2010. Un anno di scuola dalla A alla Z
Fatti, avvenimenti e persone - Consuntivo
del 2010
da
TuttoscuolaNews,
n. 469 1.1.2011
A |
Adro |
(settembre 2010) –
L’iperattivo sindaco di Adro (Brescia), leghista, inaugura
il nuovo polo scolastico dell’istituto comprensivo locale,
arricchendolo di centinaia di “soli delle Alpi”, il simbolo
che la Lega ha adottato da anni e che sventola nelle
bandiere bianco verdi nelle manifestazioni del Carroccio.
Il sindaco si ostina a
difendere quel simbolo come rappresentazione della cultura
locale (un “sole” è inciso sul muro esterno del duomo di
Adro), ignorando il fatto che “il sole” è presente in tante
altre località italiane (anche al sud) e mediterranee (si
trova anche in alcuni antichi templi egizi).
Il ministro Gelmini non
condivide la presenza dei “soli” e incarica il direttore
generale dell’Ufficio scolastico della Lombardia di disporne
la rimozione. Il sindaco resiste e minacce querele. La Lega
non lo critica apertamente ma nemmeno lo difende. |
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Apprendistato
|
(ottobre 2010) – Il
Parlamento approva definitivamente la legge del “collegato
al lavoro” che mesi prima il Presidente della Repubblica
aveva rinviato alle Camere.
Tra le diverse disposizioni ve
n’è una sull’apprendistato che viene considerato come
attività formativa valida ai fini dell’assolvimento
dell’obbligo di istruzione dal 15° anno di età.
La disposizione, che affonda
le sue radici normative nella legge Biagi del 2003, modifica
la legge sull’innalzamento dell’obbligo di istruzione
(Finanziaria 2007) che aveva disposto il limite minimo di
età per l’accesso al lavoro a 16 anni, un limite che la
nuova legge abbassa nuovamente a 15.
La nuova norma
sull’apprendistato crea polemiche tra la maggioranza e
l’opposizione e riapre l’annoso dibattito che da oltre dieci
anni divide il mondo politico in una logica di ping-pong che
ha visto approvare, abrogare, modificare e integrare le
norme sull’obbligo. |
B |
Buonuscita |
(maggio 2010) - Il
trattamento di fine servizio (TFS), meglio noto come
liquidazione o indennità di buonuscita per i dipendenti
pubblici, non esisterà più e verrà sostituito dal TFR,
trattamento di fine rapporto.
Lo prevede la manovra
finanziaria del decreto legge 78/2010, poi convertito in
legge, che estende a tutti i dipendenti statali il TFR (già
applicato dal 2000 ai nuovi assunti e al personale a tempo
determinato) e, come è noto, in vigore da sempre per i
dipendenti del settore privato.
La nuova disposizione fa
riferimento all’articolo 2120 del Codice civile che
regolamenta il TFR secondo una aliquota del 6,91% che
rappresenta il contributo statale applicato alla
retribuzione annuale per calcolare l’importo del TFR stesso.
Per la “vecchia” buonuscita il calcolo si faceva sull’ultima
retribuzione.
Nel cambio il dipendente non
ci guadagna, soprattutto se durante la carriera ha cambiato
profilo professionale, come nel caso dei docenti diventati
per concorso dirigenti scolastici (per quelli più anziani e
di recente nomina lo svantaggio economico può essere pari ad
un terzo e più).
C’è altro. La corresponsione del TFR sarà rateizzata per
importi superiori ai 90 mila euro.
Per queste ragioni complessive
molti dirigenti scolastici (si parla di alcune centinaia)
hanno rassegnato le dimissioni entro l’ultima data ultima
del 31 maggio scorso. |
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Bersani |
(Novembre 2010) -
L’immagine del Bersani ‘scolastico’ che più ha colpito
l’opinione pubblica nel 2010 è quella del segretario del Pd
che si arrampica su una scala di ferro per salire sul tetto
di un edificio utilizzato dalla Facoltà di Architettura
dell’università di Roma La Sapienza, in piazza Fontanella
Borghese, per portare la sua solidarietà ai ricercatori
universitari che l’avevano occupato.
Pochi giorni prima c’era stato
l’assalto dei manifestanti alla porta di ingresso del Senato
a colpi di uova e di slogan contro la riforma
dell’università targata Gelmini.
Bersani accompagna la sua
performance di scalatore con citazioni di Vasco Rossi, “Solo
noi/ quelli che non abbiamo più rispetto per niente/ neanche
per la mente”. Solo noi tagliamo i fondi allo studio e alla
ricerca: “Qual è il paese al mondo che sta segando la
conoscenza e il sapere? Non ce n’è uno, siam solo noi, come
dice Vasco”. |
C |
Confluenze |
(marzo 2010) – I
Regolamenti per la riforma delle superiori prevedono, come
primo intervento di “normalizzazione”, la confluenza dei
vecchi percorsi sperimentali (più di 900) nei nuovi
ordinamenti.
