L'università inglese discrimina
gli studenti poveri

da Tuttoscuola, 3.1.2011

Le politiche riguardo l’università in Gran Bretagna, con la nuova stagione di riforme appena cominciata, rischiano di escludere gli studenti più poveri, ancorché meritevoli, dall’accesso agli istituti più prestigiosi, come Oxford o Cambridge, o dalle migliori università private.

Mentre il governo indica come prioritaria la riduzione del gap tra studenti ricchi e poveri, nella pratica, l’aumento delle tasse universitarie e la fine del programma governativo Aimhigher, che ha sostenuto fino ad oggi gli studenti più poveri per facilitarne l’ingresso nei percorsi accademici , apre uno scenario del tutto opposto.

Questo è l’allarme che la Sutton Trust, organizzazione che si occupa del sostegno agli studenti che provengono dalle famiglie più povere, ha lanciato oggi.

I numeri che l’organizzazione ha pubblicato parlano chiaro: solo l’0.8% dei posti a disposizione degli studenti che hanno diritto a non pagare la mensa, considerato un importante indice di povertà, entrano ad Oxford o Cambridge. Gli studenti che escono da scuole private hanno 55 volte di più la possibilità di esservi ammessi e 22 volte di più la possibilità di essere ammessi in altre università di prestigio rispetto agli studenti delle scuole statali esentati per reddito dal pagamento della mensa.

La legge da poco approvata permette alle università di aumentare le tasse fino a 9000 sterline l‘anno (circa 10.500 euro); il governo intenderebbe coprire le spese per gli studenti più bisognosi nel primo anno di corso. Le università che volessero aumentare le tasse annue oltre le 6000 sterline, dovrebbe­ro coprire i costi del secondo anno di corso.

Questa misura, se approvata, osserva la Sutton Trust, invece di aiutare gli studenti, potrebbe rappresentare un’ulteriore ostacolo poiché le università sarebbero propense a ridurre i posti messi a disposizione degli studenti economicamente svantaggiati.

Un nuovo programma a favore dell’istruzione da 150 milioni di sterline, pari a quasi 180 milioni di euro, potrebbe offrire un aiuto in più purché, avverte Sutton Trust, non si tratti solo di sostenere economicamente chi ha più bisogno, ma di offrire percorsi di formazione personalizzati che possano davvero realizzare il diritto allo studio anche per chi, non per sua scelta, si trova in situazioni disagiate.