A Padova la Befana porta
calendari leghisti a 50.000 bambini

di Alessandro Giuliani La Tecnica della Scuola, 5.1.2011

Fa discutere l’iniziativa della Provincia: 25 aprile e il 1° maggio trasformati in giorni qualsiasi. Ci sono, invece, la Festa del papà, della mamma e dei nonni, il martedì grasso, l'inizio della primavera e della festa del popolo veneto. Alcuni Comuni rimandano indietro i calendari perché poco educativi. Ma per il presidente provinciale si è puntato solo a tutelare le tradizioni antiche. Perché allora c’è la Festa della Repubblica?

A Padova la Befana porta non solo dolci ma anche calendari, che vengono donato a 50.000 bambini di tutto il territorio. Peccato che la Provincia, a maggioranza leghista, ideatrice dell’iniziativa, abbia dimenticato di inserirvi alcune festività. E non di poco conto: il calendario della Lega, con una grande Befana stampata in prima pagina, ha infatti trasformato il 25 aprile (che quest’anno tra l’altro coincide con il lunedì dell’Angelo) e il 1° maggio (doppia festa perché nel 2011 ‘cade’ di domenica) in giorni qualsiasi.

La dimenticanza non è passata inosservata alle giunte comunali di centro-sinistra. Come quella del Solesino, dove gli assessori della lista ‘Progresso’ si sono indignati per dei calendari che ignorano giornate fondamentali per l’Italia, la sua unità e i cittadini tutti. Festività, quelle della liberazione e dei lavoratori, che obiettivamente non possono essere da meno a quelle del papà, della mamma e dei nonni, per non parlare del martedì grasso, dell'inizio della primavera e della festa del popolo veneto (25 marzo).

"Tra le varie ricorrenze – ha fatto notare dal canto suo l'amministrazione comunale di Solesino - si dà risalto anche alla 3ª edizione della Festa del popolo veneto, che non ci sembra trovar spazio fra quelle tradizioni venete antiche. Ma proseguendo ci accorgiamo che il 25 aprile, Festa della liberazione per noi italiani, viene citato come Pasquetta e San Marco, mentre il 1º Maggio, Festa nazionale del lavoro, è indicato come una semplice domenica non degna di particolari citazioni". Gli assessori del paese nel padovano ritengono, quindi, che un calendario di questo genere possa generare convinzioni errate tra i giovani: "Siamo contrari alla divulgazione di un calendario che in questo caso sarebbe poco educativo. Invitiamo tutte le amministrazioni a rispedire il calendario alla Provincia, come farà questo Comune". E sembra che anche altri Comuni limitrofi stiano seguendo l’invito.

Per gli esponenti leghisti della provincia, ideatori del calendario incompleto, si tratta però di polemiche sterile e prive di fondamento. Restituire il calendario, sostengono, sarebbe un errore: "Abbiamo solo voluto attingere dalla lingua veneta parole e modi di dire – hanno spiegato l'assessore alla Cultura e Identità veneta, Leandro Comacchio e il presidente della Provincia di Padova, Barbara Degani - per non dimenticare le nostre origini e per trasmettere ai più piccoli le tradizioni antiche che ci caratterizzano da anni". La chiave di lettura potrebbe allora essere questa: la Lega ha creato un calendario che guardi alle ricorrenze locali, in particolare quelle più remote. Che non hanno nulla a che vedere con la storia dell’Italia. Peccato, però, che la Festa della Repubblica, il 2 giugno, venga invece citata.