Le mille sperimentazioni che
hanno consentito alla scuola secondaria superiore, dagli
anni ’80, di provare nuovi percorsi, di esplorare nuovi
indirizzi e di realizzare esperienze per il cambiamento sono
giunte al capolinea.
Il modo per guidare il passaggio si chiama confluenza, un
termine che evoca l’immagine degli affluenti che si
immettono nel grande fiume. I “grandi fiumi” pronti ad
accogliere i “mille” indirizzi e sperimentazioni non sono
pochi, tanto da raggiungere, tra maggiori e minori, tra
indirizzi e articolazioni, il considerevole numero di 45 (13
nei licei, 23 tecnici, 9 professionali), a riprova della
difficoltà incontrata per mandare in archivio le “mille”
sperimentazioni e per resistere alle pressioni dei diversi
centri di potere politico, economico, sindacale e
associativo. |
Clausola di salvaguardia |
(novembre 2010) -
Nell’articolo 64 della legge 133/2008 per la riforma e la
razionalizzazione del sistema di istruzione c’è un rinvio ad
un’altra norma che a sua volta rinvia ad un’altra ancora e
da questa ad una disposizione precedente che porta, come nel
gioco delle scatole cinesi, alla procedura prevista dalla
legge finanziaria 2007 (governo Prodi, ministro
Padoa-Schioppa, scomparso a fine 2010), nota come “clausola
di salvaguardia”.
La clausola prevede che i
mancati risparmi siano detratti dal bilancio del ministero
dell’istruzione. E c’è già stata una prima volta che ha
creato difficoltà ai finanziamenti alle scuole.
Ma questa volta c’è un filtro,
non indolore, che può evitare di penalizzare le scuole: i
risparmi del 30% da destinare alla premialità.
Quella quota di risparmio,
prevista per il 2009 e il 2010 in circa 632 milioni di euro,
risulta essere soltanto di 351 milioni, perché i tagli di
organico sono stati inferiori all’attesa e i risparmi
mancati hanno fatto scattare proprio lei, la clausola di
salvaguardia.
Secondo la clausola di
salvaguardia, i quasi 281 milioni mancanti (631,8 – 351)
avrebbero dovuto colpire il bilancio del Miur in capitoli
vitali, ma, invece, sono stati tolti dalla quota destinata a
premiare la professionalità del personale scolastico.
Insomma, la clausola si è
mangiata il merito. |
D |
Dislessia |
(ottobre 2010) –
Finalmente il Parlamento approva la legge sulla dislessia,
attesa da anni e mai arrivata alla sua conclusione per
interruzione anticipata della legislatura, nonostante
l’accordo unanime (fatto raro di questi tempi) dei partiti
di maggioranza e opposizione.
La legge sui Disturbi
Specifici di Apprendimento riconosce agli alunni affetti da
DSA riconosciuti (dislessia, disgrafia, discalculia,
disortografia) il pieno diritto alle misure educative e
didattiche di supporto da parte delle scuole e degli
insegnanti (strumenti compensativi, misure dispensative) con
impiego anche di tecnologie informatiche.
Le associazioni dei dislessici
sostengono che i ragazzi affetti da DSA sono 350mila, cioè
quasi il doppio dei ragazzi con disabilità. La cifra, frutto
di ipotesi, sembra sovrastimata, ma soltanto le
certificazioni mediche del Servizio sanitario pubblico, come
avviene anche per i ragazzi disabili, potranno
oggettivamente definire l’esatta dimensione del fenomeno.
Proprio le associazioni di
questi ultimi hanno già sollevato dubbi sulla legittimità
costituzionale di una norma che prevede, a differenza di
quanto disposto per i disabili, la possibilità di dispensa
della prova scritta di lingua straniera negli esami di
Stato. |
Docenti
assenteisti
|
(settembre 2010) – Il
Ministro per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione
Renato Brunetta entra nel merito del dibattito sul
precariato scolastico con una serie di dichiarazioni che
hanno suscitato immediate polemiche.
La prima: il sistema
scolastico italiano“costa tanto e rende poco. Non è neanche
vero che gli insegnanti sono pagati poco, perché se in altri
paesi guadagnano di più è perché lavorano di più”.
La seconda: “Non c’è
meritocrazia e altissimo è il livello di assenteismo degli
insegnanti che implica legioni di supplenti”.
La terza è una domanda.
Brunetta si chiede perché “nessun giornalista si sia
preoccupato di vedere chi cavolo è il supplente che non ha
vinto uno straccio di concorso per 15 anni. Forse farebbe
meglio a cambiare mestiere”.
Facili le repliche dei
sindacati (praticamente tutti: Brunetta è riuscito a
riavvicinarli): non è vero che gli insegnanti all’estero
lavorano per più ore (in Germania ne fanno 22, ma di 45
minuti); l’assenteismo dei docenti, al netto delle
maternità, è inferiore a quello di altre categorie; non sono
stati banditi concorsi dal 1999, ed è difficile vincere
concorsi se questi non vengono banditi. |
E |
Emma |
(aprile 2010) – Nasce
la primogenita del ministro Gelmini.
