Istat: nel settore istruzione di L.L. La Tecnica della Scuola, 19.1.2011 In Italia, circa il 46% della popolazione in età compresa tra i 25 e i 64 anni ha conseguito come titolo di studio più elevato soltanto la licenza di scuola media inferiore, valore che, nel contesto europeo, colloca il nostro Paese distante dalla media Ue27 (27,9% nel 2009). I dati sono stati presentati il 19 gennaio dall’Istat con il rapporto “Noi Italia” (http://noi-italia.istat.it), che offre un quadro d'insieme dei diversi aspetti economici, sociali, demografici e ambientali del nostro Paese, della sua collocazione nel contesto europeo e delle differenze regionali che lo caratterizzano. Gli indicatori sono raccolti in 120 schede e distribuiti su 19 ambiti di interesse, tra cui anche il settore “Istruzione”. I risultati si riferiscono al 2009 e disegnano un’Italia ancora piuttosto “arretrata” rispetto ai Paesi europei: la quota di giovani (18-24enni) con al più la licenza media, che ha abbandonato gli studi senza conseguire un titolo superiore, è pari al 19,2 per cento e colloca il nostro Paese in una delle posizioni peggiori nella graduatoria Ue27 (media 14,4 per cento nel 2009). Ed anche la partecipazione dei giovani al sistema di formazione dopo il termine del periodo di istruzione obbligatoria è pari all’82,2 per cento nella fascia di età 15-19 anni e al 21,3 per cento tra i 20-29enni, rispettivamente 2,7 e 3,8 punti percentuali al di sotto dei valori medi dell’Ue27 (anno 2008). I dati riferiti agli studi post-superiori non sono certo più confortanti: il 19,0 per cento dei 30-34enni ha conseguito un titolo di studio universitario (o equivalente), quota cresciuta di 3,3 punti percentuali tra il 2004 e il 2009, ma il livello raggiunto è ancora molto contenuto rispetto all’obiettivo del 40 per cento fissato da “Europa 2020”. Và un po’ meglio guardando ai livelli di competenza derivati dall’indagine Pisa promossa dall’Ocse: nel 2009 gli studenti 15enni italiani hanno infatti dimostrato un recupero rispetto alle precedenti edizioni dell’indagine, in tutte le aree considerate, con punteggio medio nelle scale di valutazione pari a quello medio Ue in lettura, superiore di 9 punti in matematica e inferiore di 8 nelle competenze scientifiche. Sono ancora molti i giovani che non lavorano e non studiano, i cosiddetti Neet (Not in Education, Employment or Training). Nel 2009, in Italia poco più di due milioni di giovani (il 21,2 per cento della popolazione tra i 15 ed i 29 anni) risulta fuori dal circuito formativo o lavorativo. La quota di Neet è più elevata tra le donne, 24,4 per cento rispetto al 18,2 per cento degli uomini. Pochi adulti infine sono impegnati in attività formative, elemento considerato cruciale nella lotta contro l’esclusione sociale; sono il 6 per cento del totale nel 2009, meno della metà rispetto al livello obiettivo da perseguire entro il 2010 secondo la strategia di Lisbona (12,5 per cento). |