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Tribunale di Milano:
"Ridurre le ore di sostegno è discriminatorio"

Il giudice ha accolto il ricorso di trenta genitori di studenti disabili sostenuti dall'associazione Ledha. Sono tre le scuole coinvolte, che dovranno ripristinare lo stesso numero di ore dell'anno precedente

 Superabile 10.1.2011

MILANO - Ridurre le ore di sostegno scolastico agli studenti disabili per l'anno scolastico in corso rispetto a quelle fornite nell'anno precedente è discriminatorio. I tagli contenuti nella legge Finanziaria non giustificano la riduzione del numero delle ore di sostegno. Lo ha stabilito il giudice Patrizio Gattari del Tribunale di Milano, accogliendo il ricorso presentato da trenta genitori, sostenuti dall'associazione Ledha, contro il ministero dell'Istruzione, l'Ufficio scolastico regionale delle Lombardia, l'Ufficio scolastico provinciale di Milano e tre scuole.

"Accertata la natura discriminatoria della decisione delle amministrazioni scolastiche di ridurre le ore di sostegno scolastico in corso rispetto a quelle fornite nell'anno precedente (2009/2010) - scrive il giudice nella sentenza depositata oggi - ordina alle amministrazioni convenute la cessazione della condotta discriminatoria". Nell'ordinanza, il giudice ordina alle scuole coinvolte (l'istituto comprensivo "Cavalieri", la primaria "Ferrante Aporti" e l'istituto tecnico "Abe Steiner") di ripristinare, entro 30 giorni, per i figli dei ricorrenti il medesimo numero di ore di sostegno fornito loro nell'anno scolastico 2009/2010.

Da Roma, accoglie con favore la sentenza Antonio Guidi, collaboratore del sindaco di Roma per le Politiche della Disabilità. "Ritengo corretta la decisione del giudice di Milano in merito al taglio delle ore di sostegno per gli studenti con disabilità - ha affermato -. Alla luce della mia esperienza come psichiatra infantile e uomo di governo, penso che sia inaccettabile qualsiasi ridimensionamento della spesa pubblica, già di per sé così poco efficace". Secondo Guidi "l'istruzione non solo è essenziale per lo sviluppo di tutti, ma costituisce un indicatore fondamentale di civiltà: per il diritto all'istruzione passa il diritto alla vita".