La nascita era in qualche nodo
attesa dal mondo politico non solo per la curiosità del
primo caso di ministro diventata madre durante l’incarico,
ma, soprattutto, per verificare la tenuta del
ministro-mamma.
Dopo le prime notizie di
stampa e qualche intervista di rito, il ministro Gelmini
ritorna presto all’ordinaria attività politica.
Il fatto che di Emma, la
figlia del ministro, non si parli mai e che di quel rapporto
madre-figlia non si occupi la stampa, e non vi sia mai
notizia di impedimento politico per questioni materne, è
segno che la Gelmini ha “tenuto”, superando positivamente
l’esame come ministro-madre. |
F |
Fuga |
(giugno 2010) – La
manovra finanziaria di inizio estate non risparmia nessuno
(o quasi), compresi parlamentari e alti dirigenti della
Pubblica Amministrazione.
Proprio la riduzione degli
stipendi dei dirigenti e dei direttori generali e gli
interventi di rateizzazione delle liquidazioni per la
buonuscita di fine servizio, inducono molti ad anticipare
l’uscita dal servizio con presentazione delle dimissioni.
Anche il ministero
dell’istruzione è fortemente interessato a questa fuga di
alti dirigenti. Se ne vanno subito o entro novembre, prima
comunque di subire gli effetti della riduzione di stipendio,
un capo dipartimento e quattro direttori generali presso la
sede centrale e altri tre direttori dagli uffici scolastici
regionali.
Molti altri dirigenti
amministrativi e anche dirigenti scolastici lasciano
anticipatamente il servizio per le stesse ragioni. La grande
“fuga” crea un vuoto notevole nella gestione del ministero,
proprio in coincidenza con l’avvio della riforma della
secondaria superiore. |
G |
Geografia |
(febbraio 2010) – In
occasione dei lavori parlamentari per l’acquisizione dei
pareri sui regolamenti della riforma delle superiori, si
apre la campagna a favore dell’insegnamento della geografia,
la cui presenza nei nuovi piani di studio risulta fortemente
ridotta.
La petizione pro-geografia
lanciata da associazioni specializzate vuole riottenere un
posto di riguardo (leggi: aumento di ore di insegnamento)
nei nuovi piani di studio previsti dai regolamenti, contro
la previsione contraria che, secondo i testi dei
regolamenti, dovrebbe portare ad una contrazione di ore di
lezione rispetto a quanto avvenuto finora.
Per dar conto più esattamente
di quanto sta per succedere, Tuttoscuola mette a confronto
gli orari di lezione riservati a geografia nei vecchi e nei
nuovi ordinamenti per i licei classici e scientifici e
rileva una sostanziale conferma. Perché, dunque, la
petizione pro-geografia?
Risulta che prevalentemente la
geografia aveva trovato spazio nelle numerosissime
sperimentazioni che ora, confluendo nei nuovi ordinamenti,
verrà ridotta.
I giochi, comunque, sono
fatti, perché la revisione degli schemi di regolamento, dopo
i pareri favorevoli di Camera e Senato, è ormai conclusa.
La geografia è stata salvata,
ma non troppo. |
H |
Handicap |
(agosto 2010) –
Tuttoscuola pubblica il dossier sulla disabilità nella
scuola statale, mettendo in evidenza sia lo sforzo
complessivo dello Stato sia le notevoli sperequazioni
territoriali negli interventi a favore degli alunni con
handicap.
Il dossier viene ripreso dalla
stampa nazionale tra commenti e difese d’ufficio. Il mondo
sindacale tace.
Dal dossier emerge come sia
cresciuto molto negli ultimi 10-15 anni lo sforzo dello
Stato verso un settore che sotto molti aspetti rappresenta
un fiore all’occhiello della scuola italiana (in pochi Paesi
si realizza un livello di integrazione e di assistenza degli
studenti con disabilità pari al nostro). Ormai l’Italia
investe circa 3 miliardi di euro l’anno solo per il
personale di sostegno, schierando un esercito di 90 mila
insegnanti specializzati (più degli psicologi - stimati in
70 mila - e dei pediatri - stimati in 14 mila - messi
insieme).
Ma l’investimento non è
uniforme sul territorio nazionale e il dossier rileva
squilibri sorprendenti.
Lo Stato destina gli
insegnanti di sostegno (a tempo indeterminato o precari)
soprattutto al Sud e nelle Isole. E tra questi offre posti
stabili (immissioni in ruolo a tempo indeterminato) molto di
più proprio al Sud e nelle Isole che nel resto del Paese: il
52% dei posti fissi sono assegnati infatti nel Meridione,
che ha solo il 40% degli alunni disabili.
Otto regioni, quasi tutte
meridionali, hanno un rapporto alunno con handicap/docente
di sostegno inferiore a 2; sette regioni, quasi tutte del
centro e del nord, hanno invece un rapporto al di sopra
della media.
