Immigrati, al via i test di italiano
Quasi 7mila richieste Record a Milano

L'esame serve a ottenere il permesso di soggiorno di lungo periodo. Le prime prove ad Asti e Firenze. I più numerosi sono albanesi, seguiti da marocchini, ucraini e moldavi

 Quotidiano.net, 16.1.2011

Roma, 16 gennaio 2011 - Domani esame d’italiano per alcune migliaia di immigrati. Perché il passaggio del test, dal mese scorso, è requisito necessario per presentare la domanda finalizzata all’ottenimento del permesso di soggiorno di lungo periodo. A partire dal 9 dicembre sono arrivate al ministero dell’Interno - attraverso il sito http://testitaliano.interno.it - 6.764 richieste per fare l’esame di lingua: 1.997 provenienti da privati e 4.767 da parte di associazioni, patronati, Comuni e consulenti del lavoro, sindacati.

Lunedì ci saranno le prime prove per gli immigrati ad Asti e a Firenze. I successivi test si svolgeranno ad Avellino e a Firenze (il 24 gennaio), a Forlì-Cesena (il 25 gennaio), ad Aosta, Lucca e Pisa (il 27 gennaio). L’esame consiste in tre prove: ascolto (della durata di circa 25 minuti) lettura e comprensione (altri 25 minuti) e produzione (circa 10 minuti).

Finora, il maggior numero di domande sono pervenute dalla provincia di Milano (844); seguono Brescia (309), Roma (263). I candidati più numerosi sono albanesi (961 domande inviate); seguono marocchini (931), ucraini (815), moldavi (491), ecuadoriani (307), filippini (291) e peruviani (268). Intanto, sta procedendo il lavoro delle Prefetture, insieme agli istituti scolastici regionali, per individuare le sedi in cui si svolgeranno i test.

LE PROVE - Le prove, introdotte dall’articolo 9 del testo unico e da un accordo quadro del 4 giugno scorso tra ministero degli Interni e Miur, verranno svolte da cittadini non italiani con almeno cinque anni di un permesso di soggiorno, un reddito minimo, alloggio e vari altri requisiti di idonei. Solo coloro che supereranno i test potranno chiedere il soggiorno lungo al questore, per sé e per i propri familiari.

A Firenze la prefettura ha comunicato che saranno 170 gli stranieri che cercheranno di aggiudicarsi per primi il nuovo requisito. I test si svolgeranno il 17, 19, 25, 27, 28 e 31 gennaio alla scuola media `Arnolfo di Cambio-Beato Angelico’ di Firenze e il 18 gennaio alla scuola `Giovanni della Casa’ di Borgo San Lorenzo. Sono previste “prove di ascolto, di lettura e di scrittura e si considerano superate se il candidato - comunica la prefettura toscana - ottiene un risultato positivo complessivo dell’80%. Se non dovesse riuscirci, può fare subito domanda per sostenere un nuovo esame”.

Durante la prova di ascolto verrà fatta sentire una registrazione (ad esempio il dialogo tra due persone) e lo straniero sarà chiamato a rispondere (con le tre modalità scelta multipla, abbinamento, vero/falso) a una serie di domande che attestino il suo livello di comprensione. La medesima procedura si adotterà per la prova di lettura e comprensione di un brano, mentre nell’ultimo esame il candidato dovrà scrivere un breve testo, come una cartolina per gli amici nella quale racconta dove si trova e cosa sta facendo, oppure rispondere ad un’email o compilare un modulo.

“L’obiettivo - spiegano sempre dalla prefettura di Firenze - è attestare una conoscenza base della lingua, definita di livello A2 secondo gli standard europei, tale da permettere allo straniero di destreggiarsi nell’ambiente che lo circonda e nel mondo scolastico e lavorativo, comprendendo e scrivendo espressioni e parole di uso frequente”.
Il risultato del test, che sarà consultabile dall’interessato online all’indirizzo http://testitaliano.interno.it/, sarà inserito nel sistema informatico dalla Prefettura che ha organizzato gli esami in collaborazione con l’Ufficio scolastico provinciale. Tutta la procedura, infatti, è telematica, fin dal primo step (l’inoltro delle domande alla Prefettura) come previsto dal decreto del ministro dell’Interno del 4 giugno 2010 che ha stabilito le modalità di svolgimento.

Secondo la Flc-Cgil i test di conoscenza della lingua italiana non possono rappresentare un requisito di accesso al permesso di soggiorno, perché sarebbero ispirati “da una visione securitaria dell’immigrazione che vede gli immigrati solo come necessaria e `provvisoria’ forza lavoro. All’interno di questa visione, l’acquisizione di un livello (basso) di conoscenza dell’italiano nonché il cosiddetto `orientamento civico’ non sono orientati a promuovere davvero inclusione, bensì a controllare, testandolo, il grado di propensione del singolo immigrato ad un processo solamente assimilatorio”.
“Un provvedimento finalizzato ad una reale integrazione - conclude il sindacato confederale - avrebbe valorizzato compiutamente il ruolo della scuola pubblica”.