Tagli al pubblico impiego: A.G. La Tecnica della Scuola, 3.1.2011 A quantificare il “sacrificio” enorme chiesto al comparto istruzione è stata la Ragioneria Generale dello Stato: nel Conto Annuale 2009 sul pubblico impiego è indicato che dei 64.000 posti di statali soppressi nel biennio 2008/09 ben 55.000 sono docenti o Ata. Per la metà si tratta di supplenti annuali. Al di là delle difese ad oltranza del ministero dell’Istruzione, i tagli drastici attuati nel comparto scuola sono un dato inequivocabile: ad affermarlo è anche la Ragioneria Generale dello Stato che, che attraverso il Conto Annuale 2009 sul pubblico impiego ha quantificato in 55.000 posti, tra insegnanti e personale Ata, la riduzione messa in atto dal Governo nel biennio 2008-2009. Per chi vive nella scuola il dato non è di certo una novità: rappresenta, in minima parte, una prima fetta dei provvedimenti decisi in ‘coda’ all’ultimo Governo con a capo Romano Prodi e poi a seguito della famigerata Legge 133/08 voluta dell’attuale maggioranza per far quadrare i conti dello Stato. Quel che vale la pena sottolineare, sempre esaminando il Conto Annuale della Ragioneria, è però il fatto che il sacrificio richiesto ai vari comparti statali è per l’86% sul “groppone” dell’istruzione. Dal rapporto annuale emerge, infatti, che nello stesso biennio i posti di dipendenti pubblici soppressi sono stati in tutto 64.000, ridimensionando la quota complessiva di quasi il 2%, fino a 3.311.582 unità. Un’ultima curiosità: la Ragioneria Generale dello Stato ha ravvisato che quasi la metà dei posti soppressi nel comporta scuola - 26.600 su 55.000 - era composta da cattedre o unità di personale Ata non di ruolo. Supplenti, quindi, nominati annualmente su posti liberi. Una quota, quella dei precari “tagliati”, destinata ad incrementarsi sensibilmente nel biennio a seguire. A limitare i danni del personale non di ruolo finora ci ha pensato il turn over: i pensionamenti che, al ritmo di circa 30.000 l’anno, hanno lasciato senza lavoro “solo” alcune migliaia di supplenti. Sinora la gran parte di questi ha a sua volta rimediato ricorrendo al decreto salva-precari (che ha garantito un’indennità pari a circa metà stipendio più il punteggio equivalente alla supplenza di lunga durata). Nel 2010, anno ancora non considerato dalla Ragioneria, la situazione è peggiorata: sono stati almeno 20.000 quelli privati del contratto annuale. E nell’estate prossima la situazione peggiorerà ulteriormente.
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