Sperequazioni ancora maggiori
si riscontrano nella ripartizione di quei posti totali di
sostegno (allocati come visto più al Sud che al Nord) tra
posti di sostegno stabili (cosiddetto organico di diritto) e
posti con contratto a tempo determinato fino a giugno (che
sommati ai primi compongono il cosiddetto organico di
fatto).
I ragazzi con handicap
sembrano avere meno diritti (alla continuità e alla qualità
del sostegno) al centro-nord che al sud. |
I |
IeFP
|
(giugno 2010) – Con
decreto del Ministro dell’Istruzione, dell’Università e
della Ricerca e del Ministro del Lavoro e delle Politiche
sociali del 15 giugno 2010, vengono individuati percorsi
triennali di Istruzione e Formazione Professionale (IeFP)
per il conseguimento di qualifica professionale regionale
(ne sono previste 21).
Con l’Intesa tra Stato e
Regioni del 16 dicembre 2010 si prevede che presso gli
istituti professionali statali, a cominciare dal 2011-12, i
ragazzi iscritti ai normali corsi quinquennali per il
conseguimento del diploma possano chiedere anche di
conseguire la qualifica professionale regionale al termine
del triennio.
Gli iscritti al primo anno
potranno chiedere di frequentare solo corsi triennali per il
conseguimento della qualifica professionale regionale.
I percorsi IeFP, finalizzati
al conseguimento della qualifica triennale, sono regionali,
anche se ospitati presso istituti professionale statali.
Sono percorsi in regime di sussidiarietà. |
L |
Lealtà |
(marzo
2010) – Una volta gli insegnanti prestavano giuramento
di fedeltà; oggi, come tutti gli altri dipendenti pubblici,
oltre all’obbligo della diligenza e della imparzialità,
hanno anche l’obbligo di lealtà. Lealtà verso la Stato e
verso l’Amministrazione da cui dipendono.
Questo
obbligo di lealtà quali limiti ha? È possibile, ad esempio,
criticare pubblicamente la propria Amministrazione,
esprimere giudizi negativi sugli organi di stampa nei
confronti delle scelte del Ministero o del Ministro,
dichiarare in pubblico, nella veste di dipendente,
l’intenzione di disubbidire alle decisioni della propria
Amministrazione?
È un
problema delicato che, con riferimento alla Costituzione,
chiama in causa contemporaneamente i principi di libertà di
opinione del cittadino (art. 3) e gli obblighi di servizio
esclusivo verso la Nazione dei dipendenti pubblici (art.
98).
A marzo se
ne parla con toni polemici in Emilia Romagna, dopo che è
stata resa nota una lettera riservata, inviata dal direttore
generale dell’Ufficio scolastico regionale, Marcello Limina,
a tutti i dirigenti scolastici della regione, con la quale
si invita il personale scolastico ad evitare critiche a
mezzo stampa nei confronti del Ministero. |
M |
Merito |
(novembre 2010) - Nel
2008 l’articolo 64 della legge 133 aveva previsto di
destinare il 30% dei risparmi derivanti dai tagli di
organico alla valorizzazione professionale del personale
scolastico.
Alla verifica del 2010 la
quota destinata al 30% risulta però quasi dimezzata, ma
soprattutto, dopo la nuova manovra finanziaria che ha
congelato scatti di anzianità e contratto, il Governo la
dirotta in buona parte ad assicurare per il 2011 proprio al
progressione economica di carriera, lasciando una esigua
quota per la premialità.
Il ministro Gelmini affianca
al recupero degli scatti di anzianità la sperimentazione di
due progetti di valutazione, con finalità premiali, riferiti
il primo alla qualità delle prestazioni dei docenti e il
secondo alla qualità dell’azione svolta dalle scuole.
Si tratta di microprogetti,
che riguardano un piccolo numero di insegnanti e di scuole
in sole quattro province (Napoli e Torino per gli
insegnanti, Pisa e Siracusa per le scuole), ma il loro
valore simbolico è elevato, perché per la prima volta in
Italia si affaccia la concreta possibilità di infrangere due
tabù più che secolari: quello dell’ancoraggio delle
retribuzioni individuali al solo parametro dell’anzianità di
servizio e quello di una modalità di finanziamento delle
istituzioni scolastiche che è stata sempre del tutto
indifferente alla qualità dei risultati da esse ottenuti.
Per quanto riguarda gli insegnanti si prevede di procedere
con una metodologia graduale e sperimentale, basata sulla
volontarietà delle adesioni e sulla valorizzazione
dell’autonomia dei corpi professionali dei singoli istituti,
ai quali (il dirigente scolastico più due insegnanti eletti)
è rimessa la scelta dei colleghi ‘più meritevoli’.
