Un 2011 carico di timori e di speranze da TuttoscuolaNews, n. 470 10.1.2011 All’inizio di un nuovo anno si fanno progetti, si esprimono speranze, si esorcizzano fantasmi come quello inquietante evocato dal ministro Tremonti con l’immagine dei mostri dei videogiochi, che rinascono sempre più minacciosi (facendo preludere a una nuova manovra), come i problemi dell’economia... Quali sono le speranze del mondo della scuola, e quali i fantasmi? In altri termini: quali problemi è auspicabile che siano risolti, o almeno avviati a soluzione, nel 2011, e quali ostacoli potrebbero insorgere o mostrarsi insuperabili? Proviamo a indicare tre problemi che si vorrebbero vedere risolti entro l’anno, e tre ostacoli. Il primo problema è quello del precariato, piaga antica e ricorrente della scuola italiana, che dopo la drastica cura dimagrante applicata agli organici dall’attuale governo (ma avviata dal precedente) avrebbe possibilità di essere affrontato in modo definitivo: mentre molti precari premono per entrare, le cattedre tecniche, specialmente al Nord (ma anche a Roma), restano scoperte perché sono esaurite molte graduatorie permanenti degli aspiranti. Il secondo problema è quello dei concorsi da sbloccare: quello per i (pochi) posti di ispettore più volte slittato, quello per i molti (troppi, ma perché non si sono fatti nei tempi giusti) posti di dirigente scolastico, e infine quello per i docenti, soprattutto per quelli giovani, ai quali va offerta subito la possibilità di partecipare ai concorsi di selezione per l’accesso al ruolo della professione docente prima che si indirizzino verso un’altra occupazione. Il terzo problema è quello del riconoscimento del merito ai vari livelli: degli studenti, delle scuole, degli insegnanti, dei dirigenti scolastici (per i quali leggi e contratti prevedono una ‘retribuzione di risultato’ già dal 2002). Gli ostacoli? Sono come i mostri di Tremonti: il primo è l’inerzia burocratica, responsabile dei ritardi, il secondo è la paura del nuovo, che finisce per accomunare conservatori e massimalisti, il terzo è l’instabilità politica, con la legislatura ancora una volta appesa a un filo, con il rischio che non si trovi una soluzione convincente per quanto riguarda il governo e soprattutto la governabilità. In tal caso si tornerebbe al punto di partenza, come in un angosciante gioco dell’oca. |