le stime andrebbero riviste al ribasso. Anche se tale ipotesi sembrerebbe piuttosto remota. In ogni caso la prova del 9 avverrà con le retribuzioni di gennaio. È a partire da tale rata stipendiale, infatti, che gli interessati matureranno il diritto a vedersi riconoscere il gradone successivo. Ciò perché, a differenza dell'amministrazione scolastica, che calcola l'anno di riferimento dal 1° settembre al 31 agosto dell'anno successivo, il Tesoro segue l'anno solare. E quindi gli aumenti vanno in liquidazione da gennaio.