Per i docenti “premiati” è
previsto il beneficio di una mensilità in più (una specie di
14ma mensilità); per le scuole un beneficio fino a 70 mila
euro. Ma verso la fine dell’anno arrivano preoccupanti
segnali di rifiuto della sperimentazione da parte di molti
collegi dei docenti. |
N |
Numeri
grandi
(e iniqui) |
(maggio 2010) –
Tuttoscuola la chiama “la maledizione dei grandi numeri”,
riferendosi alla profonda iniquità della nuova manovra
finanziaria che colpisce soprattutto il settore pubblico.
Una sorta di regola di Robin
Hood rovesciata: togliere di più a chi ha di meno
(insegnanti e personale ATA: tra 11 e 15% - percentuale in
piccola parte ridotta per il 2011 a seguito del recupero
degli scatti di anzianità - di minori entrate rispetto a
quelle contrattualmente definite per il prossimo triennio),
salvaguardando nella sostanza chi ha di più, dai direttori
generali (meno 2,5% in media) ai sottosegretari (meno 6%).
Colpisce, in particolare, che
il taglio del 5% scatti per chi guadagna tra 90 e 150.000
euro all’anno (quindi fino a 90.000 - che è un ragguardevole
stipendio, considerando i 24.000 medi degli insegnanti - il
taglio è dello 0%), e che il 10% si applichi solo per
l’importo eccedente i 150.000 euro.
Ma anche se questa clamorosa
ingiustizia fosse corretta nel senso, per esempio, di
eliminare la superfranchigia dei 90.000 euro, la ricaduta
sulla manovra sarebbe modesta, perché modesto è il numero
degli interessati, qualche centinaio nel Miur, mentre il
restante personale della scuola supera il milione di unità e
quindi assicura, dal punto di vista macroeconomico del
ministero dell’Economia, “risparmi” incomparabilmente
maggiori.
È la legge dei grandi numeri,
la stessa che ha inchiodato la scuola italiana a bilanciare
l’elevato numero di addetti con bassi livelli retributivi e
nessuna carriera.
Certo è che i sacrifici
sarebbero più sopportabili se almeno fossero percepiti come
equi. Vale per tutti, anche per i magistrati, che dovrebbero
spiegare al personale delle aule di giustizia perché
decidono di scioperare contro il taglio dei loro consistenti
stipendi, colpiti proporzionalmente assai meno delle magre
buste paga degli impiegati. |
O |
Ocse-Pisa |
(dicembre 2010) – Viene
presentato a Parigi il quarto Rapporto Ocse-Pisa relativo ai
livelli di competenza dei quindicenni rilevati nel 2009, con
riferimento a tre discipline di base: lingua, matematica e
scienze.
L’Italia ne esce un po’ meglio
del passato. Si tratta di miglioramenti rispetto alle due
precedenti edizioni del Rapporto che avevano evidenziato
bassissimi livelli di competenza dei nostri quindicenni.
Il confronto sulla competenza
di lettura evidenzia un sostanziale recupero rispetto alle
indagini 2003 e 2006, quando si era registrato un
preoccupante abbassamento dei livelli di competenza dei
nostri quindicenni rispetto alla prima indagine comparativa
Pisa, quella del 2000. Recupero che riguarda in particolare
le quattro regioni meridionali beneficiarie degli interventi
comunitari dell’Obiettivo Convergenza, Campania, Calabria,
Sicilia, Puglia.
In classifica gli studenti
italiani risultano 29esimi su 74; nel 2006 erano stati
33esimi su 57.
Il nuovo livello raggiunto in
lettura riporta l’Italia pressoché ai valori del 2000,
quando il punteggio medio finale era stato di 487 punti, 13
punti sotto la media Ocse di 500; ora il punteggio medio è
di 486, solo 7 punti sotto la media Ocse, scesa a 493
probabilmente per l’ingresso di molti paesi a minore
scolarità (nel 2006 il ritardo dell’Italia era stato di ben
23 punti). Migliorano anche i livelli di competenza in
matematica e scienze.
Dal punto di vista dell’equità
del sistema, invece, l’Italia non ha fatto progressi: resta
enorme il divario tra le diverse regioni e tipologie di
scuola, e anche tra i risultati degli studenti migliori e
quelli dei peggiori, dovuto in Italia, a quanto risulta
dall’indagine, più alla qualità della formazione ricevuta
che allo status socioeconomico e culturale delle famiglie di
provenienza. |
O |
Obama |
(Maggio 2010) - Il
ministro dell’istruzione (Education Secretary) statunitense
Arne Duncan annuncia che potrebbero ammontare fino a 300.000
gli insegnanti a rischio di licenziamento nel 2010, a causa
dei bilanci in rosso di molti distretti scolastici
americani.
Per questo il governo decide
di intervenire aiutando i distretti a coprire le spese per
il personale con un fondo di 23 miliardi di dollari, che
dovrebbero essere sufficienti per evitare quella che lo
stesso Duncan definisce una “catastrofe educativa”.
