Pensiamo al dopo Gelmini:
il rapporto numerico alunni/docenti

 Vincenzo Pascuzzi 18.1.2011

È stato il cavallo (a dondolo?) di battaglia dell’attuale ministro e della sua parte politica (eletti ed elettori) nelle battaglie per la riforme, le razionalizzazioni, i tagli conseguenti (140.000 licenziati fra i quali qualcuno si è pure suicidato).

È stato uno slogan suggestivo, efficace, incombente, penetrante, pervasivo, verosimile ma falso. Infatti è stato ottenuto

1) semplificando e distorcendo statistiche internazionali, trasformandole in «standard europei» e considerandole «stella polare»;

2) equivocando sulle cause dei problemi: ad esempio, l’elevata e trascurata dispersione scolastica italiana (intorno al 20%) riduce gli alunni nelle quarte e quinte classi del superiore e influisce sulle statistiche;

3) prescindendo dal numero di ore di lezione che in Italia sono tante;

4) mescolando situazioni di scuole di ogni ordine e grado e localizzazione: medie e superiori, licei, tecnici e professionali, scuole delle grandi città e dei paesini isolati di montagna.

Ha avuto come conseguenze immediate la riduzione degli insegnanti e l’aumento degli alunni per classe: fino a 35 e oltre. Avrà come possibili e prevedibili conseguenze future: una minore qualità della scuola, un aumento delle bocciature e della dispersione scolastica che – con effetto boomerang – tenderà ad abbassare il rapporto alunni/docenti.

Va chiarito e spiegato che è cosa diversa del rapporto numerico fra alunni e docenti presenti in ciascuna classe. Su quest’ultimo rapporto infatti bisognava, e bisognerà, ragionare, confrontarsi per individuare il suo valore ottimale in relazione ai risultati didattici di apprendimento. Ad esempio, potrebbe essere 20 il valore più adatto, oppure 18, oppure 24 o altro valore ancora. E potrebbe risultare utile – anche dal punto di vista economico – puntare a ridurre il numero delle bocciature e delle dispersioni per mantenersi vicini al valore individuato.

Esplicitiamo: ridurre bocciature e dispersioni sì, ma preparando meglio gli alunni con azioni di recupero tempestive ed efficaci, non certamente regalando promozioni a chi non merita.