Molti Stati, compresi la
California, il New Jersey e il Maryland, hanno già
programmato robusti tagli di insegnanti, aumentato il numero
di allievi per classe fino a 29 e ridotto i programmi. Su un
campione di 453 distretti (che negli USA sono oltre 14.000)
il 62% ha preso in considerazione l’aumento del numero di
allievi per classe, il 34% la soppressione dei corsi di
sostegno estivi e il 13% la riduzione della settimana
scolastica a soli 4 giorni.
Per questo il governo chiede
al Parlamento di approvare urgentemente lo stanziamento dei
fondi, che peraltro potranno limitare solo in parte i tagli
di personale docente. |
P |
Prorogatio |
(tutto l’anno e continua)
– CNPI. Lo chiamano il parlamentino della scuola, perché è
l’organo collegiale nazionale elettivo di massima
rappresentanza scolastica.
Esprime pareri al ministro
sulle più importanti problematiche dell’istruzione, ma non è
una specie di consiglio della corona, visto come i suoi
pronunciamenti siano frutto di autonoma valutazione, spesso
critici verso l’Amministrazione scolastica e con
considerazioni di merito di indubbia qualità. Ma…
Rieletto l’ultima volta nel
1996, avrebbe dovuto sparire da tempo per lasciare posto ad
un nuovo organismo collegiale previsto nel 1999 dal decreto
legislativo 233/99 voluto dal ministro Berlinguer. Quel
decreto legislativo, però, è rimasto inapplicato e da allora
il CNPI funziona in prorogatio senza che vi sia prospettiva
di un rinnovo.
Sono passati quattordici anni
dalle ultime elezioni e, visto che non ve ne saranno altre
per il rinnovo, i suoi componenti rimarranno in carica fino
all’esaurimento (pensionamento).
Erano 74 all’inizio i membri
del CNPI e si sono ridotti di circa la metà, perché nel
frattempo diverse liste si sono esaurite e non vi sono altre
disponibilità per le surroghe.
Se a metà degli anni ’90 quei
membri del Cnpi, eletti da centinaia di migliaia di elettori
(docenti e personale direttivo), erano l’espressione diretta
del mondo della scuola, difficilmente si può ritenere che lo
siano tuttora (nel senso squisitamente democratico del
termine).
Ma il parlamentino eletto nel
1996 sfida il tempo deliberando pareri “in nome del popolo
della scuola”.
Pareri a tempo indeterminato
e, vista la crescente speranza di vita, ad libitum, in
servizio permanente effettivo. |
Q |
Quota |
(dicembre 2009) -
Per l’ultimo anno vale ancora la quota 95 per la pensione di
anzianità. Dal 2011 la quota salirà a 96 per i dipendenti
pubblici che lasciano anticipatamente il servizio.
Serviranno
35 anni di contribuzione e 61 di età, oppure 36 di
contributi e 60 di età.
Per avere
diritto alla pensione di anzianità, nel 2010 bastava avere
35 anni di contributi e 60 anni di età: la quota si fermava
a 95, appunto.
Con la
circolare n. 100 di fine anno 2010, il Miur precisa che
quota 96 per il personale scolastico può essere anche
ottenuta con frazioni diverse di età e contribuzione (es. 60
anni e 4 mesi di età, 35 anni e 8 mesi di contribuzione). |
R |
Regolamenti |
(marzo
2010) – I Regolamenti per la riforma della scuola secondaria
superiore vengono firmati dal Capo dello Stato nella
primavera 2010 sotto forma di DpR, al termine di una lunga e
travagliata procedura consultiva durata circa dieci mesi.
Erano stati
approvati in prima lettura dal Consiglio dei Ministri tra la
fine d maggio e la metà di giugno 2009.
Il Ministro
Gelmini aveva sperato nella loro approvazione entro la fine
del 2009, ma i tempi di acquisizione dei prescritti pareri
(soprattutto da parte della Conferenza unificata) si erano
dilatati oltre il previsto, costringendo a posticipare i
connessi atti amministrativi preparatori (es. iscrizioni
scolastiche).
Dopo la
firma del Capo dello Stato a marzo, il Miur provvede,
comunque, a emanare alcuni provvedimenti necessari all’avvio
della riforma, come, ad esempio, l’ordinanza degli organici,
senza attendere la pubblicazione dei Regolamenti in Gazzetta
Ufficiale (e la conseguente entrata in vigore), provocando
la reazione di alcuni sindacati che impugnano alcuni atti
amministrativi davanti al Tar.
I
Regolamenti sono pubblicati nel giugno 2010, legittimando, a
posteriori, gli atti preparatori emanati. |
|
Riforma |
(settembre 2010) – Con
il nuovo anno scolastico prende l’avvio la riforma della
scuola secondaria superiore, dopo una lunga fase di
definizione degli atti.
Il lungo iter procedurale
necessario per arrivare alla riforma riduce notevolmente la
necessaria fase di preparazione, suscitando preoccupazioni e
critiche.
Nel momento più critico della
procedura consultiva l’opposizione chiede ripetutamente di
rinviare di un anno la riforma, ma il ministro Gelmini
resiste, consapevole che il rinvio, anche se opportuno,
metterebbe a rischio l’intera riforma. Alla decisione per il
non rinvio concorre anche l’obbligo di assicurare dal 2010 i
risparmi programmati dalla legge 133/2008 con il piano
programmatico di razionalizzazione voluto dal ministro
Tremonti.
All’ultimo momento vengono
anche pubblicate le linee guida per i nuovi istituti tecnici
e professionali e le indicazioni per i nuovi licei. |
S |
Scatti
di anzianità |
(luglio 2010) – Secondo
il comma 23 dell’art. 9 del decreto legge 78/2010,
confermato nella legge di conversione, la progressione di
carriera del personale scolastico in servizio, d’ora in poi,
sarà ritardata di tre anni fino al momento della pensione e
il personale incasserà gli aumenti per il passaggio di
gradone sempre tre anni dopo, perdendo, quindi, altrettanti
anni di aumento fino al termine della carriera.
I ritardi di riscossione
costeranno complessivamente per i più giovani fino a 29 mila
euro, secondo i valori contrattuali attuali.
Quegli anni “congelati”
saranno, però, utili per l’anzianità pensionistica (i
contributi continueranno, infatti, ad essere versati
regolarmente), tutti i futuri scatti di gradone saranno
ritardati di tre anni.
Per il 2011, utilizzando in
buona parte i risparmi dedicati al merito, gli scatti sono
assicurati da un intervento del ministro Gelmini con il
benestare del ministro Tremonti.
Per gli anni prossimi si vedrà
se la “sterilizzazione” di tre anni di anzianità si farà
sentire sulla progressione di carriera del personale
scolastico, l’unico tra tutti i comparti pubblici che, oltre
ad avere avuto il rinvio del triennio contrattuale, deve
anche pagare il prezzo della carriera ritardata. |
T |
Tetto
del 30%
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(gennaio 2010) – Dopo
diversi annunci, il ministro Gelmini introduce per via
amministrativa il tetto del 30% per la quantità massima di
alunni stranieri per classe (cioè per scuola).
Il ministero accompagna la sua
decisione con un ampio documento di approfondimento con il
quale vengono date risposte alle molte critiche o riserve
sul provvedimento, a cominciare, per esempio, dalla
questione degli stranieri nati in Italia (seconda
generazione) che non devono essere compresi nel calcolo del
tetto del 30%. Vale per i commentatori di destra e di
sinistra.
Dubbi sulla legittimità
costituzionale del provvedimento erano stati avanzati,
comunque, da alcuni autorevoli esponenti del mondo
giudiziario che avevano chiamato in causa Convenzione
dell’Onu e Costituzione italiana.
A dire la verità un tetto al
numero di alunni c’era già da oltre dieci anni e lo
prevedeva espressamente un regolamento (dpr 394/1999)
emanato dal governo D’Alema (tra cui i ministri Berlinguer,
Bindi, Turco, Bersani) che prevede tuttora all’art. 45 un
tetto massimo del 50% visto che si deve evitare “comunque la
costituzione di classi in cui risulti predominante la
presenza di alunni stranieri”.
La polemica si stempera gradualmente quando vengono resi
noti i dati ministeriali che quantificano in quantità molto
ridotte gli sforamento del “tetto”. Alcuni Comuni mettono in
atto iniziative di razionalizzazione delle iscrizioni per
“normalizzare” il problema delle eccedenze, organizzando
anche opportuni servizi di trasporto. |
Tremonti |
(Giugno 2010) – Durante
un incontro con i sindacati della scuola, l’unico a cui
abbia partecipato da quando è ministro dell'Economia, Giulio
Tremonti annuncia che “Una quota dei risparmi provenienti
dal blocco nella scuola, destinata al miglioramento delle
scuole e al personale può essere destinata ai docenti”. Una
netta marcia indietro del governo sul blocco degli scatti
stipendiali degli insegnanti che la manovra finanziaria
appena approvata congela per tre anni.
All’incontro partecipano Cisl
e Uil scuola, Gilda degli insegnanti e Snals che da tempo
premono per dare una soluzione al problema, e che a caldo
considerano le dichiarazione di Tremonti una loro vittoria.
Francesco Scrima, leader della Cisl scuola, polemizza con la
Flc Cgil, assente dall’incontro, sostenendo che il suo
sindacato, “percorrendo in piena autonomia la via del
confronto e del negoziato, ha fatto la scelta giusta e ha
agito bene”. Non ci sta il segretario della Flc Cgil Mimmo
Pantaleo che risponde così: “La coerenza non è una variabile
indipendente nei comportamenti delle organizzazioni,
comprese quelle sindacali. Non si può dichiarare prima che
la manovra è equa e poi chiedere modifiche quando le
proteste dei lavoratori ti impongono di farlo”.
Ma la Flc Cgil resta sola.
Anche per Massimo Di Menna, segretario della Uil scuola, “Si
è preso finalmente atto della giustezza delle nostre
rivendicazioni, la chiarezza e la concretezza delle nostre
iniziative, in sintonia con l’azione confederale, cominciano
a dare i primi frutti”. |
U |
Università |
(dicembre 2010) – In
pieno periodo pre-natalizio il Senato approva la riforma
dell’Università, dopo mesi di accesa polemica e di
valutazioni contrastanti, culminati nelle manifestazioni di
protesta, anche violenta degli studenti.
L’approvazione comporta il
superamento dei quasi 500 emendamenti presentati
dall’opposizione. Nella convulsa procedura di votazione la
vicepresidente di turno incorre in una serie di errori che
rende necessaria, come da regolamento, la ripetizione del
voto. Tra mille polemiche.
A fine anno il presidente
della Repubblica promulga la legge di riforma,
accompagnandola con alcune osservazioni per superare talune
criticità rilevate.
Il ministro Gelmini assicura
che in sede di attuazione dei tanti decreti applicativi
previsti provvederà a limitare o superare le criticità
rilevate.
Sarà forse necessario un
ritocco normativo per una interpretazione autentica delle
criticità rilevate per le quali, in sede di votazione,
l’opposizione aveva chiesto il ritorno della legge alla
Camera. |
V |
Valutazione
|
(luglio 2010) – Il
ministro Mariastella Gelmini e Roger Abravanel, autore del
bestseller Meritocrazia. Quattro proposte per valorizzare il
talento e rendere il nostro paese più ricco e più giusto,
citato dal ministro fin dall’inizio del suo mandato,
presentano nella sede di viale Trastevere del Miur il Piano
Nazionale Qualità e Merito (PQM). Si tratta di un progetto
che prevede l’impiego sistematico di test oggettivi
standard, predisposti dall’Invalsi, per misurare i livelli
di apprendimento degli studenti al di là delle valutazioni
didattiche che continueranno comunque ad essere formulate
dagli insegnanti.
Già in questa direzione va il
test nazionale di italiano e matematica che negli ultimi due
anni è entrato a far parte delle prove d’esame della licenza
media, ma questo progetto va più avanti perché non si limita
a registrare i livelli di apprendimento mediante una
valutazione di tipo istantaneo, sommativo, ma prevede che le
prove siano sottoposte agli studenti all’inizio dell'anno
scolastico, per rilevarne la preparazione iniziale, e che
siano ripetute al termine dell’anno per verificare i
miglioramenti ottenuti (si comincerà con la scuola media per
poi estendere la sperimentazione alle scuole secondarie
superiori).
In questo modo la valutazione,
condotta in contemporanea in tutta Italia sulle stesse
prove, diventerà diagnostica e formativa, servirà cioè agli
insegnanti e alle scuole per valutare i propri risultati,
ponendoli a confronto con quelli medi nazionali e con quelli
delle scuole migliori, e per avviare processi di
miglioramento della qualità dell’insegnamento. |
Violenza |
(dicembre 2010) – Le
manifestazioni studentesche di protesta contro la riforma
dell’Università arrivano al culmine in occasione del voto
alla Camera.
Sono previsti cortei di
studenti in molte città italiane, dopo la simbolica
occupazione di molti tetti di palazzi storici e di
monumenti.
A Roma l’area del Parlamento e
della sede del Governo viene isolata, come zona rossa in cui
i manifestanti non possono entrare.
Agli studenti romani si
aggiungono altri manifestanti esterni.
Quella che sembrava essere una
manifestazione pacifica si trasforma in violenza con gravi
danneggiamenti a negozi ed auto. Si parla di milioni di
danni e il sindaco di Roma protesta e chiede giustizia.
Gli studenti fermati dalle
forze dell’ordine vengono rimessi quasi subito in libertà
dal giudice tra nuove proteste e polemiche politiche. |
Z |
Zaia |
(Settembre 2010) -
Luca Zaia, governatore del Veneto, decide un piano di
distribuzione della Bibbia nelle scuole della sua regione, e
raccoglie l’immediato sostegno del ministro Gelmini:
“Giudico molto positivamente l’iniziativa del governatore
del Veneto, Luca Zaia”, dice Gelmini in una nota ripresa
dalle agenzie. “La scuola deve istruire i ragazzi, ma deve
anche formare cittadini responsabili e adulti consapevoli
dei propri diritti e dei propri doveri. Questo insieme di
valori e insegnamenti, nel mondo occidentale, è
rappresentato dalla tradizione cristiana“.
“E’ quindi importante che i nostri figli, nel bagaglio di
conoscenze che la scuola deve garantire loro, possano
incontrare fin da subito un Testo che ha determinato la
nascita della civiltà in cui viviamo e che parla ai cuori e
alle coscienze di tutti”, continua il ministro, che però non
accenna all’eventuale adozione di misure di diffusione della
Bibbia a livello nazionale.
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